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sabato 6 ottobre 2012

Napoli e i progressisti...



da "Napoli non è Berlino" di Isaia Sales 



“In verità Napoli non è stata mai una città immobile. Ha sempre risentito dei cambiamenti che hanno interessato , in diverse fasi, la storia del costume e delle preferenze elettorali nell’Italia moderna. Sui referendum “civili” (il divorzio e l’aborto) Napoli ha addirittura sopravanzato altre più titolate città italiane nel sostegno di massa a nuovi stili di vita nel campo dei rapporti sentimentali/familiari, mostrandosi più laica di quanto si potesse immaginare.
E ogni qualvolta la crisi delle sue classi dirigenti la portava a una esasperazione economica e civile, rispondeva dando credito e fiducia ai progressisti, senza paura di abbandonare vecchie certezze. Nel 1975 diede oltre il 30% dei voti al Pci consentendo per la prima volta nella sua storia di essere guidata da un comunista, Maurizio Valenzi. Fu così con Bassolino, dopo l’azzeramento di quel ciclo politico finito in galera per le inchieste della magistratura, Ed è così oggi con la “sorpresa di de Magistris.
Napoli si affida sempre a forze e uomini nuovi quando tutti prevedono un rinchiudersi in sé stessa a causa di rottura di vecchi equilibri.

Ma perché si continua a definirla “immobile”? ….La stessa Milano non si è mossa politicamente ed elettoralmente per alcuni decenni, eppure nessuno l’ha considerata una città immobile o arretrata. Definire Napoli immobile vuol dire classificarla arretrata. E perciò non si cambia aggettivo neanche davanti all’evidenza. …

Napoli e il Sud sono quello che l’Italia vuole che siano….


Isaia Sales Isaia Sales è docente di Storia della criminalità organizzata nel Mezzogiorno d’Italia presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. E’ stato deputato della Repubblica e sottosegretario all’Economia nel primo governo Prodi (1996 – ’98)

Fonte: Rubriche Meridionali.

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