...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

domenica 30 novembre 2014

IL GENIO...



di Bruno Pappalardo
Ma allora è vero? Napoli è veramente la capitale della falsificazione?
Ma certo che tutti sanno, …che sciocchi.
E’ di qualche giorno fa, infatti, la notizia ma anche la dichiarazione del procuratore della Repubblica che dice : "Non sono emersi legami con la camorra"
Si tratta, infatti di una banda di falsari totalmente estranea ai soliti lacciuoli con le mafie. La banda é stata sgominata. La banda si è fatta chiamare 'Napoli Group' ,… un marchio di qualità”
Hanno messo in circolazione il 90% degli euro contraffati in giro per il mondo. Dalle nostre parti, ad esempio, Caserta, sono stati sequestrati 17 milioni di euro falsi.
II gruppo, la 'Napoli Group', forniva anche specializzanti consulenze sulla falsificazione in giro per il Vecchio Continente. Era addirittura strutturata da ben undici associazioni a delinquere ciascuna delle quali specializzata in un compito: dallo stoccaggio al trasporto, fino alla spendita al minuto delle banconote in Italia come in tutta Europa ma anche in paesi come Algeria, Tunisia e Senegal.
E’ fin troppo ovvio che costoro creano danni ( non facilmente quantificabili e difficile da calcolare) che restano, nella circolazione della moneta all’interno di una collettività, una chiara alterazione del valore della ricchezza del Paese, ossia minore capacità di d’acquisto dei beni di consumo, capitalizzazioni, borsa di titoli. Ecco che scattano una serie di provvedimenti per i reati di associazione per delinquere per introduzione nello Stato di monete falsificate e falsificazione di valori di bollo e contraffazione di sigilli pubblici.
Quindi, delinquenti, quindi sanzione proporzionate e giuste.
Ma, permettetemi, senza voler premere il pedale dell’esaltazione retorica, quella del grande gesto arseniolupiniano del ladro cinico e gentiluomo che ci riporta ad una visione epicale, di uno sdolcinato ‘800 romanzato pel grande gesto sfrontato dell’ uomo lambente l’eroico azzardo ma intenso e pregno di senso, di straordinario segno di genialità, di aseità .
Ditemi la verità, in una storiaccia del genere, la “creazione” di una sola unica, irripetibile banconota di 300 euro e poi, spacciata proprio alla rigoroso, attenta e previdente Germania.
Non ha qualcosa di divino, di arte alta come irripetibili sono quelle opere, quella che sol di poco non raggiunge il cielo per essere pur sempre terrena?
Ditemi non è vera creazione, ovvero di qualcosa che non esiste e mai è esistita e mai esisterà? Non è frutto di un dio? Almeno di un genio?
Quella maniera di voler essere della realtà assoluta, che “non deriva da altro il principio della sua esistenza, bensì l'ha in sé stessa”.
Attributo perciò, della divinità indicante l'assoluta realtà, rispettivamente, della volontà e di un inconscio criptata voglia di riscatto?
Ma certo, scegliere la Germania ha tutto il senso ed il forte sapore della vittoria. Quella su di un paese che sta lucrando sulla pelle di italiani, greci e spagnoli ma soprattutto italiani.
Ecco, allora, il brigante lordo e selvaggio nelle vesti, sorge e rischia tutto . Ma è il vero grande partigiano? Ecco che, al momento opportuno, l' universo di stenti e bisogni e di voglia di vivere nel bello, nella creatività di cervello acceso, - questa volta da un napoletano - ha la necessità di rispondere.
Rimette a posto la tavola; il pane, le stoviglie, il pane e l’acqua e l‘apparecchia con ordine e satollo s’alza soddisfatto.
A quell’artista, a quel genio (che non certo va premiato anzi condannato per il reato ) si dia che almeno il riconoscimento della sfrontata, lazzara prodezza che dovrebbero altri, la politica. Tra ladri,… non so decidermi se meglio il falsario o il falsificatore.

sabato 29 novembre 2014

CRESCE SEMPRE DI PIU' LA COMMUNITY DEL PARTITO DEL SUD ! 13.000 A DIFESA DEL SUD





Cresce sempre più la Community che quotidianamente segue il Partito del Sud anche su facebook, oggi siamo arrivati a 13.000 fan ! 


Con questo risultato siamo di gran lunga la maggior Community su facebook fra tutte quelle di movimenti politici/partiti meridionalisti o..."sudisti". 

Continuate a seguirci e non ve ne pentirete; quotidianamente posteremo oltre alle notizie dell'attività del nostro Partito, approfondimenti politici ma anche curiosità, notizie sulla cultura e sulla vera storia del Sudcome non avete mai avuto modo di sentire. 

 Grazie a tutti per il sostegno ed il supporto. 

 Staff Amministratori

venerdì 28 novembre 2014

I soldi della Sicilia ai siciliani. Pronta per l'Ars la legge voto. Il Partito del Sud nel coordinamento per la presentazione della proposta di legge-voto sulla sovranità fiscale della Sicilia. Una iniziativa importante e seria per voltare pagina e dare fiato alle speranze dei siciliani.







I soldi della Sicilia ai siciliani. Pronta per l'Ars la legge voto

POLITICA – L'intervista al professor Massimo Costa sulla proposta legislativa che sarà presentata ufficialmente nella sede del Parlamento dell'Isola e che prevede di attribuire alla nostra regione tutte le entrate tributarie che maturano nel suo territorio: «Con questa legge attuata in pochi anni potremmo ritrovarci con il 20 per cento di pressione fiscale in meno e con il potere d’acquisto di stipendiati e pensionati aumentato del 50 per cento»
Fonte: MeridioneNews Palermo
Attribuire alla Sicilia tutte le entrate tributarie che maturano nel suo territorio, acque territoriali incluse per allentare l’oppressione fiscale che stritola la nostra regione. E' questo l'obiettivo del disegno di legge voto che diverse associazioni e movimenti siciliani (vedi in calce l’elenco) hanno messo a punto nei giorni scorsi sul tema del’attuazione dello Statuto siciliano in materia finanziaria, che prevede, tra le altre cose, un referendum. Il disegno di legge verrà presentato all'Ars, dove non mancano deputati pronti a farsene carico. Del suo contenuto abbiamo parlato con il suo estensore, il professorMassimo Costa,  docente di Economia aziendale all'università di Palermo e tra i principali esperti dei capitoli finanziari dello Statuto siciliano. 
Professor Costa, da cosa nasce questa iniziativa? «Si tratta di un percorso che è iniziato da alcuni mesi per superare la condizione di impasse in cui versa la Sicilia. Un impasse politico e istituzionale, ma soprattutto economico e sociale che sta assumendo i contorni drammatici di una vera e propria catastrofe. Noi siamo convinti che, al di là di specifiche responsabilità politiche, il mancato rispetto della nostra Costituzione regionale, lo Statuto, gridi vendetta in questo momento. Non possiamo continuare a farci derubare di svariati miliardi l’anno e poi accendere in continuazione mutui con lo Stato (evasore) per coprire questi buchi. È una situazione insostenibile. Oggi la Sicilia si comporta nei confronti dello Stato italiano come quell’amministratore di condominio che, di fronte alla necessità di pagare i debiti a fronte di un condomino che non paga mai, andasse proprio dal condomino moroso a farsi prestare a interesse ciò che questi dovrebbe versare, magari anche con gli interessi di mora. Ecco: lo Stato italiano è il condomino moroso, che dovrebbe pagare anche i danni, e il quale invece addirittura ci presta a usura quanto ci è dovuto per diritto».
Ma da cosa dipende la mancata attuazione dello Statuto? «Innanzitutto da un blocco delle competenze legislative della Regione che ha origine nella giurisprudenza abrogativa della Corte Costituzionale. La Corte Costituzionale, che per Costituzione (sembra un gioco di parole ma non lo è) non è competente a giudicare della costituzionalità delle leggi siciliane, pur di difendere il principio con il quale ha abolito (o crede di aver abolito) la competenza naturale dell’Alta Corte, è arrivata ultimamente ad abrogare interi pezzi dello Statuto. In queste condizioni qualunque iniziativa della Regione sarebbe “castrata” a Roma, dove sarebbe dichiarata incompetente. Le uniche vie d’uscita (non “insurrezionali”, ovviamente scherzo) sono quindi i “decreti attuativi”, ma questi chiedono tempo e volontà politica oggi assenti, ovvero le “leggi dello Stato”, immediatamente efficaci, da consolidare poi con i decreti attuativi, ma pur sempre efficaci. Ecco, noi non consideriamo affatto chiusa la questione dell’Alta Corte, ma, nel frattempo, per dare respiro alla Sicilia, ci potremmo prendere ciò che ci spetta con una semplice legge dello Stato, da approvare all’Ars come legge-voto».
E in cosa consiste questa legge che avete proposto? «Consiste semplicemente nell’attribuzione alla Sicilia di tutte le entrate tributarie che maturano nel suo territorio, acque territoriali incluse, e nella possibilità di manovrarle liberamente per allentare l’oppressione fiscale che oggi contribuisce a strangolare la nostra Terra. Consiste nella possibilità di creare una “zona economica speciale”, in termini fiscali e doganali, all’interno dell’Unione Europea, sfruttando la condizione di insularità che è riconosciuta nei trattati europei. Consiste infine nella possibilità di emettere “certificati di credito fiscale”, privi di interessi, con funzioni sostanzialmente monetarie. In una parola l’indipendenza economica, se non ancora quella politica. In questo modo sarebbe più facile realizzare infrastrutture produttive, favorire l’insediamento imprenditoriale, e quindi l’occupazione, difendere il made in Sicily, spezzare la spirale della povertà e dell’austerità. In pratica fare una vera e propria inversione di marcia».
Tradotto in soldoni, che significa? «Con questa legge attuata in pochi anni potremmo ritrovarci con il 20 per cento di pressione fiscale in meno e con il potere d’acquisto di stipendiati e pensionati aumentato del 50 per cento. Visto che l’alternativa è la morte, mi pare che si debba per lo meno tentare.Ovviamente, a fronte di questo, ci faremmo carico anche di tutte le spese pubbliche, decidendo noi se e quanti servizi sanitari o scolastici dare ai nostri cittadini, prima che questi vengano del tutto azzerati dallo Stato italiano».
E perché mai questa legge dovrebbe essere approvata? Se non ci hanno mai concesso in 70 anni quanto ci spetta?
«Primo, perché è costituzionale. Non c’è niente di più costituzionale che il rispetto dello Statuto. Poi, perché noi andiamo a Roma a dire che “La Sicilia non vuole più niente!”. Come si fa a dire di no a chi non vuole essere mantenuto? E poi, e questo fa parte essenziale della strategia, perché la legge andrà corredata da un referendum consultivo da parte dei Siciliani e da quante più mozioni possibili da parte dei Comuni. Sarà un grande referendum sulla Sovranità fiscale della Sicilia.. Ne nascerà un dibattito che ci cambierà tutti, anche culturalmente. Se i tre livelli della politica siciliana si esprimeranno in tal senso, Roma dovrà infine cedere».
Questo referendum rappresenta allora una rinuncia ad aspirazioni indipendentiste, visto che ci si muove all’interno della legalità italiana ed europea? «Questo referendum consente ai Siciliani di riappropriarsi di quella dignità minima con la quale poi potranno decidere cosa fare del loro futuro. Noi non stiamo rinunciando proprio a niente né smuovendo niente rispetto alla situazione attuale. Semplicemente altre strade, volendo restare nella legalità costituzionale attuale, sembrano precluse mentre questa non lo è. Non si negano in linea di principio strappi “più arditi”; ma questi, in ogni caso, andrebbero adeguatamente preparati. Oggi la Sicilia è stremata. Dobbiamo dare intanto il pane ai Siciliani, il lavoro o almeno un reddito alle famiglie che non ne hanno più uno. Poi penseremo a tutto il resto».
Il disegno di legge sarà presentato come iniziativa popolare? «No. Questa è la volontà che è emersa dalla riunione operativa del 9 novembre. E in effetti me ne sono convinto anch’io. A parte ogni considerazione pratica sulle difficoltà tecniche, si è posto il problema della necessità che in ultimo siano sempre le forze presenti in Ars a dover votare il provvedimento. A questo punto lo presentiamo pubblicamente in Ars, lo indirizziamo al presidente dell’Assemblea, e poi le forze politiche, se vogliono, possono presentarlo e votarlo. Noi spingeremo a farlo. Ma, se non vogliono, non sarebbero certo “costretti” a farlo se il disegno di legge fosse di iniziativa popolare. L’unico vantaggio potrebbe essere quello del deposito in “automatico”, non certo quello della sua approvazione. Ma già alcuni deputati hanno manifestato interesse, quindi questo passaggio si rivela non utile. Se poi non lo votano sappiamo con chi prendercela e sappiamo cosa chiedere alle prossime elezioni».
Mi dica la verità, questo coordinamento di movimenti prelude alla nascita di un nuovo soggetto politico? «No, perché alcuni di questi già sono un soggetto politico e non tutti sarebbero “fondibili” l’uno con l’altro, anche perché i soggetti e le forze che l’appoggerebbero in ARS farebbero un passo indietro se pensassero che dietro c’è un concorrente potenziale e a noi non interessa invece che il risultato finale. Ma soprattutto perché non ci interessa far naufragare una iniziativa così importante usandola come sgabello per ambizioni personali o piccoli progetti politici. Non posso certo dire di essere del tutto soddisfatto dell’attuale rappresentanza politica dei Siciliani. C’è – è vero – una domanda politica che non trova la corrispondente offerta, tanto è vero che più della metà degli elettori ormai sta stabilmente a casa. Ma queste aggregazioni devono trovare un altro tavolo dove costituirsi. Questa legge, e il referendum su di essa, può essere votata da chi vota SEL o Fratelli d’Italia. È una cosa fatta nel solo interesse della Sicilia».
La consideri pure una provocazione se vuole. siete sicuri di essere nel vento della storia? C’è chi dice che ormai lo Statuto è acqua passata… «Sono solo quattro vecchietti nostalgici della prima repubblica, e/o intellettuali e burocrati di regime compromessi e interessati, che non hanno capito niente di dove va il mondo. Oggi, proprio mentre le élite mondiali vogliono distruggere i popoli e le tradizioni, dappertutto è una riscoperta delle proprie origini. Perché la Sicilia dovrebbe essere da meno? Si leggono cose sui giornali che sino a pochi anni fa sarebbe stato solo pazzia il pensarle. A Napoli, ad esempio,l’altro giorno l’erede dei Borbone è stato accolto per strada con acclamazioni come per un vero re (e ve lo dice uno che, quando parla di storia, non è mai stato “tenero” con i Borbone). In tutta Europa, dove più dove meno, il sovranismo dilaga; lo stesso che sbrigativamente il regime liquida come “populismo”. Un recentissimo sondaggio della Demos attribuisce al 44 % dei Siciliani la voglia di indipendenza. Folklore? Mah! Secondo me il vento della Storia è proprio questo».
Qui sotto l’elenco delle associazioni e dei movimenti che ad oggi hanno sottoscritto il disegno di legge e l’iniziativa referendaria costituendosi in coordinamento (questo invece il link per leggere il disegno di legge)
L’Altra Sicilia
Comitato Autodeterminazione Sicilia-Stato
Fronte Nazionale Siciliano – Sezione “Archimede” di Bagheria
Movimento Onda Lunga
Movimento per l’Indipendenza della Sicilia
Noi Mediterranei Sicilia
Noi Siciliani Liberi
Partito del Sud
Partito Socialista Siciliano
La Sicilia e i Siciliani per lo Statuto
Stupor Mundi
Trapani Cambia
Il Vessillo del Vespro
VorasZancle

domenica 23 novembre 2014

La campagna di adesione al PdelSUD riprende con il Pre Tesseramento 2015






La campagna di adesione al PdSUD riprende con il PreTesseramento 2015 da novembre 2014

E' possibile aderire al nostro movimento versando anticipatamente la quota 2015, con due modalità: online oppure tramite sezione/referente territoriale.

Nel dettaglio:

on line,  scaricando e compilando la "Domanda di Pre-Tesseramento 2015" presente nella sezione "Documenti" e pagando la quota sociale per il 2015
(10 Euro quota ridotta solo per Disoccupati, Studenti, Casalinghe e Pensionati; 20 Euro per Soci Ordinari; 50 Euro per Soci Sostenitori).

Per le adesioni on line è necessario:
  • inviare il modulo di adesione compilato e scannerizzato via mail a partitodelsud.roma@gmail.com(obbligatorio solo per NUOVE ADESIONI);
  • effettuare il pagamento della quota tramite paypal su questo sito (sezione "Donazioni") oppure tramite un bonifico al nostro conto corrente bancario nazionale:

- intestato a Filippo Romeo  (Tesoriere PdSUD)

- coordinate IBAN
:
IT11G0760111800001015934605


tramite sezione o referente territoriale
Per le adesioni tramite le nostre sezioni locali, la consegna della domanda di adesione ed il pagamento della Quota può essere fatto rivolgendosi ai nostri presidi sul territorio (vedi "Contatti")

giovedì 20 novembre 2014

ANSA: de Magistris resta! Ha vinto...lui, Napoli e il Sud!



Fonte : ANSA

Consiglio di Stato, de Magistris resta

Respinti appelli contro Tar presentati da governo e associazioni

(ANSA) - ROMA, 20 NOV - Respinti dal Consiglio di Stato i ricorsi del governo e di due associazioni contro la decisione del Tar Campania sul caso de Magistris: il sindaco di Napoli resta per ora in carica. Viene infatti confermata la sospensiva del Tar che ha bloccato gli effetti della delibera con cui il Prefetto lo aveva sospeso da sindaco per la legge Severino.