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martedì 7 gennaio 2014

De Magistris: a Napoli non serve un sindaco-impiegato



La domanda resta inevasa : ma de Magistris a chi mette paura? In città non ho mai visto una tale convergenza e saldatura di interessi divergenti ma convergenti come ora contro l’attuale primo cittadino. Addirittura i commercianti di Napoli – ho detto tutto – che disciplinati negli anni a pagare il pizzo ai signorotti dei clan hanno trovato coraggio e forza per rivoltarsi contro l’amministrazione con una inedita marcia sfociata in un bombardamento di petardi contro il Municipio. Segnali, sensazioni, percezioni. Basta osservare il web in queste ore e vedere come di condivisione in condivisione si alzano cori da stadio con sfottò, epiteti e calunnie. E’ un sentimento di vendetta. Una voglia di fare i conti. Un’aggressione per ora solo rimandata. Scorre latente e ora palese il desiderio di spodestare quel sindaco De Magistris dalla poltrona più alta di Palazzo San Giacomo.
Amerà anche la città ma rappresenta un’anomalia, un cancro, un nemico da eliminare. Gli amici degli amici buttati fuori dal Municipio. Le consulenze tagliate con un tratto di penna. L’industria dell’eterna emergenza rifiuti chiusa a doppia mandata. I comitati d’affari stanati. Un potere esercitato solo attraverso suoi uomini di una cerchia fidata e ristrettissima. In quegli occhi l’eterno sguardo sospettoso da eterno sbirro. Il troppo è troppo. Quell’uomo fa paura alla città dell’illegalità, alla borghesia pezzente, ai colletti bianchi collusi e conniventi, alla classe politica marcia e compromessa, ai giornalisti che invece di essere cani da guardia sanno solo fare feste e scodinzolare al padrone di turno, agli imprenditori-prenditori.  
Gli proponi un compromesso e non ti stringe più la mano. Gli parli di prospettiva e valorizzazione politica della sua esperienza e ti accompagna alla porta. Gli suggerisci persone da inserire e ti risponde male. Addirittura il cardinale Crescenzio Sepe dopo una battuta su case e interessi nel Vaticano neppure partecipa più ai momenti istituzionali. Ecco un uomo come de Magistris,  figlio anormale e snaturato della città camorristica e del suo inesplorato sottobanco non deve più amministrare. La verità è che  i sindaci-sindaci sono una rottura di cazzo. A Napoli serve un sindaco –impiegato che distribuisce le prebende, costruisce inciuci e tutti sono felici. Amen
Arnaldo Capezzuto
Fonte : www.ilfattoquotidiano.it

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