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mercoledì 26 giugno 2013

Ancora un pezzo significativo su "il Mattino" di Gigi Di Fiore sulle tragedie subite dal Sud !


di Gigi Di Fiore

Lo sbarco anglo-americano in Sicilia, le celebrazioni dei 70 anni e quei morti dimenticati

Ci siamo. Settant'anni dal 1943. Che per la memoria degli italiani significa soprattutto 8 settembre, armistizio e resa, sbandamento dell'esercito, fuga del re Vittorio Emanuele III e del suo governo, "morte della Patria" come da definizione di molto storici.

Si preparano manifestazioni e pubblicazioni in ricordo di quegli avvenimenti. L'Italia è uno dei pochi casi al mondo in cui i vinti di una guerra, ad espiazione della vergogna di aver combattuto accanto alla Germania, celebrano i vincitori, diventati ufficialmente, due mesi dopo lo sbarco in Sicilia, alleati. Gli italiani si trasformarono da nemici in co-belligeranti degli anglo-americani. Da luglio, sicuramente si ricorderà l'avvio della Resistenza nel centro-nord e la liberazione dal nazi-fascismo, con il determinante contributo di sangue delle truppe alleate.

Eppure, su quel periodo, restano appesi anche tanti episodi da chiarire. Rimossi dalle ragioni di Stato di chi doveva farsi perdonare il peccato originale del fascismo e dell'alleanza con Hitler. Cosa furono le migliaia di stupri in Ciociaria compiuti sulle donne italiane dai militari delle truppe coloniali francesi nel 1944? Che ruolo ebbero in quei mesi i gruppi mafiosi? Quante bombe alleate vennero sganciate nelle regioni meridionali anche dopo l'8 settembre? Che cosa significarono due anni di amministrazioni anglo-americane nel Sud?

 Le prime celebrazioni sul 1943 sono previste per il mese prossimo. Verrà ricordato lo sbarco anglo-americano a Gela del 10 luglio di 70 anni fa. A Ponte Dillo si terrà una manifestazione, con autorità civili e militari, vicino al monumento ai caduti americani della 82esima divisione aviotrasportata che combatterono contro italiani e tedeschi.

A una ventina di giorni dalle celebrazioni, lo storico e giornalista napoletano Fabrizio Carloni, autore di molte ricerche sui mesi dello sbarco, ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ha ricordato le pagine oscure di quel luglio 1943, che ha contribuito a svelare nelle sue pubblicazioni: la strage, senza processo, della famiglia del podestà di Acate, Giuseppe Mangano; la cattura e fucilazione di otto carabinieri italiani in servizio al presidio di Passo di Piazza. Se ne salvò uno, Antonio Cianci, che raccontò la vicenda.

La Procura militare di Napoli ha aperto un fascicolo, convocando Cianci e anche Carloni. Di quell'episodio, si è occupato anche la Rai. Ha scritto Carloni al capo dello Stato: "Chiedo a lei, così attento, al di là delle ideologie, alla dignità della nostra Patria, se sia possibile continuare ancora nella totale dimenticanza degli assassinati nell'area di Gela". 

Cianci, ormai avanti negli anni, sollecita un ricordo dei suoi commilitoni uccisi. Ricordo simila a quello avuto dai 73 militari italiani prigionieri uccisi a freddo dai paracadutisti statunitensi, all'aeroporto di Biscari. Uno dei sopravvissuti di Biscari, Giuseppe Giannola, il 25 settembre del 2009 fu ricevuto al Quirinale dal generale Rolando Mosca Moschini, consigliere militare di Giorgio Napolitano.

Ma in Sicilia ci furono anche altre vicende che macchiarono l'avanzata alleata: gli spari sulla folla affamata a Canicattì il 12 luglio; i 60 soldati italiani "giustiziati" a Comiso; i civili fucilati per rappresaglia a contrada Piano Stella tra Acate e Caltagirone. Vicende approfondite anche da Andrea Augello, Giuseppe Ciriacono e Giovanni Bartolone. E raccontate pure dagli articoli sul Corriere della sera, firmati da Gianluca Di Feo. E poi, da libri di controstorie...

Il presidente Napolitano ha risposto con molto garbo e disponibilità alla lettera di Fabrizio Carloni. Solo nel 2004, a Cassino, l'allora presidente Ciampi ricordò in piazza le migliaia di donne ciociare stuprate e assegnò le medaglie d'oro al valor civile ai comuni dove passarono le truppe francesi. Chissà se, allo stesso modo, sarà possibile quest'anno anche solo un accenno a quei militari e civili uccisi a freddo nel luglio 1943, quando gli anglo-americani erano ancora nemici degli italiani. La guerra, da qualcunque parte la si guardi, è un'esperienza tragica.

Fonte : www.ilmattino.it

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