Secondo intervento sulla rubrica dal nome esotico, provocatorio e originale di "Friarielli & I-Pad", curata dal nostro Dirigente del CDN prof. Giovanni Cutolo, fatta da suoi brevi testi o da lui riportati o tradotti.
Andrea Balìa
sullo stimolo della ricerca di Giovanni Cutolo abbiamo rivisto "diligentemente" profilo, vita ed opere, tra cui riletto "Usura", di Ezra Pound. Che fosse una bella "capa" ci sembra superfluo
sottolinearlo, così come è mirabile il lirismo e la forza di "Usura",
ma col fascismo crediamo prese una bella "capata" che va oltre l'appoggio
esecrabile. Il
nostro Ezra il fascismo lo seguì anche con puntate e frequentazioni in
Italia, e non poteva non sapere o non capire, ma probabilmente era più
affascinato dal decisionismo, una lirica esaltante ed un'estetica forte
pur se da operetta. Pound ha, inconsapevolmente, prodotto un'altra cosa non buona, con le
sue parole consenzienti e di condivisione al fascismo : fare, senza
saperlo, da cattivo maestro a dei veri naziskin violenti e italiani che popolano un pò di sedi nel nostro paese denominate CASA POUND, dove in suo nome producono idee e comportamenti reazionari
e per l'appunto violenti.
Cutolo, alle nostre riflessioni, ci ha risposto : "Il vigoroso appoggio di Pound al fascismo è tanto innegabile quanto colpevole.
Ma la incomprensibile posizione politica dell'uomo non può, secondo me, essere
riportata a danno della sua grandezza di poeta e di appassionato e affascinante
economista dilettante, incline alle utopie (per ora) di Gesell e di Douglas. I
due lo folgorarono e il fascismo gli sembrò propenso ad applicarne le
indicazioni. Non andò cosí. Ma lui, come tutti i poeti, era un uomo e un bambino
al tempo stesso. Assolutamente negato nelle relazioni umane e incapace di
riconoscere un delinquente da un santo.
Alla fin fine, Pound fu una
persona di complessa e schizofrenica personalitá. Io di Pound apprezzo la parte migliore che illumina per la sua potenza e
nettezza."
Testo 2
LA POTENZA VISIONARIA E IMMAGINIFICA DELLA GRANDE POESIA
«Il tempo non è
denaro, ma è quasi tutto il resto!» Così, negli anni Trenta, il poeta Ezra Pound
incitava alla resistenza contro la commercializzazione di tutto quello che nella
vita non può essere ridotto a un valore economico, e quindi è veramente
prezioso. La sua lungimirante critica dell’economia basata sul profitto a
scapito della qualità è stata recentemente riconosciuta come valida addirittura
dal New York Times, che poco tempo fa apriva un articolo sulla crisi dei mutui
con i versi poundiani del Canto 45: «Con usura nessuno ha una solida casa...»,
efficaci, secondo l’autorevole quotidiano statunitense, a spiegare perfettamente
cosa è successo.
La voce di Pound, contrariamente a quello che la lunga
detenzione in manicomio criminale potrebbe far pensare, non è quella di un pazzo
isolato, ma fa parte di un vasto ed eterogeneo coro di artisti e intellettuali
che, fino alla seconda Guerra mondiale, criticano la speculazione finanziaria -
dantescamente chiamata «usura» - mettendo in guardia la società sui pericoli di
un’economia lasciata nelle mani dei banchieri.
All’inizio del Ventesimo
secolo, Alfred Richard Orage raccoglie attorno a The New Age, la rivista da lui
diretta, un cenacolo di scrittori, filosofi e politici anticonformisti che
approfondiscono con attenzione i temi economici, dato che «senza economia e
senza politica è davvero inutile parlare di cultura». Dalle colonne del
settimanale di Orage, due tra le più brillanti penne dell’epoca, Hilaire Belloc
e Gilbert Keith Chesterton - l'autore di Padre Brown - lanciano i loro attacchi
contro la speculazione di chi, in nome del libero mercato, difende una società
composta da pochi sfruttatori e tanti sfruttati.
L’alternativa, secondo loro,
è uno Stato «distributivo» - non «collettivista» - in grado di regolare,
attraverso i rappresentanti delle categorie produttive, le esigenze della
popolazione con la distribuzione delle ricchezze. Proprio sulle pagine di The
New Age, nasce e si sviluppa il pensiero economico di Ezra Pound, affascinato
dalle teorie economiche del Maggiore Douglas, un economista eterodosso che si
guadagnò il rispetto e l’attenzione di Keynes criticando il potere delle banche
di creare denaro dal nulla. Le sue analisi affascinarono un numero considerevole
di intellettuali, dai poeti Thomas Stearns Eliot e W.C.Williams ai più popolari
scrittori di fantascienza James Blish e soprattutto Robert Heinlein, che dedica
ben due romanzi alla descrizione di un mondo modellato sui principi del Maggiore
Douglas, dove il monopolio del credito è pubblico ed è esercitato a favore dei
cittadini. In questa società ideale nessuno è più costretto a lavorare, perché
la ricchezza, derivata dall’abbondanza naturale e prodotta dalle scoperte
scientifiche, viene distribuita a tutti i cittadini.
Il disprezzo per
l’avidità, in quegli anni è molto diffuso, ed è immortalato anche dai versi del
poeta irlandese William Butler Yeats, araldo di una società aristocratica
modellata sulla forza delle virtù e non sulla prepotenza del denaro, lasciato a
chi preferisce «frugare in un cassetto sudicio/ e aggiungere al soldo il mezzo
soldo» piuttosto che gioire della vita come fanno «l’operaio, il gentiluomo e il
santo».
fonte: convergenze.blogspot.com
CANTO XLV
(*)
di EZRA POUND
Contro l'Usura
Con Usura nessuno
ha una solida casa
di pietra squadrata e liscia
per istoriarne la
facciata,
con usura
non v'è chiesa con affreschi di
paradiso
harpes et luz
e l'Annunciazione dell'Angelo
con le aureole
sbalzate,
con usura
nessuno vede dei Gonzaga eredi e
concubine
non si dipinge per tenersi arte
in casa, ma per vendere e
vendere
presto e con profitto, peccato contro natura,
il tuo pane sarà
straccio vieto
arido come carta,
senza segala né farina di grano
duro,
usura appesantisce il tratto,
falsa i confini, con
usura
nessuno trova residenza amena.
Si priva lo scalpellino della
pietra,
il tessitore del telaio
CON USURA
la lana non giunge al
mercato
e le pecore non rendono
peggio della peste è l'usura,
spunta
l'ago in mano alle fanciulle
e confonde chi fila. Pietro
Lombardo
non si fé con usura
Duccio non si fé con usura
né Pier della
Francesca o Zuan Bellini
né fu la "Calunnia" dipinta con usura.
L'Angelico
non si fé con usura, né Ambrogio de Praedis,
Nessuna chiesa di pietra viva
firmata: Adamo me fecit.
Con usura non sorsero
Saint Trophime e Saint
Hilaire,
Usura arrugginisce il cesello
arrugginisce arte e
artigiano
tarla la tela nel telaio, non lascia tempo
per apprendere l'arte
d'intessere oro nell'ordito;
l'azzurro s'incancrena con usura; non si
ricama
in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
Usura soffoca il
figlio nel ventre
arresta il giovane drudo,
cede il letto a vecchi
decrepiti,
si frappone tra i giovani sposi
CONTRO NATURA
Ad Eleusi
han portato puttane
Carogne crapulano
ospiti d'usura.
WITH USURA
wool comes not to market
sheep bringeth no grain with
usura
Usura is a murrain, usura
blunteth the needle in the the maid's
hand
and stoppeth the spinner's cunning. Pietro Lombardo
came not by
usura
Duccio came not by usura
nor Pier della Francesca; Zuan Bellin' not
by usura
nor was "La Callunia" painted.
Came not by usura Angelico; came
not Ambrogio Praedis,
Came no church of cut stone signed: Adamo me
fecit.
Not by usura St. Trophime
Not by usura St.
Hilaire,
Usura rusteth the chisel
It rusteth the craft and the
craftsman
It gnaweth the thread in the loom
None learneth to weave gold in
her pattern;
Azure hath a canker by usura; cramoisi is unbroidered
Emerald
findeth no Memling
Usura slayeth the child in the womb
It stayeth the
young man's courting
It hath brought palsey to bed, lyeth
between the
young bride and her bridegroom
CONTRA
NATURAM
They have brought whores for Eleusis
Corpses are set to
banquet
at behest of usura.
(*) La traduzione è di Mary de
Rachewiltz, figlia del poeta.
WITH USURA riprende un’invettiva
shakespeariana.
Giovanni Cutolo