...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

mercoledì 31 agosto 2011

De Magistris interviene alla fine della festività del Ramadan. Parole che condividiamo.



"Oggi ho partecipato, in piazza Mercato, alla cerimonia per la fine della festività del Ramadan. Una presenza, la mia, che voleva testimoniare quanto questa amministrazione abbia a cuore i principi democratici della solidarietà, dell’uguaglianza, dell’integrazione, della fratellanza. Questa amministrazione vuole rendere Napoli una "città aperta", estranea alla discriminazione per razza, colore della pelle, sentire religioso, costumi. Napoli deve essere specchio dell’articolo 3 della Costituzione, scritta dal sangue della Resistenza alla dittatura nazi-fascista. Abbiamo davanti a noi cinque anni di dialogo aperto e franco per fare di Napoli un esempio internazionale, per fare di Napoli una città capace di guardare al Nord Europa ma anche al sud del mondo, capace di aprirsi e di sostenere il vento di democrazia che proviene dal Nord Africa e dal Medio Oriente, dove popoli coraggiosi lottano per la libertà e per i loro diritti. Le porte del Comune saranno dunque sempre aperte e sempre saremo pronti al dialogo e al confronto."



Luigi de Magistris



Una bella, giusta ed opportuna iniziativa del nostro sindaco. Un plauso!






COMUNE DI NAPOLI IN PIAZZA CON LA CGIL !


riceviamo dall'ufficio comunicazioni di de Magistris e postiamo :


Il Comune di Napoli aderisce allo sciopero generale proclamato per il 6 settembre dalla Cgil. Alla manifestazione organizzata a Napoli, in rappresentanza del Comune, sarà presente con il gonfalone il vicesindaco Tommaso Sodano, essendo il sindaco Luigi de Magistris impegnato, quel giorno, alla Biennale di Venezia, come previsto da tempo. Secondo il sindaco “la manovra finanziaria del Governo, infatti, penalizza gli enti locali con pesanti tagli che li costringeranno ad incrementare le tariffe e le tasse oppure a diminuire le prestazioni nel settore del welfare e dei servizi pubblici. La manovra finanziaria, inoltre, insiste negativamente sul Mezzogiorno del paese e sulle fasce deboli, oltre a rappresentare un pericoloso vulnus ai diritti dei lavoratori in particolare con le misure introdotte dall'articolo 8 del provvedimento. Per questo -conclude de Magistris- ci auguriamo che il governo compia un'inversione di rotta, per questo sosteniamo le ragioni dello sciopero del 6 settembre”. Lo rende noto un comunicato dell'ufficio stampa del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.



Fonte : comunicazione.demagistris.it


martedì 30 agosto 2011

A proposito del video "Perchè siamo meridionalisti"






abbiamo inviato il post con il video (tratto dall'opera teatrale "Terroni") di D'Alessandro al nostro amico assessore Marco Esposito, che l'ha così commentato :




"Una nazione che non riesce a fare i conti con la propria storia non diventerà mai una patria!"





grazie Marco, sapevamo della tua onestà intellettuale. Le tue parole sono un'ulteriore tassello che ci conforta sulla scelta, da te promossa, del Partito del Sud d'appoggiare de Magistris e la sua giunta!

Partito del Sud - Napoli

lunedì 29 agosto 2011

L’Anci in piazza, Napoli c’è !


riceviamo dall'ufficio comunicazioni del sindaco e postiamo :


Oggi a Milano scendono in piazza i comuni per protestare contro la manovra economica del governo. Si tratta di una manifestazione indetta dall’Anci con l’obiettivo di raggiungere una revisione del decreto legge, attualmente al centro del confronto parlamentare, verso cui i sindaci hanno sempre palesato tutte le loro preoccupazioni. Preoccupazioni che hanno spinto a mantenere aperto il dialogo e il confronto con l’esecutivo nell’interesse dei cittadini e delle cittadine sulle cui spalle finiranno per pesare i quasi 6 miliardi di euro di tagli previsti dalla manovra verso gli enti locali (1,7 miliardi solo per i comuni nel 2012).

Scendere in piazza è una scelta frutto di una responsabile e attenta riflessione compiuta da noi amministratori, forse figlia anche delle ragioni storiche più recenti che hanno visto in passato gli enti locali ridotti al ruolo di ammortizzatori sociali e di parafulmine della politica economica nazionale e delle sue necessità di fare cassa, pur avendo contribuito solo per il 5 per cento al debito pubblico. La miopia di questo atteggiamento, però, appare evidente: tagliare a regioni, province e comuni significa infatti una crescita delle tasse e delle tariffe oppure una diminuzione dei servizi offerti ai cittadini da questi stessi. Settori come welfare, sanità, trasporti vedranno una contrazione dell’offerta e un danno per l’intera comunità.

La domanda che da amministratori ci poniamo è allora la seguente: è possibile che questa sia l’unica strada percorribile per rispondere alla crisi economica in atto? La risposta è no, un’altra via si può costruire e va percorsa. Si tratta di una manovra che preveda un vero e drastico abbattimento dei costi della politica e una lotta altrettanto drastica e vera all’evasione fiscale, perché sia finalmente strutturale e duratura. Una manovra che preveda forme di tassazione sui grandi patrimoni in rispetto del principio della giustizia sociale, in particolare in periodi di crisi durante i quali dovrebbe predominare il senso del sacrificio da parte di chi più guadagna o possiede.

Evitando di toccare i diritti dei lavoratori (art 8 della manovra), di scaricare sul pubblico impiego, di contrarre il welfare, di investire nelle spese militari a sostegno di operazioni senza respiro diplomatico, senza un chiaro quadro e un definito obiettivo politico.

Per quanto riguarda Napoli, quest’anno il Comune ha subito un taglio di 130milioni di euro e la manovra in discussione ne dovrebbe apportare un altro della stessa entità.

Complessivamente si tratta di una sforbiciata del 20 per cento dell’entrate correnti del Comune, alla quale si devono aggiungere i tagli in merito ai trasferimenti di fondi dalla Regione Campania e i 100 milioni di spesa di giugno.

Una situazione finanziaria che ci ha spinti ad approvare un bilancio difficile e che non definirei tanto nostro quanto figlio dell’amministrazione precedente, la quale ha determinato una condizione al limite del dissesto che ci ha obbligati a sacrifici impegnativi, che abbiamo cercato di tradurre in un taglio ai costi della politica (no auto blu, stipendi sotto i 3mila euro per gli assessori e di poco più di 4mila per il sindaco), nell’accorpamento delle partecipate e nella diminuzione del numero e dello stipendio dei membri dei loro cda, nella creazione di una task force per contrastare l’evasione fiscale.

Per questo, proprio in ragione di tali sacrifici e di tali decisioni, speriamo il governo possa rivedere il decreto, come pare orientato a fare in queste ultime ore prevedendo il dimezzamento del taglio agli enti locali e cancellando l’accorpamento dei piccoli comuni, che presentano costi minimi ma sono un patrimonio storico, turistico e politico che va difeso, diversamente dalle province che credo debbano essere abolite integralmente.

Oggi non potrò prendere parte alla manifestazione di Milano, rispetto alla quale ho delegato alla partecipazione un mio assessore, ma voglio manifestare l’appoggio di tutta la mia amministrazione e affermare chiaramente che Napoli c’è, è in piazza, è mobilitata con le altre città a difesa dei diritti dei suoi cittadini.


Luigi de Magistris


Fonte : comunicazione.demagistris.it

domenica 28 agosto 2011

Manovra iniqua: a Napoli aumento Irpef 1,22 punti, a Milano 0,28


riceviamo e postiamo :




di Marco Esposito Napoli,28 Agosto,2011



La manifestazione di protesta dell'Anci si tiene lunedì 29 agosto 2011 a Milano. I più agguerriti sono i sindaci dei piccoli Comuni del Piemonte che temono di essere declassati a frazione. Ma ad avere motivi per arrabbiarsi sono soprattutto i meridionali. E’ al Sud infatti che si concentrano i tagli del governo ai Comuni decisi con la manovra di Ferragosto.

Rinvio i numeri alla fine per non appesantire l’articolo. Per il 2012 a Milano il decreto prevede un colpo di forbici per abitante che è la metà di quello di Napoli. Perché? Non c’entra nulla l’efficienza, il rispetto del patto di stabilità e così via. E nella Costituzione non c’è traccia per giustificare un trattamento diseguale, visto che gli enti locali devono ricevere le risorse per coprire “integralmente” le funzioni loro assegnate. L’unica spiegazione plausibile è che il governo colpisce con mano più pesante chi è debole, perché immagina che la protesta dei deboli sarà flebile.

Ci sono argomenti quindi per aprire l’ennesimo scontro Nord-Sud; tuttavia a Milano i Comuni devono essere compatti e solidali perché unitario è l’interesse a far valere un articolo chiave della Costituzione, il 114, riformato esattamente dieci anni fa con il sì degli italiani al referendum del 7 ottobre 2001: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Regioni e dallo Stato”. E quindi lo Stato non può arrogarsi il diritto di decidere in solitudine.

I conti della manovra di Ferragosto permettono però di raccogliere altre informazioni interessanti. Il governo infatti concede ai Comuni la possibilità di aumentare l’addizionale Irpef in modo da coprire i tagli. Per pareggiare il taglio del 2012 a Milano serve una piccola addizionale sulle diverse aliquote Irpef. A Napoli invece l’aliquota addizionale dovrebbe crescere oltre il massimo di legge e quindi sarà impossibile Ma la battaglia non può essere solo politica. Come mai se a Napoli si introduce una tassa il gettito, e quindi il beneficio collettivo, è così basso? Per due ragioni: a Napoli c’è più evasione e a Napoli c’è meno ricchezza. Per uscire dal pantano occorre affrontare entrambi i temi. Sul fronte del contrasto al nero il progetto annunciato dal Comune di combattere l’evasione è due volte meritevole: per far cassa e per ragioni di equità visto che quando c’è da affrontare un sacrificio tutti devono fare la propria parte. Tuttavia la lotta all’evasione non permette a Napoli di pareggiare Milano, al Sud di raggiungere il Nord. I dati sul Pil comprensivi del sommerso vedono la città lombarda ricca il doppio di quella napoletana per cui con la sola lotta all’evasione e agli sprechi il Comune di Napoli non sarà mai florido come quello di Milano.fronteggiare i tagli senza intaccare i servizi.

La prima battaglia è quindi tutta politica: non è possibile che il governo costringa alcuni Comuni a mozzare i servizi sociali (chi aprirà le scuole?) mentre il federalismo fiscale prevede almeno sulla carta la lotta gli sprechi, non la fine in una sola parte del Paese dei servizi sociali fondamentali.

Ma la battaglia non può essere solo politica. Come mai se a Napoli si introduce una tassa il gettito, e quindi il beneficio collettivo, è così basso? Per due ragioni: a Napoli c’è più evasione e a Napoli c’è meno ricchezza. Per uscire dal pantano occorre affrontare entrambi i temi. Sul fronte del contrasto al nero il progetto annunciato dal Comune di combattere l’evasione è due volte meritevole: per far cassa e per ragioni di equità visto che quando c’è da affrontare un sacrificio tutti devono fare la propria parte. Tuttavia la lotta all’evasione non permette a Napoli di pareggiare Milano, al Sud di raggiungere il Nord. I dati sul Pil comprensivi del sommerso vedono la città lombarda ricca il doppio di quella napoletana per cui con la sola lotta all’evasione e agli sprechi il Comune di Napoli non sarà mai florido come quello di Milano.

La gran parte del divario tra il Sud e il Nord va colmata con azioni che favoriscano lo sviluppo economico e quindi la crescita della base imponibile, cioè della torta. Come? In una fase di crisi l’impulso alla crescita non può essere solo locale. Occorrono iniezioni di risorse dall’esterno. Con un uso pieno e intelligente dei fondi europei, certo. Con un incremento dei flussi turistici, ovviamente. Ma soprattutto contrastando i fattori che frenano la città e mettendo in vetrina le enormi potenzialità di una comunità ricca di intelligenze e di risorse territoriali inutilizzate.

Il 29 agosto quindi Milano e Napoli, i grandi come i piccoli Comuni, faranno fronte compatto per chiedere l’azzeramento dei tagli decisi dal governo. Ma Napoli è tutto il Sud sanno che per loro le sfide sono anche altre. Primo: va tenuta alta la guardia perché il federalismo fiscale sia quello previsto dalla Costituzione del 2001 e non una sua traduzione truffaldina. Secondo: occorre contrastare i nostri mali endemici a partire dalla mediocre fedeltà fiscale. Terzo: va vinta la sfida dello sviluppo ricordando a noi stessi e al mondo che se Napoli è uno splendido posto dove vivere non c’è nessuna ragione per cui non possa essere anche un meraviglioso posto dove lavorare.

Ed ora i numeri. L’addizionale comunale Irpef per legge può salire al massimo a 0,80% e quella di Napoli è già a quota 0,50%. Milano è ferma a zero perché potendo contare su molte risorse non ha mai avuto bisogno di utilizzare questa leva fiscale e quindi potrà compensare integralmente i tagli di Ferragosto portando nel 2012 l’addizionale da zero a 0,28%, con un beneficio in cassa di 79 milioni, cioè 61 euro per abitante. Ma cosa accade a Napoli? Portando la leva fiscale al massimo di legge e cioè da 0,50% a 0,80% la città partenopea ha un beneficio di soli 27 milioni sui 110 milioni del taglio e si ferma a una copertura del 24,6% ovvero meno di un quarto del necessario. Per coprire al 100% i tagli di Ferragosto l’addizionale dovrebbe salire di 1,22 punti dallDove i redditi sono ridotti, anche il gettito fiscale pro capite è modesto: dalle simulazioni dell’Ifel si deduce che a Milano un punto di addizionale Irpef porta nelle casse municipali 280 milioni di euro, traducibili in 220 euro per abitante, mentre a Napoli a parità di aliquota fiscale arrivano appena 90 milioni, cioè poco più di 90 euro per residente.

Dove i redditi sono ridotti, anche il gettito fiscale pro capite è modesto: dalle simulazioni dell’Ifel si deduce che a Milano un punto di addizionale Irpef porta nelle casse municipali 280 milioni di euro, traducibili in 220 euro per abitante, mentre a Napoli a parità di aliquota fiscale arrivano appena 90 milioni, cioè poco più di 90 euro per residente. La lotta all’evasione può far crescere quei 90 euro a 110 o forse a 120 euro. Ma il differenziale da 110-120 euro pro capite fino a 220 euro si intacca soltanto se la città diventerà più ricca.

(l'autore è assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli e sarà a Milano il 29 agosto come delegato del sindaco alla manifestazione dell'Anci)


Fonte : Marco Esposito

Perchè siamo meridionalisti




http://www.youtube.com/watch?v=1-_KabcRdfc&feature=feedu

Roberto D'alessandro, grande interprete di "TERRONI" spiega alla folta platea i 150 anni dell'unità d'Italia. L'opera è stata tratta dal libro di Pino Aprile. Vedere il video per capire perchè' siamo diventati meridionalisti.


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sabato 27 agosto 2011

De Magistris, i primi 100 giorni "Rifiuti, la mia prima vittoria"




Il sindaco fa un primo bilancio: "Qui meno omicidi di Roma e sulla differenziata vedrete che raggiungeremo gli obiettivi prefissati


di Dario Del Porto


«La rivoluzione è iniziata quando la gente ha cominciato a stringersi intorno al mio progetto di cambiamento. Da allora non si è più fermata. I napoletani ci credono». Palazzo San Giacomo, l’una del pomeriggio. La scrivania del sindaco de Magistris è piena di appunti e documenti. Il 9 settembre, la giunta taglierà il traguardo dei 100 giorni. Dunque è già tempo di primi bilanci. L’agenda è proiettata sulle prossime scadenze: il piano per la raccolta differenziata, la riforma della macchina comunale. Ma anche il rilancio della cultura e il varo di un’intesa ad ampio respiro con il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Sindaco de Magistris, qual è l’immagine più forte di questi primi tre mesi di governo?«Le strade liberate dai rifiuti. Ci siamo subito scontrati con l’emergenza e in tempi record siamo riusciti a risolverla definitivamente. È un risultato che forse è stato un po’ sottovalutato. Ma non era affatto scontato».Non è presto però per parlare di soluzione definitiva?«Abbiamo ereditato Napoli con 2500 tonnellate di rifiuti a terra. Se alla vigilia mi avessero detto che in meno di due mesi avremmo stipulato contratti con due città straniere e avviato rapporti stabili e fattivi con il governo nazionale in materia di ambiente forse non ci avrei creduto. Adesso si parte a settembre con il piano per la raccolta differenziata e con le navi dirette all'estero".

In campagna elettorale aveva parlato di differenziata al 70 per cento. Alla prova dei fatti questo traguardo non va rivisto?

«Sono certo che raggiungeremo tutti gli obiettivi prefissati. Naturalmente i tempi sono condizionati anche dalle risorse a disposizione. La giunta Iervolino ci ha lasciati senza un centesimo in cassa. Ma mi sento di confermare il cronoprogramma che abbiamo indicato».

I rifiuti sono spariti, ma Napoli è ancora degradata persino in alcuni luoghi simbolici come la Villa Comunale e la basilica di Santa Chiara.

«Ho trascorso in città tutto il mese di agosto e devo dire che a me è sembrata bellissima. Ma non mi nascondo, ogni indicazione critica è ben accetta. Affronteremo tutti i problemi, i giardini, le aiuole, le strade. Speriamo solo che il lavoro svolto venga messo in evidenza, senza dimenticare che siamo senza soldi e che alcune questioni dipendono anche da altre istituzioni».

Ad esempio quali?

«Penso alla sicurezza. Come sindaco sono pronto ad assumere le mie responsabilità, la polizia municipale sarà sempre più visibile e presente nelle strade. Però non è certo il sindaco il responsabile della sicurezza pubblica. Noi facciamo la nostra parte, mi aspetto il massimo di attenzione da parte di tutti».

Secondo lei Napoli è una città sicura?

«Ha i problemi di tutte le grandi capitali, basta vedere cosa sta accadendo a Roma dove il numero degli omicidi consumati dall’inizio dell’anno supera quello di Napoli».

La riforma delle società partecipate è il settore dove sta incontrando le maggiori resistenze?

«Ogni giorno e su tutto incontriamo resistenze, a cominciare dai rifiuti. Non c’è dubbio che la riforma della macchina comunale e delle partecipate vada a sconvolgere assetti consolidati addirittura prima dei due mandati della giunta Iervolino. Parliamo di situazioni che durano da quasi vent’anni».

Qualche testa però sarà tagliata.

«Ma non ci stiamo muovendo con lo spirito dello spoil system né con la cesoia Abbiamo due obiettivi: rendere efficienti i servizi e risparmiare. È evidente che alcune aziende non hanno fornito un servizio all’altezza delle aspettative ed è altrettanto evidente che si sono registrati troppi sprechi. Detto questo, chi ha ben operato ed è in sintonia con la linea del sindaco e della giunta sarà confermato».

Lei ha più volte insistito sul tasto dei soldi che mancano. Già batte cassa?

«Il problema delle risorse è reale. Ma se è vero che siamo senza soldi, è vero pure che il Comune di Napoli può disporre di un tesoretto: i suoi ventimila dipendenti. Dobbiamo valorizzare al massimo il personale che abbiamo avviando una nuova stagione di relazioni sindacali».

Su quali basi?

"La stagione degli incentivi a pioggia si deve chiudere. Preferisco il criterio della premialità attraverso accordi che prevedano incentivi collegati ai risultati: il quartiere più pulito, il parco più funzionale e così via. In Aspromonte il presidente del parco era allarmato per i roghi: appena lanciò un piano che prevedeva più soldi dove c’erano meno incendi le fiamme non si videro più. Ecco, il modello a cui ci ispiriamo è questo».

Napoli tornerà ad investire sulla cultura?

«Voglio rilanciare il ruolo internazionale della città. Una delle strade sono i grandi eventi come il Forum delle culture e gli altri appuntamenti già in cantiere. Dal primo gennaio sarò presidente del teatro San Carlo e la mia non sarà una presidenza notarile perché il Massimo è la perla di Napoli e dovrà essere valorizzata. Ho incontrato poche ore fa il maestro Roberto De Simone, stiamo lavorando sul Mercadante, il San Ferdinando e sul Pan. Inoltre, voglio che la città sia festosamente invasa dagli artisti di strada e stiamo preparando un’ordinanza ad hoc su questo».

I rapporti con il calcio Napoli e Aurelio De Laurentiis come sono?

«Sul piano personale molto buoni. Forse ci vedremo domenica per mettere insieme in cantiere una strategia complessiva per aiutare la città a decollare attraverso i suoi simboli, come possono essere il sindaco e la squadra del cuore. Detto questo, con gli uffici competenti e l’assessore ci sono colloqui su una serie di questioni come lo stadio».

Quali errori pensa di aver commesso in questi primi 100 giorni?

«Da quando sono stato eletto lavoro sedici ore al giorno. Ho preso tantissime decisioni, molte in fretta. E certamente avrò sbagliato qualche volta. Ma sono tutti errori figli del grande lavoro quotidiano».

Il successo elettorale resta per lei l’emozione più forte di questi tre mesi?

«Se parliamo di sensazioni, allora la più coinvolgente è quella di essere il sindaco della mia città. Questa è la linfa che mi scorre ogni mattina nelle vene».



venerdì 26 agosto 2011

America's Cup a Napoli, De Magistris: dopo faremo le bonifiche


Il sindaco mette a tacere le polemiche: evento irrinunciabile !


L'America's Cup è per Napoli una grande opportunità di sviluppo e rilancio: non può essere messa in discussione ma in nessun caso ritarderà la riqualificazione ambientale di Bagnoli anzi, produrrà un accelerazione dei tempi per il completamento della bonifica. Parola di Luigi De Magistris; il sindaco di Napoli ha voluto mettere a tacere le polemiche relative alla candidatura di Napoli come sede della World Series 2012-2013, l'evento che precede le regate della Coppa America di vela e che, salvo imprevisti, dovrebbe tenersi nello specchio di mare antistante la cosiddetta "colmata" di Bagnoli, nella parte ovest della città, dove una volta c'era l'area industriale dell'Italsider. Alberto Lucarelli, assessore comunale ai Beni comuni, dal canto suo, ha ribadito che l'intera città sarà chiamata a definire i dettagli dell'evento sportivo e della successiva riqualificazione della zona. "Nell'accordo ufficiale che verrà firmato a San Francisco con gli organizzatori dell'America's Cup - ha precisato - verrà inserita un'apposita clausola salva-bonifica che non ammetterà deroghe". L'organizzazione dei preliminari dell'America's Cup a Napoli prevede investimenti pubblici-privati per circa 3 miliardi di euro. Una somma ingente che potrebbe garantire alla città un ritorno positivo in termini economici, occupazionali e d'immagine.

Fonte : TMNews


mercoledì 24 agosto 2011

Avanti nel segno della solidarietà!



L'abbiamo già scritto, dichiarato, detto direttamente a lui, che una delle cose chi ci piace e più ci convince di de Magistris e della sua giunta è questo procedere nel segno dell'accoglienza e della solidarietà recuperando quei valori patrimonio della grande cultura napoletana.

Oggi 24/08/2011 il sindaco ha accolto altri 35 bambini africani a cui ha dato dignitosa sistemazione.

In antitesi alla xenofobia ed intolleranza instillata in questa degradata società italiana dalla Lega!

de Magistris ha dichiarato che vuole con sè chi ha la stessa visione del mondo.

Stia tranquillo sindaco, il Partito del Sud Le sarà sempre vicino su questi ed altri temi di uguale spessore etico e morale


Avanti così grande Luigi!


Partito del Sud - Napoli


Poteri forti : ipotesi di alleanze !




Ecco chi saranno gli alleati di Montezemolo se, come si vociferà, deciderà di scendere in politica!



SIETE AVVISATI !




MARCHIONNE CON MONTEZEMOLO : "Entra in politica? Lo sosterrei!"

"Non escludo faccia questa scelta, se così sarà, nonostante il mio consiglio sia di non farlo, avrebbe il mio appoggio"



questo signore (sic!) è lo stesso signore (sic!) del nuovo contrastato accordo per i lavoratori Fiat di Pomigliano d'Arco e della dismissione della Iribus!

Meditate meridionali meditate!


Partito del Sud - Napoli

de Magistris : Libia, ultima chiamata per la democrazia






Dopo quarant'anni di dittatura la Libia è stata liberata.
La rivoluzione libica ha spazzato via la dittatura di Gheddafi e ha dato alla popolazione la speranza di costruire uno stato democratico, unito e di diritto.

La liberazione da Al Quaid (che significa 'la Guida', così si faceva chiamare il dittatore) è un'opportunità per il popolo libico.

Un'occasione per uscire dal buio di anni di violenze, inganni e soprusi per provare a rivedere la luce e la speranza di un futuro tutto da scrivere.

In questi anni abbiamo assistito a inaccettabili reverenze da parte di tanti capi di stato dei governi 'occidentali', desiderosi di concludere affari d'oro con 'l'amico' Gheddafi (qualcuno gli ha messo a disposizione intere città, qualcun altro, come testimoniano foto storiche, si è persino spinto a baciargli la mano).

Oggi anche per i Paesi del Nord Africa il vento è cambiato.

Siamo a un passo dalla capitolazione di questo sistema affaristico di relazioni internazionali e mi auguro che questo sia l'inizio di una nuova storia per il popolo libico. Un nuovo corso in cui le grandi potenze mondiali non trasformino questo momento in una spartizione delle risorse di quel territorio.

Spero che il destino e il futuro della Libia vengano decisi dai libici e che questi giorni non segnino l'ennesima corsa al petrolio, alla speculazione e agli affari.

Il compito dell'Europa e degli altri Paesi del mondo è quello di aiutare le nazioni in difficoltà e gli stati che vogliono diventare una democrazia compiuta per realizzare uno sviluppo compatibile con il territorio, la cultura e l'ambiente e per dare l'avvio a un processo che porti alla piena realizzazione di uno Stato democratico che abbia fondamenta solide.

E' il momento, dunque, in cui deve tramontare la collusione degli affaristi per dare l'inizio di una sana e solidale cooperazione tra Nord e Sud del Mondo.

Per questo vorrei che Napoli si ponesse come punto di riferimento internazionale, luogo di congiunzione tra Bruxelles e il sud del mondo, crocevia con quei teatri di straordinario e sorprendente fermento e voglia di cambiamento che, in queste settimane, l'Africa ha dimostrato di essere a tutto il mondo.

Sto preparando per la prossima primavera un summit di tutti i Paesi appartenenti all'area del Mediterraneo e dell'America Latina, al quale inviterò i movimenti, le associazioni e i partiti che hanno voglia di cambiamento e democrazia.

Per dare loro la spinta e il coraggio necessari a affinché il vento del rinnovamento soffi nella direzione della libertà e dei diritti civili.


Luigi de Magistris




martedì 23 agosto 2011

L'Italia unita? Meglio con i Borbone!



La provocazione nell'ultimo saggio dello storico inglese David Gilmour : " Il Diritto al Sud era superiore a quello piemontese. Peccato non sia nato uno Stato Federale. Forse ora ci sarebbero meno problemi".


di Roberto Bertinetti


Da tempo l'Italia è oggetto delle indagini di David Gilmour, tra i migliori storici britannici che nel 1988 dedicò una biografia a Giuseppe Tommasi di Lampedusa. Il passato e il presente della penisola sono al centro di The Pursuit of Italy (La ricerca dell'Italia), saggio uscito a Londra per Allen Lane in cui si esaltano le differenze tra le diverse regioni. "La cultura italiana è cresciuta nel corso dei secoli grazie alla rivalità tra comuni vicini" afferma deciso. E a sostegno della sua tesi cita il caso di Siena, "dove i governanti decisero di oscurare la gloria di Firenze costruendo la più grande cattedrale della cristianità e in virtù dell'obiettivo che si erano dati crearono le condizioni per uno sviluppo altrimenti impensabile".

Quindi a suo avviso non è corretto parlare di comune identità italiana, almeno sotto il profilo culturale?

"Per fortuna non esiste niente del genere. Credo che la pluralità costituisca il punto di forza della cultura italiana. E' evidente a tutti la distanza che separa sotto il profilo architettonico le chiese e i palazzi in stile romanico di Pisa o di Lucca dalle cattedrali di Bari e di Trani. E non si tratta certo dell'unico esempio. Nel Regno Unito ha purtroppo messo le radici la tendenza opposta : una cattedrale gotica nel Nord è identica a una del Sud. E' un limite che non siamo riusciti a superare".

L'assenza di un'unità culturale ha pesato in maniera negativa sulla nascita dello Stato Italiano?

"Sono certo che gli italiani dell'Ottocento volevano un paese unito ma su basi diverse. Il miglior modello di riferimento, secondo me, era quello federale messo a punto da Carlo Cattaneo, ovvero uno Stato capace di rispettare e di esaltare l'oggetività diversa delle popolazioni e la loo storia. Penso che i napoletani si sarebbero mostrati più leali nei confronti dell'Italia dopo il 1861, se fosse stato consentito loro di mantenere il sistema di regole messo a punto dai Borbone, decisamente superiore a quello dei piemontesi".

Come giudica l'Italia di oggi?

"E' senza dubbio un paese alle prese con grossi problemi. Tuttavia non vedo rischi d'una crisi irreversibile sotto il profilo della dinamicità culturale. Mi sembra piuttosto che la classe dirigente non sia all'altezza delle sfide da affrontare, delle emergenze che frenano il vostro sviluppo: un'eccessiva corruzione, il dilagare della criminalità e il dissesto del territorio causato da una colpevole assenza d'interventi a tutela dell'ambiente. Mi domando se uno Stato su base federale sarebbe migliore. Forse, ma non è assolutamente detto".


Fonte : il Venerdì di la Repubblica del 12 Agosto 2011


lunedì 22 agosto 2011

Rossi (Asia): Napoli è di nuovo capitale europea e mondiale !




Il presidente dell'azienda per la raccolta dei rifiuti a Napoli, ringrazia i cittadini per l'impegno profuso per ripulire la città, e ora parola alla differenziata.








NAPOLI - Raphael Rossi, neo presidente di Asia Napoli, torna aull'argomento città pulita, in una nota diffusa dall'azienda. "Ho iniziato la mia presidenza due mesi fa con la convinzione che restituire decoro e pulizia a Napoli significasse innanzitutto riscoprirne la bellezza e fare in modo che i cittadini e i turisti di tutto il mondo potessero apprezzarla pienamente durante l'estate".

"In questi primi due mesi da presidente di Asia - continua la nota - ho visto molti lavoratori dell'azienda impegnarsi costantemente per liberare la città dai rifiuti. Ho incontrato moltissime persone disponibili a fare di tutto per riportare Napoli a essere una capitale europea e mondiale. Abbiamo così potuto goderci un Ferragosto 'da cartolina', ricevendo i complimenti di tanti turisti. E anche di tanti cittadini".

Nella pulizia della città, prosegue Rossi, "abbiamo potuto contare sull'imprescindibile collaborazione dei cittadini. Ho conosciuto di persona numerosi napoletani che si impegnano ogni giorno osservando le indicazioni fornite per la gestione dei rifiuti. In tanti rappresentano esempi virtuosi che facilitano il lavoro di tutti. Sono cittadini che aderiscono ai nostri valori e a principi più generali di convivenza sociale. Certo sappiamo anche che ci sono persone non così interessate al bene della città, che si comportano in modo irrispettoso del senso civico, dell'ambiente e delle norme. Stiamo mettendo in campo strumenti nuovi per informare e coinvolgere anche loro, motivandoli a cambiare abitudini".

"Esistono sanzioni pesanti per comportamenti scorretti: in questo senso con il Comune stiamo attivando opportuni strumenti di controllo e prevenzione". Adesso è necessaria "l'estensione del programma di raccolta differenziata porta a porta che coinvolgerà nei prossimi mesi un totale di 325mila napoletani, quasi 200mila in più rispetto alla situazione attuale. Un progetto che continuerà per il prossimo anno fino a coprire con il servizio porzioni sempre maggiori del territorio. Questo genererà enormi benefici per la Campania intera, perchè significa aumentare la quantità di rifiuti che anzichè essere tali, possono tornare a essere considerati materie prime per processi di riciclo. Evitando perciò di inquinare attraverso discariche e inceneritori".

"Ringrazio ancora una volta tutti i protagonisti di questo primo successo per Napoli: i cittadini, i lavoratori di Asia, il Comune e gli enti di Provincia e Regione con cui cooperiamo per l'intero ciclo di gestione dei rifiuti. Siamo in tanti ad aderire a un progetto ambizioso per la città. Ora Napoli è bella e splendente. Di fronte a tale bellezza devono crescere la passione, l'impegno civico e il senso di responsabilità di tutti i cittadini napoletani. Ognuno di noi impegnato a non tradire e sporcare Napoli per godere dell'incanto di questa città unica al mondo, come turista o come cittadino appena rientrato dalle ferie".



Fonte : Napolicentro


domenica 21 agosto 2011

La manovra bis




Una critica seria e severa all’ultima manovra finanziaria del Governo è venuta a nostro avviso da Antonio D’Amato , ex leader di Confindustria, che negli ultimi mesi è più volte intervenuto sui media con condivisibili considerazioni dure e profonde, sia sulle problematiche di Napoli che del paese. Critiche certo non dettate dall’intento Devono essersi resi conto che cancellare indiscriminatamente i piccoli Comuni che hanno fatto la vera storia d’Italia, oppure enunciare provvedimenti illegittimi e illiberali come negare ai lavoratori i propri diritti acquisiti, il TFR o la tredicesima; siano misure assurde e veramente inapplicabili senza un reale rischio insurrezione. Si tratta a nostro avviso di misure “incredibili”.demagogico di raccogliere facili consensi, ma di apportare la sua preziosa esperienza nell’esame della situazione. Queste hanno confermato come il Sud è stato nuovamente ulteriormente penalizzato nei tagli e nulla viene previsto per rilanciarne lo sviluppo. Anzi a parere di D’Amato la manovra viene incontro ad una secessione di fatto cui contribuirebbe l’ impossibilità delle regioni del Mezzogiorno di utilizzare i fondi europei per mancanza di risorse proprie con cui cofinanziare gli investimenti. A questo si accompagnerebbe un aumento dell'emarginazione sociale nei grandi centri ed una marginalizzazione di quelli periferici.
Dopo la firma del Presidente della Repubblica, per qualche giorno è sembrato che la Ue ed i mercati avessero voluto credere “acriticamente” alle enunciazioni raffazzonate fatte dall’Esecutivo per “governare” l’ulteriore stato di crisi. Misure criticate senza troppe convinzioni da parte dell’opposizione ed accettate per buone da altra parte della stessa.

Da ieri le borse hanno ripreso a precipitare, Milano ha registrato un tonfo dell’indice di oltre 6 punti e mezzo.

Devono essersi resi conto che cancellare indiscriminatamente i piccoli Comuni che hanno fatto la vera storia d’Italia, oppure enunciare provvedimenti illegittimi e illiberali come negare ai lavoratori i propri diritti acquisiti, il TFR o la tredicesima; siano misure assurde e veramente inapplicabili senza un reale rischio insurrezione. Si tratta a nostro avviso di misure “incredibili”.

Non mi pare che sulle testate nazionali si siano fatte le opportune riflessioni a riguardo dell’assurdità di negare ai lavoratori la tredicesima, che è parte integrante del salario annuale spettante, se i manager delle imprese o enti per cui lavorano mancano i loro obiettivi ?. Che senso ha?

Una soluzione rapida per fare soldi potrebbe essere: sospendere lo stipendio ai 900 inutili e perniciosi deputati e senatori della repubblica (la minuscola è d’obbligo) in carica; ridurre ad una sola la pensione versata agli eletti (deputati e senatori) degli ultimi 30 anni che ne percepiscano più di una, e poi questa ridurla ad un terzo dell’importo, ivi compresi i vitalizi. La motivazione c’è! Seppure i parlamentari in pensione non potrebbero essere accusati di essere responsabili della crisi internazionale, è a loro facilmente attribuibile la “responsabilità oggettiva” di aver concorso fattivamente a generare l’attuale esorbitante debito pubblico-

20 Agosto 2011 Emiddio de Franciscis di Casanova - Partito del Sud Napoli

LA LIBIA, UNA GUERRA NEL SILENZIO

La Libia continua a vivere nell'instabilità politica e sociale avvolta dalla coltre del silenzio internazionale.

Dimenticato dai media ed escluso dall'interesse diplomatico mondiale, il popolo libico continua a vivere il dramma di una guerra combattuta anche dalle forze militari del nostro Paese. Senza ipocrisia politica e con senso di responsabilità istituzionale, infatti, sarebbe opportuno che tutti noi ammettessimo la verità di quanto si sta consumando a danni del popolo libico: da mesi l'Italia bombarda la nazione che per anni è stata sottoposta alla tirannide di Gheddafi, aggiungendo sofferenza e mortificazione ad una comunità che ha già pagato un prezzo salatissimo in termini di diritti umani, libertà civili, sviluppo e crescita. Questa guerra, che vede protagonisti anche i nostri militari, è determinata non solo dagli interessi economico-finanziari nostrani, ma anche (e forse soprattutto) da quelli di altri paesi europei che da sempre guardano con occhi affamati il Nord Africa e sulle cui spalle pesa la macchia passata di forme ingiuste e barbariche di colonialismo.

Così le nostre forze armate sono chiamate a combattere un conflitto per conto terzi, in un contesto nazionale di profonda crisi economica, come dimostra la manovra impegnativa approvata dal governo. Non per retorica, ma la domanda che si pone è perchè tutto questo accada e accada nel silenzio politico generale.

Come mi è stato confermato in diversi contesti e da diverse fonti, come dimostrano i rapporti delle ong e delle associazioni per la pace, ogni caccia bombardiere italiano in missione non costa meno di 100 mila euro. Denaro pubblico che si aggiunge ad ulteriori spese, come quelle delle basi per le operazioni di bombardamento e simili.

Questa politica militare dispendiosa, che danneggia anche gli interessi delle imprese italiane che in Libia hanno investito, è una offesa agli italiani a cui vengono imposti il rigore, la crescita delle tasse o delle tariffe, la svendita dei beni comuni.

Una offesa agli italiani costretti a subire una manovra economica "lacrime e sangue" di risposta ad una contingenza economica difficile. Questa politica militare, dunque, grava sulle spalle del nostro paese e sulle spalle del popolo libico, vittima inaccettabile di una inaccettabile omertà internazionale, senza che almeno ci sia un quadro diplomatico chiaro, senza che sia noto l'obiettivo politico, senza che sia conosciuto il vero scenario del conflitto. Il ministro della Difesa La Russa dovrebbe chiarire e il parlamento assumersi l'onere di un dibattito serio sulle missioni internazionali costantemente rifinanziate senza una riflessione adeguata e una adeguata sincerità politica.

La Siria e il regime in decadenza di Assad sono, in queste ore, al centro del biasimo americano ed europeo, mentre si paventano sanzioni pesanti da parte dell'ONU in sede di Consiglio di sicurezza su sollecitazione del Consiglio dei diritti umani, alla luce dei 2mila morti in 5 mesi da parte delle forze di sicurezza. In Medioriente riprende (perchè mai cessata) la violenza israelo-palestinese.

Pochi mesifa, invece, il movimento civile di liberazione in Egitto e Tunisia. Il Nord Africa e il Medioriente ci impongono una riflessione seria sul nostro ruolo (compreso quello dell'Ue) anche sotto il profilo dell'impegno militare in scenari di conflitto poco chiari e ambigui, perchè ci impongono il sostegno alla democratizzazione senza ridurla al protagonismo delle armi. Per questo sono convinto della necessità di un confronto parlamentare e politico che parta dalla nostra politica estera e che veda l'Italia promotrice di un confronto anche in sede europea e internazionale.

Per questo sono convinto nel promuovere a marzo, a Napoli, un summit sul Mediterraneo come nuovo laboratorio democratico che riunisca movimenti, associazioni e partiti che hanno cercato e stanno cercando la strada della libertà e del diritto, sperando nel nostro sostegno che certo non vogliono avvenga in forma militare o di neocolonizzazione.


Fonte : Luigi de Magistris


venerdì 19 agosto 2011

Lega contestata, Bossi “scappa” nella notte !





Dopo due giorni di insulti e proteste, il leader del Carroccio decide di lasciare il Cadore. "Brutto, brutto, brutto: andiamo via", si sfoga con pochi intimi all'interno di un hotel Ferrovia blindato. Il clima è talmente pesante che la cena per il 64esimo compleanno di Tremonti è spostato all'ultimo secondo nella baita a Lorenzago del ministro dell'Economia.


Brutto, brutto, brutto: andiamo via”. Umberto Bossi nella notte decide di lasciare l’hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore per timore di altre proteste. Ci sono voluti due giorni di contestazioni dell’ormai ex popolo leghista bellunese e decine di insulti dei passanti, per far comprendere al leader del Carroccio che la base ha superato il limite di sopportazione. Tornare indietro ora è difficile. Da contadino della politica quale è, Bossi ha compreso che non può più salvarsi dal Titanic: affonderà insieme a Silvio Berlusconi.


Mercoledì sera ha dovuto cancellare il comizio in piazza per timore delle proteste leghiste, capitanate dal presidente della Provincia di Belluno che si è presentato con la bandiera dell’ente listata a lutto. Ieri ha ricevuto insulti dalle auto che passavano davanti all’albergo. Si è nascosto per tutto il giorno all’interno insieme a Roberto Calderoli. E i dieci minuti che è uscito per accogliere l’amico Giulio Tremonti, i tre sono stati costretti a farsi circondare da una decina di uomini della scorta.

Prigionieri a casa loro. Tanto che ieri sera la tradizionale festa di compleanno del ministro dell’economia all’hotel Ferrovia è stata trasferita all’ultimo minuto (nella speranza di depistare proteste e giornalisti) nella baita di Tremonti a Lorenzago. La stessa baita dove i quattro saggi del centrodestra stilarono il federalismo che fu poi bocciato dagli elettori con il referendum.

Le proteste fanno male. Anche ieri per tutto il giorno è stato un continuo susseguirsi di manifestazioni e contestazioni davanti all’albergo. Dal sindaco Pdl del Comune di Calalzo al presidente provinciale di Confcommercio, dagli ex leghisti e autonomisti, al Pd ai cittadini. Qui era impensabile fino a pochi mesi fa che qualcuno potesse criticare il Capo. All’hotel Ferrovia di Gino Mondin era un continuo pellegrinaggio di complimenti, mani da stringere, baci e foto ricordo tutti sorridenti col ministro leghista di turno. Dalle macchine che passavano davanti all’albergo è sempre stato un “viva Bossi, viva la Lega”. Da due giorni invece la strada è piena di contestatori e manifestanti. E dalle auto il conducente più delicato gli ha gridato contro “cialtrone”.

Il livello di sopportazione è ampiamente superato, ma la realtà non ha ancora preso forma nella mente del Carroccio. Il nervosismo è palpabile. A un giornalista della Rai regionale che lo segue imperterrito persino all’inaugurazione di una piccolissima centrale elettrica, Bossi si mostra molto infastidito. “Vaffanculo, siete anche qui”.

Così, dopo essersi nascosto per tre giorni, Bossi sceglie di scappare. Lo fa di notte. Mentre cenava nella baita, poco dopo le una di questa mattina, i sei uomini della scorta del leader leghista hanno pagato il conto dell’albergo (che era prenotato per Bossi fino a venerdì), fatto le valigie, caricato le macchine. Poi sono andati a prelevare il Capo e lo hanno portato lontano dalle contestazioni. Presumibilmente a Gemonio, a casa sua. Dove almeno una bandiera della Lega rimarrà alta: quella che ha nel suo giardino.

A ripercorrere gli eventi di questi tre giorni appare evidente come la Lega deve fare i conti con una inaspettata realtà: non ha più il polso del territorio. La base è stanca, non ne può più di leggi ad personam, nuove tasse. Da mesi gli elettori del Carroccio chiedono a Bossi di staccare la spina al governo e lasciare Berlusconi. La base lo ha chiesto talmente ad alta voce attraverso i canali consueti, che il Carroccio invece di dialogare con i malpancisti, ha preferisco censurarli chiudendo persino gli interventi liberi a Radio Padania. Ora è troppo tardi. Berlusconi non si può più scaricare. Ed è lo stesso Senatùr ad averlo compreso. “Silvio ha vinto grazie a noi e ora noi perdiamo grazie a lui”, si è confidato in uno sprazzo di spietata lucidità. Il gioco è finito. Le proteste fanno male. Meglio tornare a casa, durante la notte. Al buio, di soppiatto, senza farsi vedere da nessuno.


Fonte : il Fatto Quotidiano


giovedì 18 agosto 2011

Mariuoli di mestiere : l'ultimo scippo della Lega! Reagisce il Consiglio Comunale di Napoli !



QUESTO E' IL FEDERALISMO VOLUTO DALLA LEGA LADRONA !

Il SOLE 24 ORE di Domenica 31 Luglio 2011 conferma che a far data dal primo Gennaio 2012, Alenia Aeronautica cambierà la propria denominazione sociale in Alenia Aermacchi e sposterà la propria sede legale da Pomigliano d'Arco a Venegono Superiore, in provincia di Varese. Le tasse finiranno li, è solo per questo, semplice. Soliti meccanismi da 150 anni.

l'ennesimo colpo teso alla depauperazione del Sud! Come da consolidate abitudini. Nonostante l'Alenia di Pomigliano d'Arco abbia tra i tecnici più preparati d'Italia e debba già da tempo sottostare a decisioni e commesse orientate agli interessi del Nord. Perchè ? :


1) perchè gli fa comodo depauperare il Sud per poter continuare a dire che da noi non c'è industria e nè la sappiamo fare!

2) perchè ovviamente fa loro comodo avere le leve del comando;

3) perchè l'iva venga considerata e registrata al Nord, con benefici notevoli nel calcolo delle tasse, nel truffaldino federalismo fiscale proposto dalla Lega!


il Consiglio Comunale di Napoli, nel rinnovato spirito meridionalista, reagisce :


Alenia Aeronautica, la preoccupazione del Consiglio Comunale di Napoli.Il Consiglio Comunale di Napoli ha approvato all'unanimità un ordine del giorno sottoscritto da tutte le forze politiche e che vede come primo firmatario il Presidente Raimondo Pasquino, con il quale si esprime preoccupazione per lo "spostamento dell'asse decisionale di Alenia aeronautica verso regioni del nord" e "sostegno per i livelli occupazionali".


chissà come è che Brunetta la casa se l'è costruita a Furore e si sia sposato a Ravello, e non abbia pensato di fare il tutto a Venegono Superiore (Varese) ?



Partito del Sud - Napoli



mercoledì 17 agosto 2011

Sul quotidiano "La Discussione" oggi in edicola intervista con Andrea Balìa: A Sud c'è chi vuole la nascita di uno Stato Federale



ecco a pag. 11 del quotidiano " la DISCUSSIONE" (fondato nel 1946 da Alcide De Gasperi)l'intervista di Carmine Alboretti ad Andrea Balìa sul progetto di Federalismo Costituzionale Unitario del Partito del Sud. Potete leggerla anche su ladiscussione.com


il testo dell'intervista :


A Sud c’è chi vuole la nascita di uno Stato federale
La creazione di una macroregione meridionale autonoma aiuterebbe a colmare il divario con il Nord

Una regione unica tra Abruzzo e Molise
Se ne parla da molto. Adesso i tempi sembrano maturi
per un ritorno all’assetto del Regno delle due Sicilie

Nel Mezzogiorno c’è chi
guarda con favore all’idea
di dare vita una macroregione
per poter avere più
voce in capitolo sia sul piano nazionale
che comunitario, soprattutto per attrarre
investimenti. Per il Partito del Sud si
tratta di una priorità. Lo ribadisce il vicepresidente
nazionale Andrea Balìa,
che cita il volume “Un paese troppo
lungo” di Giorgio Ruffolo, politico,
economista e storico, secondo il quale la
promozione di uno Stato federale del
Mezzogiorno sarebbe, senza dubbio,
un obiettivo strategico.
«La visione ispiratrice del progetto -
spiega Balìa- è quella del federalismo
unitario, di un grande patto fra il
Nord e il Sud del Paese, posti sullo
stesso piano autonomista, e volto a
superare il distacco tra le due parti del
paese, ricongiungendole in un’unità
superiore». «Lo Stato federale del
Mezzogiorno - continua - nuovo soggetto
politico e istituzionale, posto al
centro del Mediterraneo, nasce per
misurarsi strategicamente
con questa
sfida: impegnarsi in
una politica di europeizzazione
del Mediterraneo,
equilibrando
la spinta che
l’Unione Europea riceve
dai paesi dell’Europa
orientale».
A detta del nostro
interlocutore questo
sarebbe «un federalismo
serio», da contrapporre
«a quello
portato avanti dalla
Lega Nord che, in
realtà, vuole lasciare
tutte le Regioni nello
stato in cui si trovano,
e dunque con
l’intento di lasciare
inalterato l’attuale
divario esistente
tra il Nord e il
Sud».
La soluzione prospettata dal Partito
del Sud sarebbe quella di uscire dal regionalismo
odierno perchè "decreta"
una frammentazione anche di natura
economica che non permette una crescita
egualitaria tra le regioni».



carmine alboretti


Fonte : la Discussione del 17/08/2011


martedì 16 agosto 2011

De Magistris: «Ecco le teste che taglierò. Basta errori, cambio tutto»


Luigi Roano


NAPOLI - Da Obama, «arriverà, arriverà»; alle partecipate «a dicembre cambierò tutti i manager»; passando per il Forum delle culture e la Coppa America «grandi opportunità che sfrutteremo». Con al centro di ogni suo pensiero i rifiuti e la soddisfazione «di avere Napoli pulita in pieno agosto». Di più, il rilancio sulla differenziata: «Entro fine anno ci sarà il cento per cento del porta a porta». Il sindaco Luigi de Magistris è gasato, dopo la breve vacanza con la sua famiglia già oggi sarà in città per riprendere il discorso amministrativo appena iniziato.

Allora sindaco Ferragosto è tempo di bilanci, qual è il suo?


«Due mesi di lavoro intenso, 14-16 ore al giorno con la gradita sorpresa di avere scoperto che la giunta ha i miei stessi ritmi. C’è grande partecipazione, il Comune detta i tempi della politica sul territorio. Tutti hanno capito che vogliamo riempire il vuoto che abbiamo trovato all’atto dell’insediamento. Settembre però è determinante, decisivo per consolidare almeno due punti del programma».

Quali?


"L’uscita definitiva dall’emergenza con i rifiuti spediti all’estero. Oggi Napoli è pulita non c’è un sacchetto a terra, siamo vicini a quota zero e non era scontato che ciò accadesse. È un fatto enorme. Poi il piano per la mobilità, rafforzeremo le ztl, andremo anche sui Quartieri spagnoli per puntare poi al 2012 con la chiusura del Corso Umberto».


Procediamo con ordine, perché il discorso rifiuti anche a cassonetti vuoti tiene comunque banco. Basteranno le spedizioni all’estero per tenere Napoli pulita?


«Scontiamo ritardi paurosi sull’impiantisca, non è solo la questione differenziata, chi ci ha preceduto non ha dotato la città di nulla. Ma noi riusciremo a tenere Napoli pulita. C’è grande mobiltazione dei napoletani».

Sempre sicuro che entro fine anno avremo il 70 per cento della differenziata?


«Sì, se il governo sblocca i fondi e credo che lo farà, entro il 31 dicembre avremo tutta la città coperta dal porta a porta. Nel nostro cronoprogramma sui rifiuti siamo avanti».

L’inceneritore, il Comune continuerà a dire no malgrado la sentenza del Tar e la legge che lo prevede?



«Siamo già nella fase del superamento dell’inceneritore, non c’è nessuna legge che lo impone ma solo un bando di gara del presidente Stefano Caldoro. A Napoli est si dovrebbe bruciare la spazzatura di tutta la regione. Noi dimostreremo con i fatti che l’inceneritore non serve per pulire Napoli. In seconda battuta il Comune agirà in tutte le sedi - anche giuridiche - per difendere il suo no a quell’impianto costoso e dannoso». Non ci sono i sacchetti ma Napoli ha bisogno di molto altro per riconquistare il volto di una città normale. Cosa intende fare? «Intanto siamo intervenuti a Piazza Garibaldi, ne vado molto fiero. Ora quel luogo ha una maggiore dignità è la porta di una città che deve tornare a recitare il ruolo di capitale mondiale. Realizzeremo un’area mercatale attrezzata dove chi desidera mettersi in regola può accedere. Penso a via Bologna. Ne faremo altre per dare modo agli ambulanti di regolarizzarsi. La prossima tappa sarà via Roma. È intollerabile che per le vie della città e - persino sui marciapiedi - si possano fare traffici illegali. Napoli non deve essere più vista nell’immaginario collettivo come capitale della monnezza ma capitale di un’esperienza ambientale e sociale e umana di primo livello».


Settembre decisivo e il resto dell’anno?


«Cambieremo i manager di tutte le partecipate entro dicembre. Siamo già intervenuti per incorporazione, è il caso della mobilità con Napolipark e Anm. Ci sarà la fine della lottizzazione partitocratica e riguarderà tutte le nostre aziende».

Che fa indossa di nuovo la bandana per scassare?


«Questa amministrazione si vuole caratterizzare non per lo spoil system, non vogliamo essere Attila che cancella tutto. Però vogliamo cambiare molto e mettere volti nuovi. Dobbiamo cambiare Napoli ed è legittimo che nelle società strategiche ci mettiamo persone che hanno lo stesso nostro modo di sentire il mondo. Cambieremo anche i nomi ad Asìa e Bagnolifutura».

A proposito, l’area occidentale sarà teatro della Coppa America e del Forum delle culture, due grandissimi eventi. Come vanno le cose con la Bagnolifutura?


«Cambieremo molto la Bagnolifutura, anche la missione sociale. Penso a forme di azionariato popolare. Verso la Stu rimangono intatte le critiche su quello che è stato fatto e soprattutto su quello che non è stato fatto. Ora sono il sindaco ho monitorato ci sono opere ormai finite servono pochi soldi che deve sbloccare la Regione spero lo faccia presto».

Per esempio?


«Trovo assurdo che il parco dello sport rischi di essere vandalizzato, così come il centro benessere che io non avrei fatto, ma giacché c’é non lo sprechiamo». Il Forum delle culture a che punto è? «È uno di quegli eventi su cui mi sto concentrando. Non nascondo di avere ereditato una situazione insoddisfacente. La Regione ancora non ci ha detto quanti soldi mette ed è necessario per programmare. E la stessa Fondazione non ha avuto l’apertura di orizzonti che merita un simile evento. Entro il mese ci saranno novità importanti. Il sindaco si prenderà le responsabilità in prima persona». La Coppa America di vela. Nella sua parte politica ci sono molti mal di pancia. «È sbagliato. L’obiettivo per Bagnoli è la riqualificazione ambientale. Con la Coppa America, oggi gli organizzatori dovrebbero ufficializzare Napoli come sede, non ci sarà un solo impianto che al termine della manifestazione non sarà rimosso. Con i soldi che si muoveranno intorno all’evento creeremo posti di lavoro e tireremo fuori i fondi per eliminare la colmata. Con me sindaco ogni napoletano dovrà girare il mondo orgoglioso di sentirsi napoletano. Altro che capitale della monnezza. La mia elezione a sindaco a livello internazionale ha ridato credibilità alla città anche per questo arrivano grandi eventi».

I rapporti con Berlusconi come sono?


«Con il governo in generale il rapporto è molto buono, con tutti i ministri che ho incontrato c’è stata subito intesa. Poi in particolare con la presidenza del Consiglio, con il sottosegretario Gianni Letta e Palazzo Chigi abbiamo aperto una nuova stagione con un dialogo di alto profilo istituzionale»


C'è la sensazione che lei abbia in qualche modo tranquillizzato l’opposizione, forse se opposizione c’è, esiste solo nel centrosinistra. Mica male.


«Avverto questa sensazione di fiducia nei miei riguardi e ne vado fiero. Ho sempre detto che sarei stato il sindaco di tutti. Ora che lo sono a maggior ragione sento questa responsabilità». E con il Pd sempre porte aperte? «A livello nazionale rapporti buoni, anzi sono migliorati molto. Insieme dobbiamo lavorare per sconfiggere Berlusconi e trovare un’alternativa politica al centrodestra. A livello locale non mi sfugge il dato che una parte del partito godrebbe di miei eventuali errori. Ma si tratta dei vecchi dirigenti. Il dialogo con Enzo Amendola e Andrea Orlando è apertissimo».


La domanda è obbligatoria. Tra due anni si voterà per il Parlamento e nel centrosinistra le idee sono poche e confuse. Ha fatto un pensierino a Palazzo Chigi?


«Nei prossimi 5 anni qualunque cosa accada e qualunque proposta avrò e qualsiasi consiglio mi daranno farò il sindaco di Napoli. In secondo luogo voglio lavorare per la costruzione di un nuovo modo di fare politica nazionale e lo voglio fare da Napoli e a Napoli. Un modello liberale e socialista che tuteli il mercato ma soprattutto le persone con una distribuzione equa della ricchezza». Il suo modello, Barack Obama, verrà a Napoli davvero? «L’obiettivo lo centreremo sulla data dipende da lui, Napoli è tornata al centro degli scenari internazionali. a prescindere. A ottobre avremo 15 sindaci da tutti continenti per discutere di lotta alle mafie; a marzo una conferenza internazionale sui laboratori politici del sud del mondo e dell’Europa a cominciare dagli indignados».

Fonte : il Mattino

lunedì 15 agosto 2011

Vicenza e l'Italia : le scuse a Pontelandolfo !


LA STORIA. Una brutta pagina dell'Unità con la strage di 440 cittadini avvenuta 150 anni fa nel Beneventano. Un vicentino tra i bersaglieri che guidarono l'eccidio Oggi cerimonia di riconciliazione con Amato e il sindaco Variati A guidare le truppe Pier Eleonoro Negri, che passò per "eroe"!




Pier Eleonoro Negri 1818 1878

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Per la prima volta dall'Unità, l'Italia chiede scusa a Pontelandolfo, paese del Beneventano, per la strage di 440 cittadini avvenuta 150 anni fa. E Vicenza sarà presente, oggi alle 18, col sindaco berico, Achille Variati, assieme al presidente del Comitato dei Garanti per i 150 anni dell'Unità d'Italia, Giuliano Amato, che porterà un messaggio del Capo dello Stato. Fu una delle pagine più oscure e ingloriose dell'unificazione dell'Italia, un episodio drammatico di guerra civile, che cominciò con l'uccisione di 41 soldati l'11 agosto del 1861, e si concluse qualche giorno dopo, il 14, con una violenta e brutale rappresaglia dell'esercito con eccidi di massa tra la popolazione. Al comando dei bersaglieri, che furono vittime dei banditi meridionali e poi, per ordine del generale Cialdini (che combatté a Monte Berico) carnefici che misero a ferro e fuoco il paese, c'era il colonnello Pier Eleonoro Negri, un vicentino al quale nel capoluogo sono dedicate una via nel quartiere del Ferrovieri e una scuola elementare a Campedello. Ieri il sindaco Variati ha telefonato al collega beneventano, Giacomo Testa, per confermare la sua presenza. Variati, secondo il programma, terrà anche un discorso, assieme ad Amato e agli storici che ricorderanno l'episodio. «Conto che la mia presenza possa dare un messaggio di unità e riconciliazione» sottolinea. Va ricordato anche che Luciano Disconzi, insegnante vicentino sposato con una beneventana, s'è dato molto da fare in questi anni per fare riemergere dall'oblio questa pagina di storia, quell'eccidio di massa di cui si macchiarono le truppe sabaude in quel piccolo centro arroccato intorno a un'antica torre una ventina di chilometri a nord di Benevento. Tra coloro che, fra i primi, ricordarono quanto avvenne fu un gruppo rock, gli "Stormy Six" che quasi quarant'anni fa raccontarono in un long playing, intitolato appunto "Unità" l'altra faccia, quella meno conosciuta, del Risorgimento. Tra cui, appunto, in una canzone struggente, anche l'eccidio del paese campano. Fu una pagina ancora più brutta perchè ignorata, dimenticata, cancellata dalla storia ufficiale. Con quattrocento morti per vendicare 40 soldati uccisi, dieci per uno come alle Fosse Ardeatine, case bruciate, donne stuprate, una folla di vittime inermi che sembrava nessuno volesse più ricordare. Dopo anni di appelli, di attese, di proteste della cittadinanza, una lapide voluta dall'Italia ricorderà finalmente quei morti a partire da una donna, Concetta Biondi, violata e uccisa a 15 anni. E a quei morti una rappresentanza dei bersaglieri, il Corpo che mise in pratica l'eccidio, renderà per la prima volta gli onori militari. Per troppi anni dimenticato, Pontelandolfo diventa ufficialmente uno dei "Luoghi della memoria" della storia unitaria. Le cronache riportano all'11 agosto 1861. Quel giorno 41 dei 44 soldati al comando del tenente livornese Cesare Bracci furono uccisi dai briganti della banda Giordano, ingrossata da cittadini di Casalduni, Pontelandolfo e Cerreto. Da giorni in quell'area tra il Matese ed il Beneventano erano in corso azioni di bande di ex soldati borbonici appoggiati da notabili locali ed esponenti del clero. Dopo l'uccisione dei 41 soldati partì l'ordine di rappresaglia. Di Pontelandolfo, ordinò il luogotenente del re, il generale Enrico Cialdini, «non deve rimanere più pietra su pietra». La repressione, affidata ad una colonna di bersaglieri, fu terribile: «Al mattino del giorno 14 - scrisse poi nel suo diario uno di quei soldati, il filatore di seta valtellinese Carlo Margolfo - riceviamo l'ordine superiore di entrare nel comune di Pontelandolfo, fucilare gli abitanti, meno i figli, le donne, gli infermi ed incendiarlo (...). Entrammo nel paese: subito abbiamo cominciato a fucilare i preti e gli uomini, quanti capitava, indi il soldato saccheggiava, ed infine abbiamo dato l'incendio al paese, abitato da circa 4500 abitanti». Nel 1973 (era sindaco Pinuccio Perugini) fu organizzato in paese un convegno di studi per denunciare per la prima volta la strage. Da allora, quasi quarant'anni fa, il Comune di Pontelandolfo chiedeva al governo "un atto ufficiale di riconoscimento", che ricordasse l'eccidio e analizzasse il fenomeno del brigantaggio post unitario perchè Pontelandolfo "non sia più nominata terra di briganti bensì città martire e simbolo della sofferta eppure amata Unità d'Italia". Oggi alle 18 dopo gli onori militari da parte di una rappresentanza di bersaglieri, verrà deposta una corona. Seguirà la scopertura della lapide intitolate alle vittime.

Antonio Di Lorenzo



Fonte : il Giornale di Vicenza


BUON FERRAGOSTO A TUTTI !






Partito del Sud

Abbiamo mantenuto la promessa : a Ferragosto città senza rifiuti !



Napoli è una città finalmente pulita dai rifiuti. Questa sera verranno rimossi quelli combusti, portando così via gli ultimi cumuli residui. Abbiamo mantenuto la promessa, quella di una città liberata dalla spazzatura per ferragosto.


Si tratta di un risultato straordinario, frutto di un impegno faticoso. Per questo l'amministrazione vuole ringraziare tutti i lavoratori: quelli della Asia e delle altre ditte incaricate della rimozione della spazzatura in giacenza per le strade.


Così come vogliamo ringraziare la Sapna per la sua leale collaborazione: è stata proprio tale collaborazione, infatti, che ha consentito, in una condizione di precarietà impiantistica, il risultato attuale. Adesso, però, chiediamo un contributo e uno sforzo ai cittadini perché ci aiutino a mantenere Napoli pulita.


Come? Rispettando gli orari di conferimento e denunciando quanti, in modo incivile e illegale, abbandonano i rifiuti per la strada, compresi quelli ingombranti, non rispettando orari e spazi di raccolta.


Da parte nostra, perseguiremo questi comportamenti indegni disponendo un incremento dei controlli e delle sanzioni.


Da settembre, poi, il Comune ha intenzione di lanciare una vera e propria campagna di pulizia urbana, in particolare delle strade di accesso alla città di Napoli, oltre ad altre operazioni di bonifica del territorio

Fonte : comunicazione.demagistris.it

venerdì 12 agosto 2011

Mantova - 10 Settembre 2011 : Presentazione del libro " I savoia e il massacro del Sud" con Antonio Ciano





Tour di Antonio Ciano in tre regioni del Nord Italia ( Emilia, Lombardia e Veneto) per la presentazione della nuova edizione del libro " I savoia e il massacro del Sud"



Primo appuntamento
FIDENZA (PR)
VENERDI' 9 SETTEMBRE
2011
LIBRERIA "LA VECCHIA TALPA" - VIA GRAMSCI 36
ORE 18,00


Secondo Incontro
MANTOVA
SABATO 10 SETTEMBRE
2011 ( in concomitanza con il festival della letteratura)
VIA TRENTO 10 - C/O FONDAZIONE MAZZALI
ORE 17,00


Ed infine..
VICENZA
DOMENICA 11 SETTEMBRE
2011
INFORMAGIOVANI - CONTRA' BARCHE 55
ORE 11,00


Fonte : partitodelsud.blogspot.com



giovedì 11 agosto 2011

RIFIUTI, GIUNTA APPROVA DELIBERA PER ESTERO.



riceviamo dalla segreteria/comunicazione di Luigi de Magistris e postiamo :



DE MAGISTRIS: ANCHE IN AGOSTO LIBERAZIONE NAPOLI E’ PRIORITA’


La Giunta, riunitasi oggi 11 agosto, ha approvato una delibera in merito al trasferimento dei rifiuti all’estero. “La priorità di consentire la liberazione di Napoli dalla piaga dei rifiuti ci ha spinto a continuare l’attività dell’amministrazione anche in pieno agosto, tenendo presente i tempi stretti del progetto perché, come abbiamo annunciato e secondo gli impegni pubblicamente presi, già a settembre dovrà partire la prima nave di rifiuti verso il Nord Europa”. Così in una nota il sindaco di Napoli commenta la decisione della Giunta che, sempre secondo Luigi de Magistris, “è il frutto del lavoro e del confronto condotti con la Provincia di Napoli, i dirigenti del Comune di Napoli, l’Autorità Portuale e la Capitaneria di Porto, oltre alla SAPNA spa e all’ASIA NAPOLI spa. Il trasporto estero dei rifiuti –conclude nella nota il sindaco- si svolgerà secondo i principi inderogabili che caratterizzano l’operato di questa amministrazione: trasparenza e pubblicità degli accordi che, anche economicamente, sono stati raggiunti con i soggetti esteri interessati”.


Fonte : comunicazione.demagistris.it