abbiamo ritrovato da qualche tempo un amico di studi e di battaglie sessantottine : Antonio Milanese, ex (da poco) docente di Progettazione artistica c/o l'Istituto Statale d'Arte Palizzi di Napoli e critico d'arte. Riportiamo un suo dotto commento tra arte e politica, con un filo d'ironia, affettuoso nei nostri confronti da cui traspare il piglio brigantesco che contraddistingue un degno erede e pronipote del brigante Vincenzo Milanese.
domenica 27 febbraio 2011
Il pensiero fra arte e politica d'un amico ritrovato!
abbiamo ritrovato da qualche tempo un amico di studi e di battaglie sessantottine : Antonio Milanese, ex (da poco) docente di Progettazione artistica c/o l'Istituto Statale d'Arte Palizzi di Napoli e critico d'arte. Riportiamo un suo dotto commento tra arte e politica, con un filo d'ironia, affettuoso nei nostri confronti da cui traspare il piglio brigantesco che contraddistingue un degno erede e pronipote del brigante Vincenzo Milanese.
sabato 26 febbraio 2011
Milleproroghe: Vendola, ennesimo vergognoso scippo al Mezzogiorno!
17 marzo 2011
venerdì 25 febbraio 2011
SABATO 26 FEBBRAIO 2011 RIUNIONE DEL PARTITO DEL SUD ( SEZ. DI PARMA) A FIDENZA (PR)
mercoledì 23 febbraio 2011
Al San Paolo di Napoli il 20 Febbraio con le nostre bandiere
Una presenza davvero significativa di nostri compatrioti con le bandiere del Regno delle Due Sicilie allo Stadio San Paolo di Napoli per la partita Napoli - Catania, trasmessa da SKY, di Domenica 20/02/2011
martedì 22 febbraio 2011
Entriamo ....a coorte!
delle nostre considerazioni, suscitate dal pezzo di Zenone di Elea (alias Mino Errico) dal titolo : "Stringiamoci a coorte" che potete leggere in home page sul sito da lui gestito http://www.eleaml.org/ che fu voce delle acute e lucide riflessioni del maestro di tutti noi Nicola Zitara.
di Andrea Balìa
Mi riferisco, ovviamente, all’ultimo titolato “ Stringiamoci a coorte”, e mi piacerebbe fare delle modeste considerazioni.
Non credo il problema sia se fosse più risorgimentalista la destra o la sinistra. Entrambi hanno succhiato alla mammella italica, una con i valori esaltati della patria, dello stato unito sotto una bandiera ritenuta gloriosa, della “razza” italiana portati fino alla fanatica lettura e propaganda date dal fascismo, massima espressione della destra in Italia.
L’altra con il mito di Garibaldi, della rivoluzione popolare, un anticlericalismo latente in una troppo accentuata idea di laicità, come dice Zenone di Elea parlando della sinistra.
D’altro canto è vero che la destra , per ragioni connaturate al suo essere, s’è fatta paladina dei valori della tradizione, e che – come ha scritto Ruggero Guarini su “il Tempo” del 19 Febbraio c.m. in una lettera intestata a Napolitano dal titolo: "Napolitano citi Gramsci sull'Unità d'Italia : per i comunisti il Risorgimento fu solo una disgrazia!" citando per l’appunto Gramsci : «L'unità d'Italia non è avvenuta su basi di uguaglianza, ma come egemonia del Nord sul Mezzogiorno, nel rapporto territoriale città-campagna. Cioè, il Nord concretamente era una “piovra” che si è arricchita a spese del Sud e il suo incremento economico-industriale è stato in rapporto diretto con l'impoverimento dell'economia e dell'agricoltura meridionale. L'Italia settentrionale ha soggiogato l'Italia meridionale e le isole, riducendole a colonie di sfruttamento” e il progressista Salvemini : “Se dall'unità d'Italia il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata. E' caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone» o ancora il militante Pci Nicola Chiaromonte «L’impeto nazionale costringe gli italiani a rinunciare a una vera rivoluzione: gridando "Italia, Italia", si finisce col costringere le masse depauperate del popolo italiano a fuggire come "emigranti" dall'"Italia libera"». Dicendo al Presidente che : “Non posso, tuttavia, sottrarmi al dovere di ricordarle che a maledire lo stato che nacque dal Risorgimento non furono soltanto molti parrucconi reazionari ma anche alcune grosse menti di sinistra.”
Questo per dire che non esiste un primato di risorgimentalismo in nessuna dei due pensieri forti della politica.
Ciò detto il problema è un altro, volendolo portare ai nostri giorni, al procedere del meridionalismo e alle strade percorribili per portare il nostro Sud al riscatto e a far sì che si doti d’una ormai improcrastinabile rappresentatività politica.
Zitara ci ha dato perle di lettura ed analisi politica ed economica, come forse nessun altro e come giustamente Zenone di Elea ce ne ricorda nei titoli dei testi menzionati. Zitara, altresì, stupendo molti ed anche (per carità di patria ed onestà intellettuale vado a ricordarlo) il sottoscritto che d’impeto gli scrisse, fece nell’ultimo anno della sua vita delle considerazioni strategiche. Il Sud non può attendere ancora molto, di tempo non gliene resta granchè, pena la sua sopravvivenza, il suo esistere. L’invito, quindi, del maestro, a valutare strade di confronto anche con l’odiata politica istituzionale pur di “Entrare …a coorte”.
E qui l’argomento diventa ancor più delicato, dovendo entrare nel merito di valutazioni estremamente difficili. Di conseguenza steccati non potremo alzarne se non legati ad una lettura molto real politik : i nemici e le strade impercorribili sono tutto sommato non difficilmente individuabili. Chi fa dell’antimeridionalismo la sua bandiera, chi ne è alleato e da spazio e voce a tale posizione, ci mette nella condizione di doverlo aprioristicamente escludere. Chi vuole accoglierti, senza far troppe domande, pur di averti con sé sul carrozzone del vincitore da difendere e accrescere non lascia margini alle nostre idee. Tale sirena canta un canto adulatore che trova facili sponde in un meridionalismo d’accatto che s’allea col suo carnefice, con chi in un modo xenofobo e prevaricatore, d’un irrisolta avidità, ti sottrae ad esempio i Fondi Fas. Dovresti assumere un iter simile a “guardie e ladri”. Vedi l’esempio d’un Miccichè, sottosegretario al Cipe (erogatore dei Fondi Fas) che crea un movimento denominato Forza Sud, alleato col governo, per chiedere ciò che egli non ha dato. Pura follia da gioco napoletano, tristemente noto, delle tre carte.
E su posizioni simili s’attestano altre pseudo forze meridionaliste come quella del pivello ottantaduenne Scotti con Noi Sud, riscopertosi meridionalista in giovine età e anche lui accorso alla corte del capo, così come la Poli Bortone con Io Sud che, candidamente, dichiara : “si, sono per il Sud, ma il mio cuore batte sempre e solo a destra”. Insomma un appiattimento codino che non ci lascia grandi spazi operativi, se non con qualcuno che almeno a discuterci ti tratta con l’intento di voler capire e con dignità del tuo essere. Se son rose fioriranno…
RINVIATA PUNTATA TV DI “PORTA A PORTA”
Vi terremo informati.
CHISTI SIMU !!
senza distinzioni di sigle e di movimenti, stasera a seguito delle vibrate proteste indirizzate a tutti i mass media dalla Segreteria Nazionale del Movimento Neoborbonico e anche da altri movimenti e di semplici Patrioti, a cui hanno fatto eco persino le agenzie di stampa, in merito alle gravi ed inopportune esternazioni televisive dell’attore comico Benigni, la Rai ha ritenuto dar voce al nostro dissenso invitando alla trasmissione serale “Porta a Porta”, su Rai 1, l' Associazione Culturale Neo Borbonica.
lunedì 21 febbraio 2011
Il nostro Segretario Beppe De Santis incontra Napoli
TUTTI ALLA TREVES di Napoli Venerdì 11 Marzo 2011 alle 18,30
ad incontrare Beppe De Santis ed il Partito del Sud
domenica 20 febbraio 2011
Quel Sud conquistato e mai unito
Di Marx egli infatti accettò fino all'ultimo l'analisi del processo della famosa «accumulazione primitiva» del capitalismo, in cui volle vedere la chiave per analizzare le cause dello sviluppo contraddittorio del capitalismo italiano nel corso del nostro Ottocento pre- e post-unitario. Riassumere il suo pensiero sull'argomento non è certo semplice. Ma negli innumerevoli scritti (saggi, articoli, discorsi, lettere) in cui espose per anni le conclusioni politiche delle sue analisi storiche, non cessò mai di sostenere che un elemento fondamentale del programma di Cavour fu l'intento, consapevole e deliberato, di liquidare il Sud economicamente e asservirlo culturalmente al Nord. Concepito e messo in opera da lui stesso, il progetto fu portato a una prima conclusione dalla Destra Storica, proseguito poi da Depretis, Cairoli, Crispi e Giolitti, quindi ancora da Mussolini, De Gasperi ed Einaudi. Ammetteva che forse Fanfani e Nenni avrebbero voluto cambiare rotta, ma la Confindustria e i sindacati – avallati dal Pci, La Malfa e De Martino – li bloccarono. Ne consegue – diceva inoltre – che siamo ancora una non-nazione. Il Sud, da quando il Nord lo ha conquistato, è stato squalificato sia nell'immagine che nella capacità produttiva. I padani, per svilupparsi, volevano un popolo di iloti, e lo hanno avuto. Hanno regalato ai ricchi le terre della Chiesa e il Demanio pubblico, hanno prezzolato i politicanti, hanno scatenato il clientelismo, hanno inaugurato il notabilato, hanno escogitato l'assistenzialismo, hanno governato simultaneamente coi carabinieri e con la mafia. E coi partiti e i sindacati nazionali hanno falsificato lo scontro politico Il Meridione – spiegava ancora – è oggi un paese che si identifica solo per negazione. I meridionali sono italiani negati dalla stessa Italia.
L'obiettivo, tuttavia, non è – concludeva – la rivalutazione dei Borbone. Il problema è un altro: far sapere finalmente a tutti, e in primo luogo agli stessi meridionali, sui frutti di quali saccheggi e razzie piemontesi e nordiste è stata edificata l'Italia. Su quali costi vivi, a carico del popolo meridionale, essa va avanti prosperosamente. A spese di chi si europeizza e si eurizza."
sabato 19 febbraio 2011
Italia 150: controcelebriamo con le bandiere del regno delle Due Sicilie alla partita Napoli-Catania del 20/2
La nostra risposta a G. A. Stella ad un suo commento alla "performance" in Tv di Benigni
riportiamo un estratto dal "commento" di G. A. Stella, sul Corriere della Sera" del 18/02/2011, sulla "performance" televisiva di Benigni al Festival di Sanremo sui 150 di unità italiana. Segue una ns. breve risposta.
Sotto l’elmo di Benigni- di Gian Antonio Stella
venerdì 18 febbraio 2011
giovedì 17 febbraio 2011
Antonio Gramsci spiega la crisi della Fiat - Fa discorsi piu' attuali lui da morto, che molti sindacati dal vivo
Gaeta su BBC NEWS EUROPA
Fonte : BBC NEWS EUROPA
mercoledì 16 febbraio 2011
Il 17 marzo accendiamo una candela per ricordare le vittime del Sud
E’ giusto, però, onorare anche la memoria di chi credeva in un altro ideale, soffocato nella violenza e calpestato. E’ per questo che molti movimenti meridionalisti stanno aderendo ad una iniziativa nata sul popolare social network Facebook: accendere una candela in ogni piazza del Sud il 17 marzo per ricordare i martiri del Sud. In molti, inoltre, si recheranno a Roma, in piazza del Pantheon per una manifestazione nazionale. Le violenze subite dalle donne meridionali durante la guerra di annessione, le fucilazioni di massa ed i saccheggi non fanno parte della memoria collettiva, i libri di storia ci hanno raccontato un’altra Italia. Del resto, è banale ma è così, la storia la scrivono i vincitori.
Sarebbe opportuno, inoltre, impegnarsi anche per dedicare una piazza ai martiri del Sud in tutti i comuni del Mezzogiorno. Esistono migliaia di Corso Garibaldi, piazza Vittorio Emanuele, via Cavour. Ora, nessuno vuole stravolgere la toponomastica di mezzo Paese, ci mancherebbe, però è giusto dedicare una piazza, una strada, una parco alle migliaia di persone che hanno perso la vita perché credevano in un ideale, difendevano la propria Patria. Non si tratta di dividere il Paese, ma solo di restituire dignità a chi è stato trattato, anche dalla storia, come un lestofante.
Maggiori informazioni sulla manifestazione di Roma e sull’iniziativa delle candele per il Sud le trovate su Facebook
martedì 15 febbraio 2011
Pippo Callipo contro la "sordità" del palazzo
PIPPO CALLIPO: A ROMA S’AFFONDANO LE PROSPETTIVE DEL PORTO DI GIOIA TAURO
Gaeta 13 febbraio 2011: Intervista con Beppe De Santis - Gaeta , il Sud e i 150 anni di malaunità
Gaeta , il Sud e i 150 anni di malaunità.
lunedì 14 febbraio 2011
Intervista a Andrea Balìa su "la Discussione" di Domenica 13 /02/2011
domenica/lunedì
13/14 febbraio
2011
laDiscussione
pag. 7
Utile raccontare ciò che accadde
Andrea Balia, vicepresidente del Partito
del Sud, “condannato” ad essere italiano
Le Monde dedicò una pagina alla notizia. La stampa italiana la ridicolizzò o la ignorò. Perché secondo lei?
Il suo partito sostiene che l’emigrazione è un fenomeno post-unitario, conseguenza dell’annessione al regno sabaudo.
A Gaeta quindi si celebrerà un’unità dal sapore molto amaro?
Sì, ma l’amarezza non sta nella sconfitta militare, l’amarezza sta nel fatto che non si vuol raccontare la storia così come è andata. A cominciare dal fatto che il Piemonte era molto indebitato mentre le casse borboniche erano ricchissime e che con l’unità, il Meridione fu espropriato di terre, fabbriche e soldi.
Fonte : ladiscussione del 13/02/2011
Sabato 12 e Domenica 13 Febbraio 2011 a Gaeta - Commemorazione dell'assedio
Tutto esaurito per il convegno della Fedelissima
'altra sala erano in vendita gadget, volumi e bandiere a tema, compresi francobolli duosiciliani e servizi di tazze marchiati "I Love Borbone". Vanno a ruba gli adesivi del sito neoborbonici.it col disegno di un'Italia insaguinata e lo slogan "Io non festeggio - 150 anni di bugie".
A mezzogiorno la folla si è diretta alla Montagna Spaccata, presso il santuario della Trinità, per la tradizionale cerimonia di omaggio ai caduti. Da un passaggio generalme
Alla presenza del sindaco Raimondi e del vescovo D'Onorio è stata innalzata, "dopo 150 anni", la bandiera gigliata delle Due Sicilie. Grida di "onore!" e "viva 'o rre!", qualche occhio lucido. L'avvocato Sevi Scafetta, da vent'anni organizzatore del convegno della Fedelissima, ha tenuto un breve discorso per ricordare che "siamo qui per celebrare coloro che 150 anni fa vennero a versare il proprio sangue" e anche per rispondere alle accuse dei borbonici più estremisti che una settimana fa hanno organizzato una contro-manifestazione. "Qui non si viene per affari personali né per propaganda politica - ha detto Scafetta - il nostro convegno è nato per mettere a disposizione di tutti, anche delle istituzioni, il nostro patrimonio storico". È intervenuto, parlando al megafono, anche il sindaco Raimondi ribadendo lo slogan scelto dal Comune, "la verità rafforza l'unità".
Boom di presenze. Il sindaco anticipa nuove iniziative
A fronte delle polemiche, sia a livello cittadino che nazionale, il weekend del 150° gaetano all'insegna dei Borbone si è rivelato un successo. Un vero boom di presenze alle iniziative, con dati positivi registrati anche da alberghi e ristoranti. Molto visitata anche la mostra, inaugurata venerdì al Centro Storico Culturale, sui soldati borbonici. Risonanza anche sui media, presente oggi anche una troupe del tg di La 7. Il sindaco Raimondi gongola: "Lo vedete? Questa è la Gaeta che funziona, non le chiacchiere che so già mi verranno rivolte domani in consiglio comunale. Abbiamo unito la ricerca storica col successo turistico".
E annuncia altre iniziative: "Il 19 giugno vogliamo organizzare un weekend per rievocare il matrimonio di Carlo di Borbone del 1738, quando Gaeta conquistò ufficialmente il titolo di Fedelissima". E il discusso 17 marzo 2011, per l'Unità d'Italia? "Ci stiamo pensando, per quel giorno ci inventeremo qualcosa". Unica nota dolente i fischi di ieri mattina a Porta Carlo III sulle parole di Corbo: "Avevamo scelto di leggere sia le parti del discorso più unitarie sia quelle più di denuncia, ma non è stato capito. Probabilmente alcuni volevano contestarci a prescindere. Quelle parole nel 1961 davanti alle massime autorità furono un atto di coraggio che meritava di essere ricordato, dov'erano loro, i contestatori fanatici, nel 1961?".
sabato 12 febbraio 2011
Beppe de Santis 20° comunicato PSUD 2011 - 11 febbraio 2011 parte prima
Il vicesindaco di Gaeta Di Ciaccio: "Orgogliosi di festeggiare la nostra storia". Forse arrivano gli eredi Borbone
venerdì 11 febbraio 2011
APERITIVO COL BRIGANTE A PALAZZO VENEZIA NAPOLI
UNA CLASSE DIRIGENTE FALLITA, EVERSIVA E PERICOLOSA.
Eppure, tutto continua ad andare alla deriva.
L’immagine dell’Italia nel mondo è umiliata.
Certo, una parte del popolo italiano è succube e complice, omologata ai modelli di mercificazione, di rapacità, di ladrocinio, di irresponsabilità che imperano nei Palazzi del potere.
Un’altra parte,minoritaria, seppure non trascurabile, del popolo italiano si indigna, prova a ribellarsi, si ribella, come ha dimostrata la recente e clamorosa nobilitazione del mondo della scuola, dell’università e della ricerca,trainata valorosamente dai giovani. Ma, dov’è lo sbocco politico, serio e strutturale, di tale mobilitazione? Non c’è ancora.
Una terza parte del popolo italiano, forse la maggioranza, è confusa, frastornata, oscilla tra astratti furori e ripiegamento individualistico frustrante. La voglia di fuga, alla ricerca di qualche via di fuga che non c’è. Il fatto è che non si può fuggire dalla realtà,devastante,inaccettabile.
Tutto ciò a Nord come a Sud, soprattutto nel Sud.
Il punto è che per l’intero Paese, ma soprattutto per il Sud- e per i meridionali,ovunque essi siano-manca una proposta politica-o non è sufficientemente matura o ancora non percepita- all’altezza della sfida e delle aspettative.
L’intera-o quasi- classe politica al comando deve andarsene a casa:questo è il punto.
Si deve procedere – e presto -ad una vera e propria rigenerazione dell’intera classe politica del Paese.
Si tratta, è bene saperlo, di una rivoluzione politica e morale.
PER UNA REPUBBLICA FEDERALISTA, UNO STATO FEDERALE DEL MEZZOGIORNO E UN PARLAMENTO DEL SUD.
Dobbiamo costruire , presto e bene, una vera REPUBBLICA FEDERALISTA. Il centralismo ha fallito, né è riproponibile. Una repubblica federalista unitaria e cooperativa, secondo la storica lezione tedesca. Un federalismo cooperativo , efficiente e democratico, che è l’esatto contrario del falso federalismo nordista, leghista, divisionista e razzista.
La costruzione urgente, urgentissima ,di tale Repubblica federalista non può che avere un grande cuore meridionalista, un propulsore neomeridionalista, un MOTORE NEOMERIDIONALISTA, UNA SOGGETTIVITA’ autonoma NEOMERIDIONALISTA. Altrimenti tale Repubblica, non soltanto non è fattibile, è addirittura impensabile.
A fondamento della nuova Repubblica federalista d’Italia vi deve essere la costruzione dello STATO FEDERALE DEL MEZZOGIORNO, con- intera-la sua autonomia, attraverso un Parlamento dello Stato federale del Mezzogiorno, che selezioni la nuova classe dirigente del Sud, anche sotto il profilo generazionale. Secondo la lucida e audace proposta formulata, di recente, da Giorgio Ruffolo , nel volume “Un paese troppo lungo”.
Presto, proprio come PSUD, lanceremo-a partire dal ragusano e da Vittoria- una vigorosa offensiva contro una dimensione essenziale,e ancora in ombra , dei sistemi politico-economico- criminali,quella delle AGRO-MAFIE, contro il devastante insediamento delle mafie nell’intera filiera agricola e agroalimentare, dalla produzione ai trasporti alla grande distribuzione. Un tassello essenziale della odierna questione agricola.
Per LEGITTIMA DIFESA. Perciò, siamo stati costretti a metter in campo il PSUD.
Il tempo degli imbrogli leghisti, delle imposture fascistoidi e delle violenze razziste della Lega Nord deve finire.
Bisogna attaccarli frontalmente, e noi del PSUD lo facciamo e lo faremo sempre di più e sempre meglio, questi pericolosissimi cialtroni. Che hanno fondato la loro sub-casta di politicanti della peggiore risma, sull’odio razzista antimeridionale. Si legga, si rilegga e si tenga sul comodino “Terroni” di Pino Aprile.
Basta. Sono 25 anni che tengono bottega. A nome di un finto federalismo, che è, in realtà, razzismo, divisionismo, antimeridionalismo becero e bavoso, spirito e pratica sistematica di rapina ai danni del Sud. Sono da 10 anni al potere e al governo centrale, nel ruolo dei peggiori lacchè e guardaspalle del berlusconismo, delle sue cricche, delle sue infinite imposture,delle sue vomitevoli impudenze, di una scena pubblica ridotta alla peggiore versione – da incubo-di Drive In. In questo periodo- di predominio leghista e nordista- l’Italia è declinata ed è stata definitivamente sfasciata. Il Sud umiliato e offeso definitivamente. Tutte le autonomie locali sono state vulnerate e svuotate. Altro che federalismo. Hanno occupato- con inquietante voracità, scaltrezza e rudezza- tutti i gangli di potere possibili e immaginabili: comuni , province, regioni, Parlamento e governo,municipalizzate e aziende pubbliche e parapubbliche, ospedali, IACP, enti di assistenza, banche, giornali e tv, insomma tutto. HANNO OCCUPATO E LOTTIZZATO TUTTO. Da fare rimpiangere i peggiori lottizzatori e ladri della prima Repubblica.
A chi fosse distratto, consiglio vivamente di dare un’occhiata ai seguenti volumi, freschi freschi di stampa, sulle malefatte leghiste, sulla “Padania ladrona e la Lega ladronissima”, tanto per rinfrescare la memoria: Fabio Buonasera e Davide Romano, “Inganno padano”, La Zisa, 2010; Eleonora Bianchini, “Il libro che la Lega Nord non ti farebbe mai leggere”, Newton Compton, 2010; Andrea Marzocchi, “Svastica verde”, Editori Riuniti, 2011; Sebastiano Canetta e Ernesto Milanesi, “Lega Land”, manifestolibri, 2010.
Partiamo dal programma di celebrazioni del 150°, e, dal suo svolgimento, in corso:di una banalità, se non stupidità, inaudita. Basti visitare il funereo sito web del 150°:www.italiaunita150.it, quello del comitato nazionale. E l’altro sito web del comitato torinese, di taglio simpaticamente strapaesano:www.italia150.it. Si tratta di una mala-assortita accozzaglia di interventini a pioggia ( restauri, rifacimenti e simili), che con l’unità/disunità d’Italia possono non entrarci niente. Poi, di una seconda congerie di convegni e convegnetti ispirati alla più vieta e ridicola retorica vetero- patriottarda, di taglio grottescamente apologetico. Infine, di una somma di festicciole da mega-sagra strapaesana. I testi e i libri, proposti come base bibliografica delle celebrazione, al 50% riguardano Garibaldi e il garibaldinismo e paraggi,propinati- con inaudita coglioneria- come se fossimo nel 1870.Cfr. Allegato n. 1.
Di cosa è stato veramente il processo di unità d’Italia, a partire dalla CONQUISTA SABAUDA DEL SUD, a 150 anni dagli eventi, neppure un cenno. Ciò, mentre il Paese è più rispaccato che mai e impazzano la violenza e l’arroganza leghista. Mentre il libro di Pino Aprile ,“ Terroni” , che offre un agghiacciante e veritiero spaccato sulla verità del processo unitario italiano, al contrario di codeste ufficiali e menzognere ricostruzioni ( quelle del 150° ufficiale), spopola nei dibattiti e nelle vendite in Italia e all’estero.
A nostra volta,e per intanto, noialtri neomeridionalisti,ci sforziamo di ribattere colpo su colpo, con le nostre modeste risorse, fondate sulla buona volontà, contro un intero apparato di sepolcri imbiancati e di tromboni mistificatori: dalla controcelebrazione di Gaeta ( 11-12-13/febbraio/2011) alla protesta contro l’omaggio ufficiale ai Savoia da parte del Presidente della Repubblica ( il 17 marzo, al Pantheon, a Roma). Gli daremo filo da torcere fino al 31 dicembre 2011, statene certi. E poi, ricominceremo il primo gennaio 2012.
Ma, a parte le celebrazioni ufficiali,lo scenario retorico pseudo-patriottardo , fondato sulla mistificazione,con cambia se andiamo a considerare le performances sul 150° di giornali, riviste, televisioni, partiti ,fondazioni: la musica è la stessa, pur con suonatori in parte diversi, ma pur sempre appartenenti alle stesse macro- parrocchie dominanti.
Se andiamo a verificare, poi, la produzione saggistica libera o para-romanzesca, finalizzata a carpire qualche nicchia del mercato editoriale del 2011,con la scusa del 150°,in particolare quella di ambito storiografico, purtroppo la musica è ancora una volta la stessa,con qualche stridore in più. Vi propongo alcuni esempi, tutti – a vario grado- indigesti: Aldo Cazzullo, “Viva l’Italia”, Mondadori, 2010;Antonio Caprarica, “C’era una volta in Italia”, Sperling & Kupfer, 2010;Lucio Villari, “Bella e perduta”,Laterza,2009;Claudio Fracassi, “Il romanzo dei mille”,Mursia, 2010;Domenico Fisichella “Il miracolo del risorgimento”, Carocci editore,2010;Bruno Vespa, “Il cuore e la spada”, Mondatori, 2010; Carlo Fruttero e Massimo Gramellini, “La patria bene o male”, Mondatori, 2010.
Per fortuna, di taglio un po’ diversi risultano alcuni altri prodotti editoriali, tra saggi e romanzi storici, che -pur all’interno dei paradigmi interpretativi dominanti della storia dell’unità d’Italia-si differenziano per qualche buona dose di onestà critica e di maggior senso della verità. Qualche esempio interessante:a cura di Alberto Maria Banti, “Nel nome dell’Italia”, Laterza,2010; Silvana Patriarca, “Italianità”, Laterza, 2010; Giancarlo De Cataldo, “I traditori”, Einaudi, 2010.
Infine, possiamo registrare, con una certa soddisfazione morale, una sezione di produzioni culturali, che, seppure ancora minoritarie,possiamo annoverare- almeno parzialmente- nell’ambito del revisionismo storiografico coraggioso e nobile: Arrigo Petacco, “ Il regno del Nord”, Mondadori, 2009, e, “O Roma o morte”, Mondadori, 2010; Giovanni Fasanella e Antonella Grippo, “1861. La storia del Risorgimento che non c’è sui libri di scuola”, Sperling & Kupfer, 2010.
Il volume di Giordano Bruno Guerri- “ Il sangue del Sud. Antistoria del risorgimento e del brigantaggio”, Mondadori, 2010-pur contenendo, a nostro parere, alcune contraddizioni più o meno vistose,alcune incertezze interpretative,qualche fumisteria e qualche funambolismo mediatorio, si può annoverare ,in pieno, nel revisionismo storico che noi stessi, come neomeridionalisti, apprezziamo e sosteniamo.
Un cenno al cinema: ottimo il film di Mario Martone, “Noi credevamo”, sul Risorgimento, narrato in un’ottica genuinamente revisionista. Dopo tanta nuvolaglia, un po’ di luce.
Senza vigore culturale, senza egemonia culturale, non c’è alcuna vittoria politica all’orizzonte. Nessuno si illuda.
E’ questo il senso profondo di queste note.
Perciò, noi neomeridionalisti consapevoli e responsabili, dobbiamo saper coniugare battaglia culturale e battaglia politica. Sono i due motori, senza i quali l’aereo neppure può decollare.
Vi è l’ambito della cultura direttamente politica da affrontare, dissodare, arare.
Vi sono gli ambiti sterminati e plurimi dell’arte e della scrittura da attraversare, con rispetto e intelligenza.
La musica, per prima. Con la nostra amica , Francesca Amato, di Santo Stefano di Calastra,tra le fondatrici del PSUD e folksinger di classe,si è avviato un lavoro di ricognizione, di relazione e di progettazione per liberare un vero movimento dei musicisti e degli artisti meridionali. Proviamoci.
La scrittura, poi. Con un gruppo di antichi e nuovi amici scrittori – Gaetano Testa, Francesco Gambaro, Luigi Pulvirenti, Alfonso Sciangula- si è delineato un progetto e un percorso di confronto sulla scrittura contemporanea del Sud. Una sorta di movimento? Vedremo. Cos’è la narrativa del nuovo Sud? Chi sono i narratori del nuovo Sud? Cosa e come narrano? L’idea semplice è quella di svolgere una serie di incontri in tutto il Sud, nei quali gruppi di scrittori propongono e confrontano le loro scritture, a partire da un meeting di lancio, da svolgere a Roma, presso il Teatro Colosseo. Per farsi un’idea della mappa dei narratori del nuovo Sud, si può fare riferimento ad un aureo volumetto della storica e critica letteraria di Daniela Carmosino ( docente all’Università del Molise), dal titolo “Uccidiamo la luna a Marechiaro”, Donzelli Editore, 2009. Alcuni degli autori segnalati dalla Carmosino, giovani o meno che siano, sono di indubbia qualità e sono un ottimo punto di partenza per la ricognizione e la movimentazione da fare: Erri De Luca, Antonio Pascale, Giuseppe Montesano, Roberto Alaymo, Sergio Atzeni, Carmine Abate,Maurizio Braucci, Giosuè Calaciura, Gaetano Cappelli, Antonella Cilento, Sergio De Santis, Francesco Dezio, Marcello Fois, Antonio Franchini, Nicola Lagioia, Davide Morganti, Francesco Piccolo, Livio Romano, Roberto Saviano, Flavio Soriga, Michela Murgia, e, altri.
La comunicazione. Per fortuna e per caso, negli ultimi tempi ho conosciuto un nuovo amico. Si chiama Massimo. E’ musicista. Organizzatore di eventi creativi. Paroliere e narratore di razza. Nel Web e in piazza. Per legittima difesa, qualche anno fa, è stato costretto a trasformarsi in guerriero di strada e di Polis. E’ perbene. Assolutamente. Con un altro suo amico, lunare, ha inventato forme di comunicazione, per cui un video di qualche minuto esplode in poche ore , come una bomba. 100.000 visite su youtube, per ciascun video. In 3-4 giorni, una settimana, al massimo. Video santo e luciferino.Ha deciso di diventare, è già diventato, un promotore del progetto neomeridionalista federalista. Ne vedremo delle belle. A presto.
I colpi. Tramite Massimo, somma fortuna, ho conosciuto una giovane donna meridionale e mediterranea, Vania. Vania, qualche tempo fa, ha scritto, per caso e per necessità ,un libro, di cui ora non vi dirò nulla. Un libro in grado di far deflagrare una delle organizzazioni più potenti e altezzose della storia .Questi potentissimi (mon)signori hanno visto i sorci verdi. Vania ha deciso di confezionare altre democratiche ogive. A presto. Può darsi che avremo bisogno di lei , anche nell’umile movimento neomeridionalista.
Un secondo prototipo: lo stratega fluido e fuso. Un tipo capace di allearsi con tutti e con nessuno, di sfasciare con tutti e tutti quanti. Che è contro il nordismo e ,poi, ti propone l’alleanza con la Lega Nord, senza che la Lega Nord lo sappia. Che è un nemico giurato dei mafiosi e dei paramafiosi e poi ti propone l’alleanza con il clan diretto dal puparo massimo,senatore Marcello Dell’Utri, grande capo della borghesia mafiosa nazionale e non solo.
Un terzo prototipo: l’organizzatore fantasmatico. Che, in premessa, ti informa che lui, o lei, ha fondato un grande partito. E che, di conseguenza, vorrebbe dare una mano a comandare qualcosa. Se gli chiedi quanti iscritti ha nell’organizzazione, ti guarda prima stupito e poi indignato. Subito, ti teorizza che non ha nessun inscritto e non ne vuole avere. Non serve. Allora, tu, paziente, gli chiedi, se, di recente, si è, per caso, candidato, in qualche competizione elettorale rilevante e gli chiedi quanti voti ha preso. Allora, quasi si incazza. Ma possibile che non ho capito- mi rintuzza- che un vero rivoluzionario non si è sporcato e non si va a sporcare le mani ,con queste cazzate delle elezioni. Lui è un vero leader e basta. Per auto-definizione e auto-dimostrazione.
Quarto prototipo: il federatore dei movimenti meridionalisti. La sua argomentazione comincia così: ti risulta che , ad un certo punto, Umberto Bossi, ha afferrato diecine di leghe autonome del Nord e ha fatto, in quattro e quattrotto la grande Lega Nord?Aggiunge, o ti fa capire: e tu, coglione, cosa aspetti a fare la stessa cosa? Constatando il tuo sbigottimento, ti fa capire: non lo sai fare tu il federatore? E, allora, togliti dai piedi, che ci penso io!
E’ tremendo, credetemi, incontrare soltanto UNO dei quattro prototipi suddetti. Ma, questo è niente, rispetto alla realtà reale. La crisi di panico ti coglie,subito, se , per sfiga,ti capita di incontrare INSIEME DUE di tali prototipi, o TRE, o tutti e QUATTRO. Ma, non è finita. Il vero collasso antropologico arriva allorquando UNO dei quattro prototipi, insomma una sola persona, UNA, per genio, li riassume e li rappresenta tutte e quattro. Allora, non ti resta che chiamare il 113.
Ecco, la Politica, la buona Politica, è il contrario del serraglio di questi prototipi manicomiali. E’ serietà, impegno, responsabilità, spirito di servizio. Tessitura, dialogo, ascolto, umiltà, pazienza. Lealtà, soprattutto lealtà. Studio, comunicazione, formazione, spirito di iniziativa, lotta, ORGANIZZAZIONE. Tempi medi e lunghi, affinché, se la seminagione vi è stata, vengano i frutti.
Vedete, mentre i quattro amici al bar giocano alla politica, a litigare tra loro, a perder tempo prezioso, a tendere tranelli a se stessi,a spettegolare, a puttaneggiare, LE ELEZIONI POLITICHE ANTICIPATE SI STANNO PERICOLOSAMENTE AVVICINANDO. Che devono poter fare ,e che faranno,i neomeridionalisti seri? Giocano a fare i Bossi da manicomio?Fra due tre anni ci saranno le elezioni regionali in gran parte delle Regioni italiane. Come si stanno preparando i neomeridionalisti seri?
Un partito vero e serio esiste e può esistere sulla base di CINQUE PRECONDIZIONI:
-un vero PROGETTO STRATEGICO E IDENTITARIO;
-un PROGRAMMA vero di governo;
-una LEADERSHIP, forte, autorevole e riconosciuta;
-una ORGANIZZAZIONE robusta e capillare, con un nucleo quasi militare;
-una capacita di COMUNICARE il tutto , di narrare, di EMOZIONARE.
Per il resto, per quanto umilmente mi riguarda, rinvio ai 19 comunicati che ho avuto l’onore di proporre recentemente.
Palermo 11 febbraio 2011.