...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

sabato 29 giugno 2013

FUSIONE?... FREDDA o CALDA?


di  Bruno Pappalardo


Dite che è tempo di mescolanze o di separazioni?
Parrebbe proprio si tratti della prima.
L’attuale “ governo di larghe intese” secondo voi è una fusione fredda o calda?
Potranno ancora reggere i democristiani all’interno del PD? Potrà ancora reggere PD + PDL ideologicamente lontani almeno solo per pudore e decenza?
La differenza delle fusioni fredde o calde sta che le prime produrrebbero una pressione/i a temperature molto ma molto minori di quelle “calde” per le quali servono altri gradi ma, incredibile, tra quelle calde esistono temperature dette “negative”, …insomma non si può star tranquilli!
Verrebbe in mente di non fare affatto alcuna “FUSIONE” perché o calde o fredde, almeno per le leggi della termodinamica nucleare, possono, come si è detto, essere assai negative e legate alle devastazioni più strazianti e barbariche.
Il “buon senso” direbbe di non fondersi mai, dunque, nessun accorpamento o alleanze in questo Paese.
Parrebbe, infatti, chiaro solo osservando la Storia!
Alla negatività, tra l’altro, si aggiungono anche intersecazioni chiamate comunemente “trasformazioni di antropologia politica”, ovvero, detto terra, terra gli scilipoti!
Dico, ma molto alla buona, che dal “socialismo” nacque il “fascismo” ovvero esattamente il contrario della prima forma di potere delle masse marxiane ma preannunciate e avviate già da molto prima del suo “Capitale”.
Dico che accadde pressappoco lo stesso anche in Germania.
Dico che dal Partito Socialista d’Italia si scisse una frangia che generò il primo Partito Comunista d’Europa;
Dico che Marx ebbe il suo antagonista in Hegel, si fa per dire, il quale sosteneva “ i filosofi hanno finora soltanto interpretato il mondo in diversi modi; ora si tratta di trasformarlo” Parlava, dunque di filosofi e non di operai , uomini, ma di legge della Spiritualità (delle idee) che infusa in essi, avrebbero trasformato il mondo. Per Marx, invece, la trasformazione poteva avvenire solo attraverso una felice rivoluzione proletaria. Gramsci ebbe anche lui il suo Hegel pressoché in Croce.
Insomma non solo gli insulsi scilipoti ma anche intellettuali, pensatori e politici, praticamente dalla stessa parte, non riuscivano ad amalgamarsi mai perfettamente! Come sarebbe allora possibile una unione?
La Democrazia Cristiana di Moro volle “compromettersi” in un unico percorso politico con il PCI. Non funzionò, anzi non partì per nulla. Le Brigate Rosse riuscirono sicuramente in questa bizzarra alleanza! Dopo 40 anni ecco che viene riproposta (certo con tutti gli ovvi distingui)
La Democrazia Cristiana, nei primi 40 anni la si credeva da tutti eterna.
Il PCI, subito dopo, altrettanto.
Il PSI di Craxi similmente.
Insomma separati o insieme tutti fallirono!
Ma non può funzionare neppure se appartenenti allo stesso genere, specie, tipo e sottospecie come ad esempio il “meridionalismo”?
In questo poi, l’unione non vincerebbe manco se il Sud venisse bombardato da “ Vinavil ” lanciato giù da un elicottero! Perché?
Le risposte sono tante ma, secondo la mia modesta opinione, primariamente la storia è questa.
La Democrazia Cristiana, il PCI, il PSI, il MSI, et cetera, tutto sommato hanno avuto la loro fortuna politica fino a quando la società non si è trasformata, soprattutto per tantissime altre ragioni extrapolitiche, per aseità, per autogamia
Un pur tenace e feroce bolscevismo non l’avrebbe mai spuntata con una Barbie in minigonna pronta per la discoteca!
Conclusione: Bene che ogni compagine prenda la propria strada. Uno di essi sarà più forte e forse rimorchierà gli altri.
I partiti tradizionali generano, tuttavia, significative (molte vergognose) trasformazione nel mondo del lavoro come nella società civile e ebbero forza e senso finché gl’uno furono sinergici e funzionali all’altre.
Sarà forse il tempo che il solco, allora, sia tracciato da uno solo e che se spianerà la strada larga e piana lo farà per tutti? Lo credo!
Allora il meridionalismo si unirà spontaneamente.
Poi, nuovamente, tutto terminerà , tutto verrà archiviato ma avendo contribuito alla secolare fine dell’ingiusta sciagura.

Bruno Pappalardo  -  Partito del Sud    Napoli

giovedì 27 giugno 2013

Gabriella e la triste storia delle assicurazioni auto al Sud


many cars on road
L’avevamo detto anche noi un po’ di tempo fa, se l’Italia vuole tenere fede veramente all’articolo 3 della Costituzione nel quale, bontà dei padri costituenti, si prevede l’uguaglianza tra tutti i cittadini senza alcuna differenza di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, allora molto probabilmente questa stessa Italia deve porre fine alle diseguaglianze e ingiustizie legate al mondo delle assicurazioni e in particolare alle assicurazioni auto. Si perché, se le assicurazioni auto sono obbligatorie, allora il libero mercato non centra più, centra il diritto di tutti i cittadini di pagare nelle stesse condizioni e posizioni contrattuali le stesse cifre su tutto il territorio nazionale. Oggi non è così  tanto è vero che, secondo uno studio portato avanti dall’associazione “Mobast” di Napoli, i cittadini del capoluogo campano pagano dal 130% al  338% in più rispetto ai cittadini di Milano. Ma allora i padri costituenti hanno dimenticato di scrivere nella Costituzione “senza nessuna differenza di territorio” ? E si perché se siamo uguali immaginiamo che un cittadino onesto e un cittadino che non fa incidenti di Napoli sia esattamente uguale a un cittadino di Milano nelle stesse condizioni, o no ?
Non si è mai visto in nessun paese civile che le responsabilità personali di alcuni individui debbano essere “condivise territorialmente” con gli altri cittadini che queste responsabilità non hanno. Tra l’altro da qualche hanno i dati ISVAP dicono anche che i teoremi delle assicurazioni sulle incidenze territoriali dei costi sono errati. Ma, ammettiamo pure per un attimo che siano veri, allora chi sbaglia o, peggio, chi froda è lui a doversene accollare l’onere non tutti i cittadini, o peggio un singolo territorio.
Le agenzie qualche giorno fa hanno battuto la notizia che di questa questione, molto probabilmente, se ne occuperà la Commissione Europea che potrebbe avviare un’indagine sui prezzi RcAuto in Italia.
Il tutto grazie a una petizione promossa a livello europeo dall’Associazione “Mobast”, fondata dalla napoletana Gabriella Gambardella esperta del ramo assicurazioni  e impegnata da anni in questa battaglia relativa al caro assicurazioni al Sud e sostenuta da alcuni parlamentari europei.
All’audizione che si è tenuta a Bruxelles,  ha partecipato anche la Gambardella che alla fine della riunione e forte del buon risultato raggiunto ha dichiarato: ”Le compagnie assicurative sono obbligate alla trasparenza nel rapporto con il proprio assicurato, ma il meccanismo di determinazione delle tariffe non e’ affatto trasparente. La mancanza di concorrenza e trasparenza hanno portato l’Italia ad avere primati negativi in Europa relativamente a maggiori tariffe e maggiore evasione assicurativa”.
Fonte: Sud.24

mercoledì 26 giugno 2013

Ancora un pezzo significativo su "il Mattino" di Gigi Di Fiore sulle tragedie subite dal Sud !


di Gigi Di Fiore

Lo sbarco anglo-americano in Sicilia, le celebrazioni dei 70 anni e quei morti dimenticati

Ci siamo. Settant'anni dal 1943. Che per la memoria degli italiani significa soprattutto 8 settembre, armistizio e resa, sbandamento dell'esercito, fuga del re Vittorio Emanuele III e del suo governo, "morte della Patria" come da definizione di molto storici.

Si preparano manifestazioni e pubblicazioni in ricordo di quegli avvenimenti. L'Italia è uno dei pochi casi al mondo in cui i vinti di una guerra, ad espiazione della vergogna di aver combattuto accanto alla Germania, celebrano i vincitori, diventati ufficialmente, due mesi dopo lo sbarco in Sicilia, alleati. Gli italiani si trasformarono da nemici in co-belligeranti degli anglo-americani. Da luglio, sicuramente si ricorderà l'avvio della Resistenza nel centro-nord e la liberazione dal nazi-fascismo, con il determinante contributo di sangue delle truppe alleate.

Eppure, su quel periodo, restano appesi anche tanti episodi da chiarire. Rimossi dalle ragioni di Stato di chi doveva farsi perdonare il peccato originale del fascismo e dell'alleanza con Hitler. Cosa furono le migliaia di stupri in Ciociaria compiuti sulle donne italiane dai militari delle truppe coloniali francesi nel 1944? Che ruolo ebbero in quei mesi i gruppi mafiosi? Quante bombe alleate vennero sganciate nelle regioni meridionali anche dopo l'8 settembre? Che cosa significarono due anni di amministrazioni anglo-americane nel Sud?

 Le prime celebrazioni sul 1943 sono previste per il mese prossimo. Verrà ricordato lo sbarco anglo-americano a Gela del 10 luglio di 70 anni fa. A Ponte Dillo si terrà una manifestazione, con autorità civili e militari, vicino al monumento ai caduti americani della 82esima divisione aviotrasportata che combatterono contro italiani e tedeschi.

A una ventina di giorni dalle celebrazioni, lo storico e giornalista napoletano Fabrizio Carloni, autore di molte ricerche sui mesi dello sbarco, ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ha ricordato le pagine oscure di quel luglio 1943, che ha contribuito a svelare nelle sue pubblicazioni: la strage, senza processo, della famiglia del podestà di Acate, Giuseppe Mangano; la cattura e fucilazione di otto carabinieri italiani in servizio al presidio di Passo di Piazza. Se ne salvò uno, Antonio Cianci, che raccontò la vicenda.

La Procura militare di Napoli ha aperto un fascicolo, convocando Cianci e anche Carloni. Di quell'episodio, si è occupato anche la Rai. Ha scritto Carloni al capo dello Stato: "Chiedo a lei, così attento, al di là delle ideologie, alla dignità della nostra Patria, se sia possibile continuare ancora nella totale dimenticanza degli assassinati nell'area di Gela". 

Cianci, ormai avanti negli anni, sollecita un ricordo dei suoi commilitoni uccisi. Ricordo simila a quello avuto dai 73 militari italiani prigionieri uccisi a freddo dai paracadutisti statunitensi, all'aeroporto di Biscari. Uno dei sopravvissuti di Biscari, Giuseppe Giannola, il 25 settembre del 2009 fu ricevuto al Quirinale dal generale Rolando Mosca Moschini, consigliere militare di Giorgio Napolitano.

Ma in Sicilia ci furono anche altre vicende che macchiarono l'avanzata alleata: gli spari sulla folla affamata a Canicattì il 12 luglio; i 60 soldati italiani "giustiziati" a Comiso; i civili fucilati per rappresaglia a contrada Piano Stella tra Acate e Caltagirone. Vicende approfondite anche da Andrea Augello, Giuseppe Ciriacono e Giovanni Bartolone. E raccontate pure dagli articoli sul Corriere della sera, firmati da Gianluca Di Feo. E poi, da libri di controstorie...

Il presidente Napolitano ha risposto con molto garbo e disponibilità alla lettera di Fabrizio Carloni. Solo nel 2004, a Cassino, l'allora presidente Ciampi ricordò in piazza le migliaia di donne ciociare stuprate e assegnò le medaglie d'oro al valor civile ai comuni dove passarono le truppe francesi. Chissà se, allo stesso modo, sarà possibile quest'anno anche solo un accenno a quei militari e civili uccisi a freddo nel luglio 1943, quando gli anglo-americani erano ancora nemici degli italiani. La guerra, da qualcunque parte la si guardi, è un'esperienza tragica.

Fonte : www.ilmattino.it

martedì 25 giugno 2013

CONFERENZA STAMPA PRESENTAZIONE OSSERVATORIO BENI COMUNI. Presente anche il Partito del Sud !


Stamani, 25/06/2013, alle ore 12,30 c/o la Sala Giunta del Comune di Napoli, il sindaco Luigi de Magistris ha presieduto la Conferenza Stampa per la presentazione dell'Osservatorio Beni Comuni.

L'organismo si insedia con regolare decreto ed è coordinato dall'ex assessore Lucarelli, che presta gratuitamente su questa tema la sua collaborazione, avvalendosi come componenti di figure d'alto prestigio come :

- prof. Gianfranco Borrelli, nato a Napoli il 28 agosto 1947;
- prof. Lucio De Giovanni, nato a Napoli il 2 maggio 1950;
- prof. Paolo Maddalena, nato a Napoli il 27 marzo 1936;
- prof. Sergio Moccia, nato a Napoli il 1 gennaio 1947;
- prof. Tommaso Montanari, nato a Firenze il 15 ottobre 1971;
- prof. Marco Musella, nato a Napoli il 3 ottobre 1976;

Considerato che sul tema dei Beni Comuni l'Amministrazione Comunale ha :

1) già individuato e reso operativa (prima in Italia e ai primi posti in Europa) la soluzione organizzativa più idonea per la gestione del servizio idrico disponendo la trasformazione della S.p.a. ARIN in azienda speciale ABC ( Acqua Bene Comune);
2) la destinazione dell'ex Asilo Filangieri (Edificio storico inutilizzato) a luogo di fruizione e partecipazione democratica culturale;

intende con l'Osservatorio Cittadino dei Beni Comuni iniziare una mappatura di edifici, immobili, luoghi abbandonati o degradati da restituire alla funzione sociale originaria o di nuova individuazione, con la partecipazione propositiva e collaborativa dei cittadini.

Il prof. Maddalena, giurista e costituzionalista di levatura internazionale, ha voluto complimentarsi col sindaco sottolineando come tali iniziative restituiscono la città di Napoli ad una sovranità che Le spetta per storia e legge, in ossequio ad una interpretazione della Costituzione Repubblicana (in superamento del vecchio statuto sabaudo) , fino ad oggi mai attuata, che prevede i comuni al primo posto nel ruolo di sovranità nazionale.

Presente anche il Partito del Sud, con il Vicepresidente Andrea Balìa, che al termine della conferenza s'è complimentato col prof. Maddalena per la significativa sottolineatura, e ha avuto una veloce riflessione  col sindaco de Magistris sulla consolidata sinergia tra lui e il partito nella valutazione di scelte riguardanti l'ambito meridionalista.












                           
il prof. Maddalena


il tavolo dei componenti l'Osservatorio Beni Comuni

Partito del Sud  -  Napoli

PIU' A SUD - LA VIGNETTA DI FRANCO GALLO ( EDIZIONE STRAORDINARIA !!)



domenica 23 giugno 2013

Sud Project Camp, laboratorio aperto nelle piazze del Sud !


GRANDE  INIZIATIVA  DEL  PARTITO DEL SUD !


Il Sud ha bisogno di una coscienza comune, di condividere idee, esperienze e progetti. L’idea di Sud Project Camp è proprio fare questo: far incontrare gli uomini e le donne, i giovani del Sud di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali e creare “un luogo” dove poter incontrarsi, conoscersi e condividere esperienze.

Siamo convinti che il Sud abbia tante risorse, è giunto il momento di metterle in comune, nasce:

SUD PROJECT CAMP
Laboratorio aperto nelle piazze del Sud !

La costruzione di una coscienza condivisa meridionale, la raccolta di idee e progetti per lo sviluppo del sud, la creazione di una classe dirigente dal basso che possa essere da stimolo e da supporto a tutto ciò che si vorrà mettere in campo per il sud, è questo, e non solo questo, quello che vogliamo fare con il progetto.

L’idea è nata durante i lavori dell’ultimo congresso del Partito del Sud, sarà promossa e gestita dall’associazione di promozione sociale “Stamperia della Società dei Foglianti”, ma è aperta a quanti, singoli cittadini, associazioni, gruppi di opinione, gruppi spontanei, consorzi di produttori e imprenditori, operai, giovani e meno giovani, vogliano creare un unico cartello di incontri da svolgersi su tutto il territorio nazionale.

Il Sud Project Camp sarà realizzato secondo una formula leggera e giovane di incontri, in grado di coinvolgere quante più persone è possibile in ciascuna sua “tappa”.

Le singole tappe del Sud Project Camp si svolgeranno attorno au uno più temi principali attorno alle quali si stimolerà e favorirà il dibattito, il confronto, la nascita di nuove idee.
Proprio per favorire la nascita di nuove idee o per favorire la conoscenza e la diffusione di quelle idee già nate, in ciascun evento, specialmente quelli pià grandi e strutturati, vedranno la presenza di diversi piccoli workshop o “luoghi delle idee” collaterali dove si discuterà in piccoli gruppi.

Il Sud Projetc Camp avrà una particolare attenzione ai giovani e a chi decide di scommettere sul Sud, avrà degli spazi dedicati all’editoria meridionale, altri dedicati al “compra sud”, altri ancora all’offerta formativa da e per il sud.

Non sarà dimenticato il lavoro, come non sarà dimenticato il rispetto della salute e dell’ambiente, sarà dato spazio alla capacità di autoccupazione  e valore a tutte quelle idee che diventano impresa, attività economica e sociale.

Uno spazio contro ogni possibile infiltrazione mafiosa e contro tutte le forme di delinquenza palese ed occulta.

Ogni anno il Sud Project Camp si concluderà con un evento finale “nazionale”che si terrà in una delle città capoluogo di una regione del Sud.

Per chi fosse interessato: sudprojectcamp@gmail.com

Per chi vuole seguire il progetto, appuntamenti e iniziative :http://sudprojectcamp.wordpress.com - a brevissimo http://www.sudprojectcamp.it

Brigantesse e Briganti del PdelSUD alla manifestazione del 22 giugno alla centrale nucleare sul Garigliano


Video girato dal nostro capobrigante e Presidente Onorario del Partito del Sud, Antonio Ciano :



http://www.youtube.com/watch?v=0miMIiMkMRU&feature=share

C'erano i rappresentanti dei comuni del basso Lazio, di Sessa Aurunca, Minturno, San Cosma e Damiano, Formia, Castelforte, Spigno, Coreno Ausonio. Mancava solo una rappresentanza del Comune di Gaeta,che con Raimondi sindaco, era la città capofila, C'erano associazioni ambientaliste, e rappresentanti dei partiti di centro e di sinistra,e c'erano i rappresentanti del Partito del Sud. 
Non c'era Mitrano sindaco di Gaeta,nè Cusani e nè Fazzone.







giovedì 20 giugno 2013

Gli Auguri del Partito del Sud al Sindaco di Napoli Luigi de Magistris per il suo compleanno...


I NOSTRI AUGURI SINCERI A LUIGI de MAGISTRIS, OGGI 20/06/2013, PER IL SUO COMPLEANNO!


Tutto il Partito del Sud, non solo quello napoletano, si unisce in questi auguri di salute, serenità e proficuo proseguimento del suo percorso politico, in cui siamo stati fieri d'essere al suo fianco, sicuri di poterlo essere anche in futuro!

AUGURI SINDACO!



Luigi de Magistris al nostro penultimo Congresso Nazionale a Napoli !

Partito del Sud

SU LATINA OGGI - IL PARTITO DEL SUD: FERMIAMO IL DISASTRO AMIBIENTALE - LA MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA PER SABATO 22/06/2013 POMERIGGIO



Latina Oggi di mercoledì 19 giugno 2013 riprende il Comunicato Stampa del Partito del Sud diffuso nei giorni scorsi

mercoledì 19 giugno 2013

Un esauriente articolo di Gigi Di Fiore su "il Mattino" riguardo il 1799...


di Gigi Di Fiore


Il 1799 e le polemiche sul web

Impazza in rete il dibattito su un libro, che ancora una volta racconta dell'avanzata dei sanfedisti del cardinale Ruffo nel 1799. E' la ripetuta narrazione delle violenze sulle popolazioni giacobine nel Molise. Nulla di nuovo, nessun documento sensazionale. Solo un replay, peraltro fuori anniversari dopo l'orgia di pubblicazioni, soprattutto su Eleonora Pimentel Fonseca, che ci travolse nel 1999, anno del bicentenario.
In rete, impazzano le valutazioni sulla Repubblica partenopea, che fu voluta dai francesi e protetta per i sei suoi mesi di vita dalle armi del generale Championnet. Su quelle vicende, pesa molto l'eredità e la lettura che ne fece Benedetto Croce. Il filosofo e storico, che partecipò anche alla fattura del famoso albo pubblicato in occasione del centenario nel 1899, considerò i patrioti della Repubblica, messi a morte dopo il ritorno a Napoli dei Borbone, gli antesignani del Risorgimento. Nel cercare una premessa meridionale all'unificazione, Croce si aggrappò al 1799 che avrebbe anticipato gli ideali unitari.
Peccato che testimoni dell'epoca, come Pietro Colletta e Vincenzo Cuoco, certamente non schierati ciecamente con i Borbone, raccontarono le contraddizioni, le caratteristiche "passive" di una rivoluzione che non fu rivoluzione, ma elitaria occupazione di potere in nome degli ideali francesi. 
Chi era quel popolo che i patrioti volevano emancipare, senza conoscerlo? Erano lazzari e gente povera che, per ben due giorni, si fecero massacrare dai cannoni francesi. Il generale Championnet non riuscì ad entrare agevolmente a Napoli, come gli avevano assicurato. Fu costretto a combattere: i lazzari difendevano la loro città, il loro re, i riferimenti ideali cui si rifacevano. Alla fine, fu lo stesso Championnet a lodarne il coraggio.
I martiri del '99 sono il condensato della nostra retorica storica, ma anche l'appiglio della cultura laica, contrapposta a quello che si definisce oscurantismo condito da ignoranza popolare. Fin quando la polemica è su questo piano, il dibattito non può che essere fertile. E' l'eterno discorrere sulla presenza e influenza nella città della Napoli plebea, su cui anche la Ortese ha lasciato pagine memorabili.
Poi, però, ci sono le manipolazioni storiche. Come le vicende della congiura dei fratelli Baccher, la fuga codarda dei Borbone (come se anche i Savoia, in quegli anni, non siano fuggiti in Sardegna all'arrivo dei francesi), le stragi dell'armata sanfedista. Quella di Ruffo fu una scommessa, partita con pochi suoi contadini e poi arrivata ad 80mila uomini. Tra questi, poche decine di albanesi, che vivevano già stabilmente in Calabria e non erano di certo mercenari stranieri.
Certo, l'avanzata non fu cammino da educande. Le violenze e le uccisioni furono la regola. Ma i sanguinari non si trovavano certo da una parte sola. Sanfedisti e giacobini si comportarono con la stessa spietatezza, con la stessa cecità. Gennaro De Crescenzo pubblicò anni fa un testo: "L'altro 1799: i fatti". In appendice, decine di documenti di sentenze giacobine di morte nei confronti di fedeli dei Borbone. A Mercogliano, Caserta, Ceglie, Carbonara, Bacoli, Benevento, Briano, Nola, Pomigliano, Pagani, tanto per citare qualche località, i giacobini, coperti dalle armi francesi, furono sanguinari e non certo teneri con i fedeli dei Borbone. Il popolo.
E allora, cos'è la storia? Narrazione di vicende, interpretazione di avvenimenti sulla base di sensibilità nuove e documenti. Senza dimenticare il contesto in cui i fatti si svolsero. E quello del 1799 era un contesto storico che, nonostante la Rivoluzione francese di dieci anni prima, era ancora dominato da sovrani di monarchie assolute. Dopo 15 anni, anche Napoleone fu sconfitto da quelle monarchie in armi. E l'Inghilterra, che tanto influenzò l'unità d'Italia, era contro i francesi in appoggio ai Borbone meridionali. Tanto che fu Nelson a volere, contro il parere di Ferdinando IV, l'uccisione dei patrioti che si erano arresi.
Ma tant'è. Non si tratta di rivalutare nessun passato, né dinastie superate. Si tratta solo di raccontare che le guerre travolgono tutti, la violenza non è mai da una parte sola. Se poi, oggi, si vuole affermare che la cultura laica, intesa come apertura e dialettica del confronto, è da preferire all'oscurantismo e all'assolutismo delle convinzioni (qualunque esse siano), non si può che essere d'accordo. Ma questo è altro discorso, su cui la lettura della storia, intesa come difesa di posizioni di potere, c'entra poco. 

Fonte : www.ilmattino.it

Un nuovo strumento per comunicare le nostre attività - La Newsletter



Lo staff comunicazione del Partito del Sud, ha il piacere di annunciare la nascita di un nuovo strumento di comunicazione, la newsletter periodica informativa sulle attività del partito.

La newsletter ha un formato grafico accattivante che rende la fruizione dei contenuti, più piacevole. 

In questa fase iniziale siamo partiti con la diffusione via emali ai soli tesserati. 

Coloro che desiderano usufruire di questa  nuova opportunità ed essere inseriti tra i destinatari di questo prodotto informativo, possono inviare richiesta tramite mail a info@partitodelsud.eu

martedì 18 giugno 2013

Un'interessante tavola rotonda con la scrittrice libanese Joumana Haddad...


Domani, Mercoledì 19 Giugno 2013 ore 18,00, al TIN TEATRO INSTABILE di Napoli, incontro con la scrittrice. Presente anche il sindaco Luigi de Magistris....


Fonte : pagina ufficiale Fb  Luigi de Magistris

Al Sud il governo delle proprie risorse attraverso politiche oneste e attente


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Il SUD sta pagando il prezzo più alto della crisi.!!!
La disoccupazione è più che doppia rispetto al Centro Nord ed ogni giorno si continuano a perdere posti di lavoro. La povertà, sempre più visibile, dilaga mentre cresce il divario tra il meridione ed settentrione.
“Dobbiamo fare ripartire l’economia iniziando proprio dal SUD!”
 “Dobbiamo farlo noi !! “….come???
  • Avendo fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità ed intelligenze!!!
  • Chiedendo al Governo Nazionale  !!!…per il Sud, le stesse opportunità  di sviluppo economico offerte alle altre Regioni del Nord.
Noi non vogliamo l’assistenzialismo furbesco che ci ha reso schiavi del clientelismo.
“Dobbiamo farlo noi “ combattendo:  la mafia, il malaffare, la corruzione e cacciando quei politici meridionali……che come ascari hanno tradito i legittimi interessi del popolo meridionale!
 “Dobbiamo farlo noi”… mettendo al primo posto:  il lavoro, la legalità, la cultura.
“Dobbiamo farlo noi”… per noi e per i nostri figli !!
 Abbiamo tutte le risorse per farlo!
Abbiamo i giovani, le donne e gli uomini con un’immensa voglia di fare, di lavorare per sé, per la propria famiglia  e per la propria terra.
Abbiamo la nostra terra!
Ricca di bellezze naturali, ambientali e culturali da trasformare in occasioni di economia sana, con il turismo da sviluppare in tutte le sue forme (vacanziero, culturale, congressuale, religioso, curativo, gastronomico ecc..).
 Abbiamo la nostra terra!
Ricca di sole e di una campagna fertile dove far crescere  un’agricoltura di qualità; il nostro mare e la flotta peschereccia più grande d’Italia.
Abbiamo la nostra industria alimentare in grado di trasformare i nostri prodotti e di portarli in tutto il mondo.
Abbiamo i nostri artigiani con i loro prodotti inimitabili e la loro sapienza da tramandare e non disperdere.
Abbiamo le nostre industrie manifatturiere, le alte tecnologie, i nostri cantieri navali da difendere e sviluppare.
 Abbiamo la nostra terra!
Ricca di fonti di energia pulita (solare, eolica, geotermica) e di energia fossile da sfruttare rispettando l’ambiente.
Abbiamo una immensa energia pulita: “le menti dei nostri giovani” che sono il lievito della crescita culturale sociale ed economica. Talenti che dobbiamo fare fruttare attuando in pieno il diritto allo studio, eliminando le barriere economiche e di accesso  alle Università .
Abbiamo bisogno di più laureati non di trucchi per garantire i soliti noti.
Dobbiamo farlo noi e possiamo farlo insieme al “Partito del SUD”
 E   ALLORA  COSA  ASPETTI?
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