sabato 18 giugno 2016
111 anni fa, il 18 Giugno 1905, moriva il mio avo Carmine Crocco…di Andrea Balìa
di Andrea Balìa
Ormai da un po’ di anni, in un misto d’orgoglio e tristezza, assolgo
al dovere di ricordare che in data odierna di 111 anni fa lasciava la vita terrena
nel carcere di Portoferraio il mio avo da ramo materno Carmine Crocco detto il “Donatelli”
(e non l’inverso come erroneamente talvolta si dice), forse il capobrigante più
famoso per le sue gesta passato alla storia come emblema del brigantaggio, fenomeno
di resistenza postunitaria. Catturato,processato,fu lasciato morire in carcere.
Da piccolo,in famiglia si raccontavano e ricordavano le sue imprese,
sottraendole subito però alla curiosità di noi bambini, per un malinteso senso di
minorità a parlare di cose tanto delicate, quasi da doverle sottacere. La
verità può tardare, avere tempi lunghi, ma inevitabilmente arriva e reclama il conto.
Interessandomi di meridionalismo, da ormai 26 anni ho avuto modo di sapere, approfondire,
avere informazioni da mio cugino Giovanni Crocco (stesso nome di mio nonno materno)
che ne ha ricavate in quel di Rionero in Vulture (Pz), paesino della Basilicata
natìo di Carmine Crocco, dove ricordo infatti mia madre Elisa Crocco con mio padre
erano stati ”sfollati” in tempo di guerra, approfittando di residui di parentela.
E’un’eredità di sicuro portatrice d’un suo
peso ma anche di tanta fierezza per ciò che rappresenta : la resistenza indomita
del popolo del Sud, all’occupazione, ai soprusi e ad un’unità, magari non discutibile
nel suo fine ultimo, ma attuata in modo vessatorio e d’annessione con espropri e
delitti e, cosa ancor più insopportabile, occultata nella sua verità storica. Resta
alto e fiero l’insegnamento di resistenza e lotta, quanto mai attuale, alle
malefatte verso la nostra terra e la sua gente e l’anelito al riscatto, all’organizzazione,
pur se con metodi democratici e pacifici, per la riappropriazione orgogliosa del
senso di appartenenza territoriale.
Andrea Balìa
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