...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

domenica 27 febbraio 2011

Il pensiero fra arte e politica d'un amico ritrovato!


abbiamo ritrovato da qualche tempo un amico di studi e di battaglie sessantottine : Antonio Milanese, ex (da poco) docente di Progettazione artistica c/o l'Istituto Statale d'Arte Palizzi di Napoli e critico d'arte. Riportiamo un suo dotto commento tra arte e politica, con un filo d'ironia, affettuoso nei nostri confronti da cui traspare il piglio brigantesco che contraddistingue un degno erede e pronipote del brigante Vincenzo Milanese.

Andrea Balìa


"‎...pensando ai Ministri della cultura di questo governo del bunga bunga alla cocaina etc etc ...viene in mente una frase di Nietzsche: Il fango giace sul fondo della loro anima, e guai se il fango ragiona. ... pensando a Bondi, alla Gelmi...ni e alla Minetti e Santanchè etc etc...viene alla mente un dipinto del Botticelli ' la calunnia di Apelle'. Vedo costoro raffigurati che impersonano i più tortuosi raggiri dela doppiezza umana. Bondi il giudice somaro, (re Mida), le tre donne : Gelmini l'ignoranza, Santanchè l'insidia, Minetti la malizia le tre guidate da un vecchio becero berlusca curvo sotto il peso della sua lurida prostata (l'inganno). Accanto al vecchio siliconico una bellissima fanciulla che rappresenta la VERITA', e da lei le infinite verità e le divergenze del sapere umano divergono, fluiscono verso la nuda verità, la quale guarda sempre in alto."

"Carissimo Andrea, va a te il merito di avere sempre divulgato da tantissimi anni la conoscenza umanistica, storica/scientifica del Regno delle Due Sicilie. Un passato che è la base per il futuro del nostro SUD. Il nord ritornerà ad allevare anguille, coltivare riso e a conservare sott'olio le Zanzare della Pianura Padana."

Antonio Milanese

Andrea Balìa : Partito del Sud - Napoli

sabato 26 febbraio 2011

Milleproroghe: Vendola, ennesimo vergognoso scippo al Mezzogiorno!

parole chiare e totalmente condivisibili dal Governatore della Puglia :
Bari, 15 feb. - (Adnkronos) - ''E' l'ennesimo vergognoso scippo perpetrato ai danni del Mezzogiorno''. Cosi' il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha commentato da Bruxelles il maxi emendamento sul decreto Milleproroghe presentato oggi dal governo al Senato e sul quale e' stata posta la fiducia. ''Un vero e proprio crimine - ha aggiunto - ai danni degli allevatori, degli agricoltori, degli alluvionati della Puglia e della Campania, di tutti i cittadini delle regioni del Sud che ancora una volta vengono letteralmente derubati in nome e per conto di un asse politico Pdl-Lega che sottrae al Sud per beneficiare il Nord. Invece di dimettersi, il Governo, sempre piu' lontano dal Paese reale, continua a porre la fiducia su provvedimenti indifendibili che spaccano in due l'Italia mettendo a serio rischio la tenuta democratica del Paese''.


17 marzo 2011



Festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia il giorno 17 non mi sembra una buona idea. Vuol dire cercarsela. C'è gente che in quel giorno non prende decisioni, non fa acquisti, non esce neppure di casa, non si sposa, non parte. In alcuni edifici si passa dal 16esimo piano direttamente al 18esimo. Ci manca solo il gatto nero al centro del tricolore. Il 17 marzo è un giorno da prendere con le pinze.
180: Commodo diventa imperatore di Roma, il suo regno riscosse un tale successo che il Senato ed il popolo vollero che, alla morte, il cadavere fosse trascinato con un uncino e precipitato nel Tevere.
642: Prima vittoria in battaglia di Maometto a Badr che precede il dilagare dell'Islam in tutto il Mediterraneo e in Spagna
1942: Nel campo di concentramento nazista di Bergen-Belsen entra in funzione il primo campo di concentramento nazista, seguiranno altri con milioni di morti
1959: Tenzin Gyatso, il 14º Dalai Lama, deve fuggire dal Tibet
1981: Trovata la lista degli appartenenti alla P2 di Licio Gelli
1989: A Pavia, crolla la Torre civica dopo 800 anni, quattro morti e quindici feriti.

Mi si obietterà che non si poteva fare altrimenti perché proprio il 17 marzo Vittorio Emanuele II di Savoia veniva proclamato a Torino re d'Italia. Forse era meglio cambiare data con una più degna, il 2 giugno 1946, nascita della Repubblica Italiana, per esempio. Il 17 marzo 1861 si celebrò l'annessione al Regno di Sardegna di una parte d'Italia, non c'erano Roma e parte del Triveneto. Si celebrò la perdita di Nizza e Savoia, certamente più italiane del Sud Tirolo austriaco che occupammo in seguito. Si celebrò il massacro, che assunse le dimensioni di un genocidio, delle popolazioni del Sud. Insomma cosa c'è da celebrare? Nel 1861 non fu celebrata la nascita di uno Stato, ma l'estensione del dominio dei Savoia sul resto dell'Italia. L'articolo approvato dal Parlamento di Torino riportò infatti: "Vittorio Emanuele II assume per sé e per i suoi successori il titolo di re d'Italia". In Piemonte non si parlava l'italiano, ma il francese. Un mondo a parte rispetto al resto della Penisola.

L'Italia arriva ai suoi 150 anni sfiancata, sfinita di corruzione e di mafie, divisa su tutto, con un partito secessionista al Governo, con il Parlamento ridotto a un suk, un presidente del Consiglio impresentabile. Il presente è figlio del nostro passato, molto poco glorioso, mai messo in discussione insieme ai suoi cosiddetti padri della Patria.

Il 17 facciamo pure festa, in fondo è l'inizio di un lungo fine settimana di primavera, un super ponte di quattro giorni, ma subito dopo osserviamo un minuto di silenzio.

Ps: Il 17 succede di tutto. Mi era sfuggito il 17 febbraio "Giornata della collera libica", segnalato da mavalà. Segnalate tutti i 17 che conoscete.

Fonte : Beppe Grillo Blog
come sempre Beppe Grillo le dice giuste, puntuali e condivisibili anche sul nostro Sud; peccato che i fatti non siano conseguenziali alle parole e il suoi Movimento 5 Stelle si comportino contraddittoriamente localmente non dando mai spazio e/o sponda ai movimenti meridionalisti (al di là d'un'apparente disponibilità), perseguendo processi iper democratici che finiscono con l'essere peggiori della più bieca burocrazia.
Resta intatta la stima per le sue parole che restano però, ahinoi, solo un esercizio dialettico e di denuncia.
Andrea Balìa Partito del Sud - Napoli

venerdì 25 febbraio 2011

SABATO 26 FEBBRAIO 2011 RIUNIONE DEL PARTITO DEL SUD ( SEZ. DI PARMA) A FIDENZA (PR)


A Fidenza (PR) Sabato 26 febbraio 2011 alle ore 15,00 nella sala del bar carlitos art & coffe - via berenini 76 , si terrà un'incontro fra militanti e simpatizzanti del Partito del Sud alla presenza del referente per la provincia di Parma Domenico Maione.




All'incontro, che ha lo scopo di approfondire fra i presenti le tematiche neomeridionaliste, sarà presente il Coordinatore Nord Italia del Partito del Sud Natale Cuccurese.






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mercoledì 23 febbraio 2011

Al San Paolo di Napoli il 20 Febbraio con le nostre bandiere



Una presenza davvero significativa di nostri compatrioti con le bandiere del Regno delle Due Sicilie allo Stadio San Paolo di Napoli per la partita Napoli - Catania, trasmessa da SKY, di Domenica 20/02/2011



Fonte : Stefano Lo Passo

martedì 22 febbraio 2011

Entriamo ....a coorte!

delle nostre considerazioni, suscitate dal pezzo di Zenone di Elea (alias Mino Errico) dal titolo : "Stringiamoci a coorte" che potete leggere in home page sul sito da lui gestito http://www.eleaml.org/ che fu voce delle acute e lucide riflessioni del maestro di tutti noi Nicola Zitara.

di Andrea Balìa


Entriamo ...a coorte

Mi ripeterò nel dire, e non per spirito d’inutile piaggerìa o per comprovata amicizia, che le riflessioni di Zenone di Elea (alias Mino Errico) le leggo sempre con estremo interesse e curiosità, così come non mi succede spesso con altri, mentre mi succedeva ugualmente – con in aggiunta una susseguiosa ammirazione – per quelli di Nicola Zitara.
Mi riferisco, ovviamente, all’ultimo titolato “ Stringiamoci a coorte”, e mi piacerebbe fare delle modeste considerazioni.
Non credo il problema sia se fosse più risorgimentalista la destra o la sinistra. Entrambi hanno succhiato alla mammella italica, una con i valori esaltati della patria, dello stato unito sotto una bandiera ritenuta gloriosa, della “razza” italiana portati fino alla fanatica lettura e propaganda date dal fascismo, massima espressione della destra in Italia.
L’altra con il mito di Garibaldi, della rivoluzione popolare, un anticlericalismo latente in una troppo accentuata idea di laicità, come dice Zenone di Elea parlando della sinistra.
D’altro canto è vero che la destra , per ragioni connaturate al suo essere, s’è fatta paladina dei valori della tradizione, e che – come ha scritto Ruggero Guarini su “il Tempo” del 19 Febbraio c.m. in una lettera intestata a Napolitano dal titolo: "Napolitano citi Gramsci sull'Unità d'Italia : per i comunisti il Risorgimento fu solo una disgrazia!" citando per l’appunto Gramsci : «L'unità d'Italia non è avvenuta su basi di uguaglianza, ma come egemonia del Nord sul Mezzogiorno, nel rapporto territoriale città-campagna. Cioè, il Nord concretamente era una “piovra” che si è arricchita a spese del Sud e il suo incremento economico-industriale è stato in rapporto diretto con l'impoverimento dell'economia e dell'agricoltura meridionale. L'Italia settentrionale ha soggiogato l'Italia meridionale e le isole, riducendole a colonie di sfruttamento” e il progressista Salvemini : “Se dall'unità d'Italia il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata. E' caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone» o ancora il militante Pci Nicola Chiaromonte «L’impeto nazionale costringe gli italiani a rinunciare a una vera rivoluzione: gridando "Italia, Italia", si finisce col costringere le masse depauperate del popolo italiano a fuggire come "emigranti" dall'"Italia libera"». Dicendo al Presidente che : “Non posso, tuttavia, sottrarmi al dovere di ricordarle che a maledire lo stato che nacque dal Risorgimento non furono soltanto molti parrucconi reazionari ma anche alcune grosse menti di sinistra.”
Questo per dire che non esiste un primato di risorgimentalismo in nessuna dei due pensieri forti della politica.
Ciò detto il problema è un altro, volendolo portare ai nostri giorni, al procedere del meridionalismo e alle strade percorribili per portare il nostro Sud al riscatto e a far sì che si doti d’una ormai improcrastinabile rappresentatività politica.
Zitara ci ha dato perle di lettura ed analisi politica ed economica, come forse nessun altro e come giustamente Zenone di Elea ce ne ricorda nei titoli dei testi menzionati. Zitara, altresì, stupendo molti ed anche (per carità di patria ed onestà intellettuale vado a ricordarlo) il sottoscritto che d’impeto gli scrisse, fece nell’ultimo anno della sua vita delle considerazioni strategiche. Il Sud non può attendere ancora molto, di tempo non gliene resta granchè, pena la sua sopravvivenza, il suo esistere. L’invito, quindi, del maestro, a valutare strade di confronto anche con l’odiata politica istituzionale pur di “Entrare …a coorte”.
E qui l’argomento diventa ancor più delicato, dovendo entrare nel merito di valutazioni estremamente difficili. Di conseguenza steccati non potremo alzarne se non legati ad una lettura molto real politik : i nemici e le strade impercorribili sono tutto sommato non difficilmente individuabili. Chi fa dell’antimeridionalismo la sua bandiera, chi ne è alleato e da spazio e voce a tale posizione, ci mette nella condizione di doverlo aprioristicamente escludere. Chi vuole accoglierti, senza far troppe domande, pur di averti con sé sul carrozzone del vincitore da difendere e accrescere non lascia margini alle nostre idee. Tale sirena canta un canto adulatore che trova facili sponde in un meridionalismo d’accatto che s’allea col suo carnefice, con chi in un modo xenofobo e prevaricatore, d’un irrisolta avidità, ti sottrae ad esempio i Fondi Fas. Dovresti assumere un iter simile a “guardie e ladri”. Vedi l’esempio d’un Miccichè, sottosegretario al Cipe (erogatore dei Fondi Fas) che crea un movimento denominato Forza Sud, alleato col governo, per chiedere ciò che egli non ha dato. Pura follia da gioco napoletano, tristemente noto, delle tre carte.
E su posizioni simili s’attestano altre pseudo forze meridionaliste come quella del pivello ottantaduenne Scotti con Noi Sud, riscopertosi meridionalista in giovine età e anche lui accorso alla corte del capo, così come la Poli Bortone con Io Sud che, candidamente, dichiara : “si, sono per il Sud, ma il mio cuore batte sempre e solo a destra”. Insomma un appiattimento codino che non ci lascia grandi spazi operativi, se non con qualcuno che almeno a discuterci ti tratta con l’intento di voler capire e con dignità del tuo essere. Se son rose fioriranno…

Andrea Balìa Partito del Sud - Napoli

RINVIATA PUNTATA TV DI “PORTA A PORTA”

Ricevo e posto :
A seguito della grave crisi politica che sta insanguinando la Libia con migliaia di morti, la Redazione di “Porta a Porta” ha dovuto necessariamente rinviare ad altra data la puntata sul “Risorgimento” per lasciare spazio alle notizie provenienti da quella nazione.
Vi terremo informati.
Etichette : comunicati

CHISTI SIMU !!



di Pino Lipari


Compatrioti tutti,
senza distinzioni di sigle e di movimenti, stasera a seguito delle vibrate proteste indirizzate a tutti i mass media dalla Segreteria Nazionale del Movimento Neoborbonico e anche da altri movimenti e di semplici Patrioti, a cui hanno fatto eco persino le agenzie di stampa, in merito alle gravi ed inopportune esternazioni televisive dell’attore comico Benigni, la Rai ha ritenuto dar voce al nostro dissenso invitando alla trasmissione serale “Porta a Porta”, su Rai 1, l' Associazione Culturale Neo Borbonica.

Cercheranno di metterli in mezzo, gli tenderanno trappole, saranno accerchiati; molto possiamo fare noi da casa, aldilà delle simpatie per questo o quel movimento e aldilà delle simpatie antipatie per questo o quel personaggio stasera i neo Borbonici rappresentano TUTTI NOI, nessuno escluso, e chi proverà a remare contro per ripicche personali sarà solo una .......

Io sono uno dei fondatori del PdelSUD e ho litigato con alcuni del MNB, ma stasera farò per loro il tifo e mi procurerò la email della trasmissione e bombarderò di email alla prima scorrettezza verso chi stasera rappresenta la NAZIONE DUOSICILIANA tutta, stasera chi ci rappresenta DEVE sentire tutto il nostro sostegno dobbiamo farli diventare più forti di tutta la potenza televisiva che il nemico dispone .

Voglio finire con un augurio di stampo calcistico: quando la mia Reggina fu penalizzata di 15 punti nel campionato di serie A e nessuno credeva nella sua salvezza visto che non aveva tra le sue fila giocatori come Totti o del Piero ma c'erano solo ragazzi per la maggioranza del Sud, gente abituata a salvarsi all'ultima giornata o agli spareggi, il nostro motto contro gli squadroni del nord e contro tutti era "CHISTI SIMU", cioè questi siamo, non altri .

Quindi stasera CHISTI saranno li per noi e saranno i migliori di tutti.

lunedì 21 febbraio 2011

Il nostro Segretario Beppe De Santis incontra Napoli

TUTTI ALLA TREVES di Napoli Venerdì 11 Marzo 2011 alle 18,30

ad incontrare Beppe De Santis ed il Partito del Sud

domenica 20 febbraio 2011

Quel Sud conquistato e mai unito



riportiamo un'interessante recensione di Ruggero Guarini, sul quotidiano "il Tempo" del 19/02/2011, sull'ultima fatica letteraria di Nicola Zitara

Per Nicola Zitara l’Italia è una "non nazione" nata da una guerra di conquista. In libreria "L’invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria".


"Uno dei contributi più seri, meno demagogici, alle celebrazioni dell’Unità d’Italia è forse la pubblicazione dell’ultimo, monumentale lavoro di quel grande, ma purtroppo misconosciuto, meridionalista anti-unitario che fu Nicola Zitara. Il libro («L'invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria») è un volumone di circa cinquecento pagine pieno di documenti e tabelle. Zitara (che si è spento nell'ottobre scorso, a 83 anni, nella natia Siderno, in provincia di Reggio Calabria) ne aveva rivisto le bozze proprio pochi giorni prima di morire. Presso lo stesso editore, fra il 1971 e il 1972, aveva già pubblicato due saggi fondamentali – «L'unità d'Italia: nascita di una colonia» e «Il proletariato esterno» – nei quali aveva gettato le basi della sua analisi degli effetti perniciosi che l'impresa risorgimentale ebbe a suo avviso sul nostro Mezzogiorno. Ma la sua opera capitale è proprio questo suo ponderoso libro postumo. Quale insolito, eccentrico tipo di «meridionalista» fu Zitara! Dopo aver militato a lungo, dalla prima giovinezza fino alla maturità, nel partito socialista, diventò pian piano uno dei principali esponenti di quella singolare famiglia di intellettuali che oggi ritiene che soltanto la rinascita di uno Stato meridionale indipendente, corrispondente geograficamente al Regno delle Due Sicilie, potrà assicurare la risoluzione dei problemi del Sud. Questa conclusione, ovviamente, non poteva non portarlo ad avvicinarsi al movimento neo-borbonico. Ma a spingerlo in questa direzione contribuì non poco, paradossalmente, la sua fedeltà ad alcuni aspetti del marxismo.
Di Marx egli infatti accettò fino all'ultimo l'analisi del processo della famosa «accumulazione primitiva» del capitalismo, in cui volle vedere la chiave per analizzare le cause dello sviluppo contraddittorio del capitalismo italiano nel corso del nostro Ottocento pre- e post-unitario. Riassumere il suo pensiero sull'argomento non è certo semplice. Ma negli innumerevoli scritti (saggi, articoli, discorsi, lettere) in cui espose per anni le conclusioni politiche delle sue analisi storiche, non cessò mai di sostenere che un elemento fondamentale del programma di Cavour fu l'intento, consapevole e deliberato, di liquidare il Sud economicamente e asservirlo culturalmente al Nord. Concepito e messo in opera da lui stesso, il progetto fu portato a una prima conclusione dalla Destra Storica, proseguito poi da Depretis, Cairoli, Crispi e Giolitti, quindi ancora da Mussolini, De Gasperi ed Einaudi. Ammetteva che forse Fanfani e Nenni avrebbero voluto cambiare rotta, ma la Confindustria e i sindacati – avallati dal Pci, La Malfa e De Martino – li bloccarono. Ne consegue – diceva inoltre – che siamo ancora una non-nazione. Il Sud, da quando il Nord lo ha conquistato, è stato squalificato sia nell'immagine che nella capacità produttiva. I padani, per svilupparsi, volevano un popolo di iloti, e lo hanno avuto. Hanno regalato ai ricchi le terre della Chiesa e il Demanio pubblico, hanno prezzolato i politicanti, hanno scatenato il clientelismo, hanno inaugurato il notabilato, hanno escogitato l'assistenzialismo, hanno governato simultaneamente coi carabinieri e con la mafia. E coi partiti e i sindacati nazionali hanno falsificato lo scontro politico Il Meridione – spiegava ancora – è oggi un paese che si identifica solo per negazione. I meridionali sono italiani negati dalla stessa Italia.
L'obiettivo, tuttavia, non è – concludeva – la rivalutazione dei Borbone. Il problema è un altro: far sapere finalmente a tutti, e in primo luogo agli stessi meridionali, sui frutti di quali saccheggi e razzie piemontesi e nordiste è stata edificata l'Italia. Su quali costi vivi, a carico del popolo meridionale, essa va avanti prosperosamente. A spese di chi si europeizza e si eurizza."

Ruggero Guarini

Fonte : il Tempo del 19/02/2011

sabato 19 febbraio 2011

Italia 150: controcelebriamo con le bandiere del regno delle Due Sicilie alla partita Napoli-Catania del 20/2


Con piacere ricevo e posto quest'appello degli amici dell'Associazione Insieme Per la Rinascita con un'iniziativa alla quale aderiamo anche noi del Partito del Sud...nel mare della vuota e stantia retorica risorgimentale con le celebrazioni dei 150 anni di mala-unità, compresa l'ultima sconcertante esibizione di Benigni ieri sera a Sanremo infarcita di bugie e fesserie deamicisiane, ecco un modo serio e fattivo per riaffermare la nostra vera storia e per gridare che noi il 17 marzo non abbiamo niente da festeggiare!
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Durante la partita di campionato Napoli – Catania del 20 Febbraio, nel settore distinti dello stadio San Paolo numerosi gruppi meridionalisti raduneranno i propri iscritti muniti delle bandiere dell’antico regno di Napoli per manifestare contro le celebrazioni del centocinquantenario dell’unità d’Italia. Lo riferisce, tramite il suo presidente Stefano Lo Passo, l’associazione Insieme per la rinascita che ha lanciato l’organizzazione dell’iniziativa sul noto social network Facebook raccogliendo un sorprendente numero di adesioni. Tra i primi mobilitatisi a lanciare l’iniziativa si sono già presentati gli esponenti di sei associazioni: V.A.N.T.O., Rinascita del Sud, Giovani per il Sud, Neoborbonici, Contro vento e Partito del Sud. Lo scopo è ristabilire le verità storiche su cosa ha subito il Sud durante il Risorgimento e ciò che ne è derivato: eccidi, sottosviluppo, due guerre mondiali e tanta emigrazione.”Diffondere tali rilevanze storiche è un modo per permettere al Sud di rivendicare un trattamento ben differente da quello riservato dalla politica nazionale; dunque un invito ad unire il paese soprattutto da un punto di vista del welfare, dopo 150 anni sarebbe anche l’ora!” spiegano gli organizzatori.
Partito del Sud - Roma
Fonte : Meridionalismo

La nostra risposta a G. A. Stella ad un suo commento alla "performance" in Tv di Benigni

riportiamo un estratto dal "commento" di G. A. Stella, sul Corriere della Sera" del 18/02/2011, sulla "performance" televisiva di Benigni al Festival di Sanremo sui 150 di unità italiana. Segue una ns. breve risposta.


Sotto l’elmo di Benigni- di Gian Antonio Stella

"....Cosa c’è di più importante per una comunità del riconoscersi insieme in una epopea? Non c’è Stato al mondo che ignori il proprio atto di nascita. Solo noi. Rosario Romeo, davanti all’indecoroso tormentone di questi mesi, sarebbe basito: «Il Risorgimento rimane il processo politico più importante e positivo che il nostro Paese abbia conosciuto nei mille anni di vita della nazione italiana». Fu segnato anche da errori come le fucilazioni di Bronte o il massacro di Pontelandolfo? Certo. E come ha scritto Giuseppe Galasso «non era neppure terminato che già si iniziò a processarlo». Anche la Rivoluzione francese e il colonialismo inglese ebbero pagine nere: francesi e inglesi non buttano via, però, tutta la loro storia. Anche la bandiera americana è macchiata dalla tratta degli schiavi, dal genocidio dei pellirosse, dalla guerra civile: ma il 4 luglio gli americani la sventolano tutti, dall’Oregon all’Alabama. E se per caso la festa cade di domenica chiudono anche il lunedì. Perdono un po’ di ore di lavoro? Amen: l’orgoglio vale di più..."

la nostra risposta :

"Beh..il buon Benigni (bravo e fuor di dubbio di gran classe), potrebbe però documentarsi un pò prima di parlare in tv a tutt’Italia di storia. Cavour e gli altri morti poveri? Dove, quando? E le migliaia di meridionali trucidati e deportati nelle carceri di Fenestrelle e San Maurizio in Piemonte e sciolti nella calce viva? Morti di serie B? Galasso dice che subito dopo l’Unità iniziarono i processi? Dove l’ha visto ’sto film se a 150 anni stiamo ancora ad una storia scritta dai vincitori a livello di sussidiario elementare con tutti belli, bravi ed eroi. E i mille che, come disse Garibaldi in parlamento, erano tutti "avanzi di galera, raccolti nel letamaio della violenza"? Citare, come dice, Stella gli eccidi e gli stupri di Bronte, Pontelandolfo, ecc..come "errori" è davvero carino con Benigni che da degli stupratori ai Borbone è pura disinformazione. In America, caro Stella, ci sono i cimiteri in onore ai caduti perdenti del Sud e c’è la giornata nazionale per la loro commemorazione...non facciamo paragoni, per favore!Un consiglio comunque a tutti per schiarirsi le idee: compratevi e leggetevi "TERRONI" di Pino Aprile, 550.000 copie vendute e alla 27a ristampa!"
Andrea Balìa Partitodel Sud - Napoli

venerdì 18 febbraio 2011

giovedì 17 febbraio 2011

Antonio Gramsci spiega la crisi della Fiat - Fa discorsi piu' attuali lui da morto, che molti sindacati dal vivo



La FIAT ha perduto la sua battaglia...Questo fatto dipende forse da una momentanea defaillance della capacità tecnica dei costruttori della FIAT o da una rimediabile disorganizzazione dell'industria, o da un inizio di decadenza senza rimedio?...I capi della FIAT erano allora veramente "capitani dell'industria", esperti, sagaci, arditi e prudenti nello stesso tempo. In che cosa li ha trasformati la guerra? In cavalieri d'industria. Essi hanno abbandonato la tradizione degli anni passati per cercare fortuna nel campo della speculazione più temeraria, nei giuochi di banca più pericolosi...
Si aggiunga che innumerevoli industrie sorsero durante il conflitto mondiale, che aggruppamenti potentissimi di finanzieri si formarono nell'intento di conquistare industrie, banche, mercati. S'iniziarono per conseguenza lotte furibonde a colpi di milioni. Si cominciò a cercare nella speculazione l'arma che permettesse di resistere agli avversari, si tentò con artifizi di borsa di far fallire i piani minacciosi dei concorrenti...
La FIAT non è rimasta estranea a queste competizioni. L'attività del comm. Marchionne, in altri tempi rivolta a migliorare il funzionamento dell'azienda industriale, è rimasta quasi completamente assorbita dalle manovre dei gruppi di banchieri, che si assaltavano a vicenda... L'uomo, il grande capitano d'industria, si è infiacchito rapidamente. I suoi nervi scossi violentemente dalla continua tensione gli hanno tolta la lucidità di mente, la freddezza necessaria per chi sta a capo di una grande azienda. Mentre la concorrenza industriale si trasformava in una rovinosa competizione di gruppi bancari, il capitano d'industria si trasformava fatalmente in speculatore, in cavaliere d'industria. A questo punto è cominciata la decadenza della FIAT. Marchionne, il liberale Marchionne, scosso da tante fatiche, con un colpo di testa rinunciava alla simpatia degli operai adottando una politica reazionaria verso le maestranze. Per sbarazzarsi dei comunisti non ha più tenuto conto né dell'organizzazione tecnica degli stabilimenti né delle esigenze molteplici dell'industria. Molti fra i migliori operai furono licenziati per scuotere le basi dell'organizzazione operaia d'officina. In molti reparti vennero a mancare gli elementi tecnicamente più capaci, i più esperti produttori. I non licenziati, profondamente colpiti nelle loro idealità dalla reazione furente, sotto la minaccia del licenziamento, costretti a lavorare in un'atmosfera di reciproca diffidenza, furono messi in condizione pessime per la continuità e per la bontà della produzione...
I capitalisti, impegnati nei giochi di borsa, non potevano rinunciare neppure ad una parte dei loro profitti per trarre da questa condizione gli operai. Cercarono perciò di rimediare con la reazione. S’illusero che allontanando migliaia e migliaia di operai dalle officine, ristabilendo l’autorità assoluta del padrone, stringendo i freni, rendendo inflessibile la disciplina, le industrie potessero riprendere il loro andamento normale. Errore grave. Trascurata la riorganizzazione del dopoguerra, eliminati elementi insostituibili, generata la sfiducia e il malcontento nell’animo degli operai, la produzione si fece più scadente. Oltre la crisi un altro grave pericolo minaccia la Fiat: la decadenza.
[Errata Corrige: Sostituite la parola "Agnelli" alla parola "Marchionne" e ritroverete il testo esattamente come fu scritto dal preveggente Gramsci e come fu pubblicato su "L'Ordine Nuovo" il 6 settembre 1921 e successivamente inserito negli "Scritti Politici".]
Fonte : mamma.am

Gaeta su BBC NEWS EUROPA


NEWS EUROPA

L'Italia commemora 150° anniversario della sua unificazione



Fonte : BBC NEWS EUROPA

mercoledì 16 febbraio 2011

Il 17 marzo accendiamo una candela per ricordare le vittime del Sud

Mentre la politica e l’economia dibattono sull’opportunità di chiudere fabbriche ed uffici il 17 marzo, festa dell’Unità d’Italia, tutti dimenticano che milioni di meridionali hanno versato il sangue in quei terribili anni che anno visto il tramonto (con la forza) del Regno borbonico. L’eccidio di Pontelandolfo, il lager-prigione di Fenestrelle in Piemonte sono solo alcune delle pagine nere dell’Unità, che la storiografia ufficiale ignora da 150 anni. Il 17 marzo, è certo, si scenderà in piazza con le bandierine del tricolore per festeggiare la nascita di un Paese che, dopo un secolo e mezzo, è ancora più spaccato di prima.
E’ giusto, però, onorare anche la memoria di chi credeva in un altro ideale, soffocato nella violenza e calpestato. E’ per questo che molti movimenti meridionalisti stanno aderendo ad una iniziativa nata sul popolare social network Facebook: accendere una candela in ogni piazza del Sud il 17 marzo per ricordare i martiri del Sud. In molti, inoltre, si recheranno a Roma, in piazza del Pantheon per una manifestazione nazionale. Le violenze subite dalle donne meridionali durante la guerra di annessione, le fucilazioni di massa ed i saccheggi non fanno parte della memoria collettiva, i libri di storia ci hanno raccontato un’altra Italia. Del resto, è banale ma è così, la storia la scrivono i vincitori.
Sarebbe opportuno, inoltre, impegnarsi anche per dedicare una piazza ai martiri del Sud in tutti i comuni del Mezzogiorno. Esistono migliaia di Corso Garibaldi, piazza Vittorio Emanuele, via Cavour. Ora, nessuno vuole stravolgere la toponomastica di mezzo Paese, ci mancherebbe, però è giusto dedicare una piazza, una strada, una parco alle migliaia di persone che hanno perso la vita perché credevano in un ideale, difendevano la propria Patria. Non si tratta di dividere il Paese, ma solo di restituire dignità a chi è stato trattato, anche dalla storia, come un lestofante.
Maggiori informazioni sulla manifestazione di Roma e sull’iniziativa delle candele per il Sud le trovate su
Facebook

martedì 15 febbraio 2011

Pippo Callipo contro la "sordità" del palazzo

PIPPO CALLIPO: A ROMA S’AFFONDANO LE PROSPETTIVE DEL PORTO DI GIOIA TAURO

Mentre circolano le prime notizie sui contenuti del Decreto Milleproroghe, dal legale rappresentante pro-tempore di Confindustria Reggio Calabria, Filippo Callipo, il grido d’allarme verso la sordità di Roma e l’immobilismo calabrese.“Mentre in Calabria si fanno solo parole, a quanto pare a Roma s’affondano le prospettive del porto di Gioia Tauro - afferma il noto imprenditore che continua - Il decreto mille proroghe muove verso la sua approvazione, riservando, a quanto è dato sapere, solo le briciole al porto di Gioia Tauro. Se così fosse, sarebbe un disastro per tutta la Regione. C’era da attendersi, dopo l’approvazione di un preciso ordine del giorno del Consiglio regionale, che da Roma un pò d’ascolto lo dessero al Governo della Regione. E’ chiaro che, se non si otterranno risultati, la Calabria deve prepararsi ad una mobilitazione che dovrà essere storica e sorprendere l’Italia per partecipazione e incisività."

Gino Giammarino de il Brigante : "Ma cos'ha da festeggiare l'unità d'Italia un Sud sempre più abbandonato da Roma e da fratelli d'Italia che non sono neanche cugini alla lontana?!?!"

Gaeta 13 febbraio 2011: Intervista con Beppe De Santis - Gaeta , il Sud e i 150 anni di malaunità

http://www.youtube.com/watch?v=fiN777k3Fh0

Beppe De Santis , segretario nazionale del Partito del Sud.
Gaeta , il Sud e i 150 anni di malaunità.

lunedì 14 febbraio 2011

Intervista a Andrea Balìa su "la Discussione" di Domenica 13 /02/2011


domenica/lunedì
13/14 febbraio
2011
laDiscussione
pag. 7

Utile raccontare ciò che accadde
Andrea Balia, vicepresidente del Partito
del Sud, “condannato” ad essere italiano

La presa di Gaeta di cui quest’annoè il 150esimo anniversario è il ricordo di un giorno fausto o nefasto?

Il 13 febbraio del 1861 fu una giornata nefasta che decretò la fine del regno borbonico e l’inizio di una storia e di una storiografia che non fu onesta nel descrivere la realtà del Meridione. La fortezza quel giorno continuò ad essere bombardata dal generale Cialdini anche se Vittorio Emanuele II e Francesco II stavano firmando gli accordi di pace. I danni subiti da Gaeta furono tali che lo stesso re d’Italia si impegnò a risarcire la città. Nel 2008 l’attuale sindaco di Gaeta eletto con l’appoggio di una lista civica e del Partito del Sud, ha intentato una causa contro la dinastia dei Savoia per chiedere il risarcimento dei danni subiti durante l’assedio del 1861 come aveva promesso, ma non mantenuto, Vittorio Emanuele II.

Le Monde dedicò una pagina alla notizia. La stampa italiana la ridicolizzò o la ignorò. Perché secondo lei?

Devo risponderle con una frase fatta: la storia la scrivono i vincitori e i piemontesi la scrissero dimenticando per esempio che nel 1856, cinque anni prima dell’annessione allo Stato sabaudo, il regno borbonico era al terzo posto nella classifica delle nazioni europee più sviluppate e che il generale Cialdini, per le sue cruente azioni militari, fu considerato dalla stampa europea dell’epoca un criminale di guerra. In molte città del Sud, tuttavia, ci sono strade a lui intitolate. È come se gli ebrei vivessero in città con viali dedicati a Hitler.

Il suo sembrerebbe un represso sentimento anti-italiano.

Non sono anti-italiano e non lo è il Partito del Sud. Noi però riconosciamo l’Italia del1946, non quella del 1861. Gramsci del resto scrisse che «lo stato italiano è una feroce e cruenta dittatura che ha messo a ferro e fuoco il Meridione squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti». Anche riguardo alla storia del Sud latifondista va detto che il latifondo fu ripristinato dai Savoia.

Il suo partito sostiene che l’emigrazione è un fenomeno post-unitario, conseguenza dell’annessione al regno sabaudo.

Prima dell’unità, l’emigrazione non esisteva. L’inizio di tale fenomeno coincide con l’arrivo dei piemontesi e con l’impoverimento dei contadini del Sud a cui non restò che scegliere tra l’emigrazione o il brigantaggio. Fino ad allora avevano avuto le terre in uso civico e in tutto in regno esistevano solo cinque imposte, dopo l’arrivo dei Savoia divennero 41. Molte fabbriche del Sud poi furono chiuse per far lavorare di più quelle del Nord. È il caso ad esempio delle acciaierie di Napoli abbandonate in favore dell’Ansaldo di Genova.

A Gaeta quindi si celebrerà un’unità dal sapore molto amaro?

Sì, ma l’amarezza non sta nella sconfitta militare, l’amarezza sta nel fatto che non si vuol raccontare la storia così come è andata. A cominciare dal fatto che il Piemonte era molto indebitato mentre le casse borboniche erano ricchissime e che con l’unità, il Meridione fu espropriato di terre, fabbriche e soldi.

Fonte : ladiscussione del 13/02/2011

Sabato 12 e Domenica 13 Febbraio 2011 a Gaeta - Commemorazione dell'assedio



Il discorso di Raimondi e i fischi dei borbonici
Momenti di tensione si sono registrati durante la cerimonia. Alla lettura, da parte del capo di gabinetto del sindaco Alessio Buonomo, di stralci del discorso pronunciato dal sindaco Corbo nel 1961, in cui si denunciavano le sofferenze di Gaeta ma si elogiava anche l'Unità d'Italia, sono partite bordate di fischi e cori di "vergogna!" e "viva 'o re!" dal pubblico.



Subito dopo ha preso la parola il sindaco Raimondi, in fascia tricolore, per il suo atteso discorso. "Sono dispiaciuto per i fischi - ha esordito l'Americano - qui siamo tutti meridionali, se siamo qui a commem
orare le vittime di un assedio ci dovrebbe essere un atteggiamento diverso, di rispetto per tutti coloro che qui persero la vita". Raimondi ha proseguito nel discorso sul filo dell'equilibrio, a braccio, riuscendo a stemperare le contestazioni e incassare gli applausi di tutti. "Credo ancora nella democrazia - ha proseguito - ma la storia del Risorgimento fu scritta dai vincitori. Noi non vogliamo disunire ma unire con più forza. L'unione della Nazione si deve basare sulla verità storica, anche quella dei vinti. E noi a Gaeta fummo i vinti, non i vincitori. Oggi abbiamo bisogno di un meridione più forte, più unito, perché senza il suo Sud l'Italia non è nulla". Il sindaco ha ricordato il dramma dell'emigrazione, la questione demaniale e gli sforzi della sua amministrazione, le date più tragiche dell'assedio del 1860/61, la questione ancora aperta del risarcimento danni per una "guerra fratricida e non dichiarata". Nelle conclusioni l'omaggio all'unità nazionale, a fronte delle polemiche sul 150°: "Il vero Risorgimento fu la Resistenza dopo l'occupazione nazista e la fuga del Re. Noi vogliamo festeggiare la Liber
azione e il 2 giugno. Vogliamo, insieme al Sud, un'Italia libera, unita, democratica, repubblicana". La cerimonia è terminata con l'omaggio di una corona, con bandiera italiana, sotto la stele dedicata alle vittime dell'assedio.

Tutto esaurito per il convegno della Fedelissima
Sala piena all'hotel Serapo durante il pomeriggio per il convegno della Fedelissima Città di Gaeta organizzato dall'avvocato Scafetta e giunto, proprio quest'anno, alla ventesima edizione. Studiosi e appassionati da tutto il Sud per un lungo dibattito che ha visto tra i partecipanti anche giornalisti autori di libri di successo sulla storia del Sud come Pino Aprile, Lorenzo Del Boca, Gigi Di Fiore. In un

'altra sala erano in vendita gadget, volumi e bandiere a tema, compresi francobolli duosiciliani e servizi di tazze marchiati "I Love Borbone". Vanno a ruba gli adesivi del sito neoborbonici.it col disegno di un'Italia insaguinata e lo slogan "Io non festeggio - 150 anni di bugie".

Soddisfatto l'assessore sudista Antonio Ciano: "Quello
che non capisce chi ci critica è che oggi, grazie a questa iniziativa, gli alberghi e i ristoranti di Gaeta sono pieni. Sono rammaricato per i fischi di stamattina ma io non ho niente da spartire coi monarchici e coi fascisti, io sono un repubblicano e un democratico". Elogia la riuscita dell'evento anche il presidente di Confcommercio, e appassionato di storia borbonica, Vincenzo Zottola, il quale garantisce pure che il progetto di un "festival di musica del sud", già ribattezzato sulla stampa "l'anti-Sanremo gaetana", è ancora in cantiere. Alcuni relatori elogiano il "modello Gaeta", il sindaco Raimondi incassa e rivendica "l'onesta di questa amministrazione". Atmosfera elettrica al convegno quando l'assessore di Lampedusa Pappalardo, ex generale dei Carabinieri in pensio
ne, ha annunciato la scissione dell'isola dallo Stato italiano per poi abbandonare rumorosamente la sala. Mormorii di disapprovazione anche quando il giornalista del Giornale e del Foglio Ruggero Guarini ha paragonato "l'accanimento dei moralisti bacchettoni di sinistra contro Berlusconi a quello subito dai sovrani borbonici dai giacobini nell'Ottocento". La sera ristoranti gaetani affollati con "menù storici del 1861".

Vescovo e Sindaco a Monte Orlando

Commozione alla Montagna Spaccata, ritorna la bandiera
A mezzogiorno la folla si è diretta alla Montagna Spaccata, presso il santuario della Trinità, per la tradizionale cerimonia di omaggio ai caduti. Da un passaggio generalme
nte chiuso al pubblico si è arrivati, nel panorama mozzafiato di Monte Orlando, dove centocinquant'anni fa sorgeva la batteria Transilvania, colpita proprio il 13 febbraio 1861 in un'inutile strage poche ore prima che fosse firmata la resa. I cadetti dell'accademia militare della Nunziatella hanno lanciato una corona di fiori in mare.

Alla presenza del sindaco Raimondi e del vescovo D'Onorio è stata innalzata, "dopo 150 anni", la bandiera gigliata delle Due Sicilie. Grida di "onore!" e "viva 'o rre!", qualche occhio lucido. L'avvocato Sevi Scafetta, da vent'anni organizzatore del convegno della Fedelissima, ha tenuto un breve discorso per ricordare che "siamo qui per celebrare coloro che 150 anni fa vennero a versare il proprio sangue" e anche per rispondere alle accuse dei borbonici più estremisti che una settimana fa hanno organizzato una contro-manifestazione. "Qui non si viene per affari personali né per propaganda politica - ha detto Scafetta - il nostro convegno è nato per mettere a disposizione di tutti, anche delle istituzioni, il nostro patrimonio storico". È intervenuto, parlando al megafono, anche il sindaco Raimondi ribadendo lo slogan scelto dal Comune, "la verità rafforza l'unità".

Boom di presenze. Il sindaco anticipa nuove iniziative
A fronte delle polemiche, sia a livello cittadino che nazionale, il weekend del 150° gaetano all'insegna dei Borbone si è rivelato un successo. Un vero boom di presenze alle iniziative, con dati positivi registrati anche da alberghi e ristoranti. Molto visitata anche la mostra, inaugurata venerdì al Centro Storico Culturale, sui soldati borbonici. Risonanza anche sui media, presente oggi anche una troupe del tg di La 7. Il sindaco Raimondi gongola: "Lo vedete? Questa è la Gaeta che funziona, non le chiacchiere che so già mi verranno rivolte domani in consiglio comunale. Abbiamo unito la ricerca storica col successo turistico".

E annuncia altre iniziative: "Il 19 giugno vogliamo organizzare un weekend per rievocare il matrimonio di Carlo di Borbone del 1738, quando Gaeta conquistò ufficialmente il titolo di Fedelissima". E il discusso 17 marzo 2011, per l'Unità d'Italia? "Ci stiamo pensando, per quel giorno ci inventeremo qualcosa". Unica nota dolente i fischi di ieri mattina a Porta Carlo III sulle parole di Corbo: "Avevamo scelto di leggere sia le parti del discorso più unitarie sia quelle più di denuncia, ma non è stato capito. Probabilmente alcuni volevano contestarci a prescindere. Quelle parole nel 1961 davanti alle massime autorità furono un atto di coraggio che meritava di essere ricordato, dov'erano loro, i contestatori fanatici, nel 1961?".

Fonte : NON MI ARRENDO

sabato 12 febbraio 2011

Beppe de Santis 20° comunicato PSUD 2011 - 11 febbraio 2011 parte prima


http://www.youtube.com/watch?v=-WJExYj0PvU

Il vicesindaco di Gaeta Di Ciaccio: "Orgogliosi di festeggiare la nostra storia". Forse arrivano gli eredi Borbone


Oggi, domani e domenica Gaeta ospiterà il tradizionale convegno nazionale «Gaeta e il sud a 150 anni dal Regno delle due Sicilie», organizzato dalla Confcommercio di Latina e patrocinata da Confcommercio di Napoli, Regione Lazio, Provincia di Latina, Comune di Gaeta, Camera di Commercio di Latina, Unione nazionale delle Pro Loco e Pro Loco Città di Gaeta, ordine Costantiniano di San Giorgio, Arcidiocesi di Gaeta, centro storico culturale «Gaeta» e raggruppamenti storico-militari delle due Sicilie.«Tale iniziativa mira - ha dichiarato il presidente di Confcommercio Latina Vincenzo Zottola - alla valorizzazione delle reali vocazioni economiche del Mezzogiorno attraverso il recupero del suo patrimonio culturale. Solo con una reale valorizzazione delle risorse e peculiarità del territorio è possibile giungere ad un suo rilancio».«Siamo molto orgogliosi - ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Gaeta Salvatore Di Ciaccio - di partecipare attivamente alle commemorazioni dei 150 anni. Riteniamo di aver dato un contributo importante con l'allestimento della mostra 'Uomini d'arme dell'esercito napoletano che verrà inaugurata venerdì alle 17 presso il museo del centro storico culturale Gaeta». «Scoprire, ascoltare la storia della propria gente - ha sottolineato l'avvocato Sevi Scafetta, tra gli organizzatori del convegno - dei luoghi in cui si è nati, significa valorizzare il pensiero, nobilitare l'azione quotidiana in ogni campo». Altro protagonista del convegno è sicuramente il Sacro militare ordine Costantiniano di San Giorgio. «Fin dalle prime edizioni - ha commentato il vice-delegato del Lazio Franco Ciufo - l'Ordine ha sempre dato il suo patrocinio e non è mancata la presenza degli eredi della Real casa di Borbone delle due Sicilie. Il Convegno si rinnova ancora oggi ed è motivo di riflessione per i nostri giovani che in tal modo possono conoscere la verità storica del buon governo dell'epopea Borbonica».

Fonte : Latina Oggi del 11 febbraio 2011

venerdì 11 febbraio 2011

APERITIVO COL BRIGANTE A PALAZZO VENEZIA NAPOLI

Sabato 12 febbraio 2011 alle ore 12:00 presso Palazzo Venezia in Napoli si terrà il primo di una serie di appuntamenti pubblici a cura de Il Brigante tesi ad una rivisitazione critica del risorgimento.Si apre con la scrittrice barese Chiara Curione ed il suo libro “Un eroe dalla parte sbagliata” .
A fare da motivo scatenante alla discussione che sarà animata dallo scrittore Vincenzo Martongelli, da Andrea Balìa (”Partito del Sud”) e da Antonio Salvia (”Insieme per la Rinascita”).
A moderare l’evento sarà il direttore Gino Giammarino.
Seguirà aperitivo.
Fonte : www.ilbrigante.it

UNA CLASSE DIRIGENTE FALLITA, EVERSIVA E PERICOLOSA.



Comunicato n. 20 di Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud,fondato da Antonio Ciano



Fratelli e sorelle meridionali,


in questo inquieto inizio del 2011, vorrei segnalarvi 10 punti , sui quali pensare, organizzarsi e combattere.


UNA CLASSE DIRIGENTE FALLITA, EVERSIVA E PERICOLOSA

1) La classe dirigente di governo d’Italia è miseramente fallita, e, quella di opposizione gira a vuoto.
Non ci sono più parole per descriverne il degrado morale e civile.
Eppure, tutto continua ad andare alla deriva.
L’immagine dell’Italia nel mondo è umiliata.
Certo, una parte del popolo italiano è succube e complice, omologata ai modelli di mercificazione, di rapacità, di ladrocinio, di irresponsabilità che imperano nei Palazzi del potere.
Un’altra parte,minoritaria, seppure non trascurabile, del popolo italiano si indigna, prova a ribellarsi, si ribella, come ha dimostrata la recente e clamorosa nobilitazione del mondo della scuola, dell’università e della ricerca,trainata valorosamente dai giovani. Ma, dov’è lo sbocco politico, serio e strutturale, di tale mobilitazione? Non c’è ancora.
Una terza parte del popolo italiano, forse la maggioranza, è confusa, frastornata, oscilla tra astratti furori e ripiegamento individualistico frustrante. La voglia di fuga, alla ricerca di qualche via di fuga che non c’è. Il fatto è che non si può fuggire dalla realtà,devastante,inaccettabile.
Tutto ciò a Nord come a Sud, soprattutto nel Sud.
Il punto è che per l’intero Paese, ma soprattutto per il Sud- e per i meridionali,ovunque essi siano-manca una proposta politica-o non è sufficientemente matura o ancora non percepita- all’altezza della sfida e delle aspettative.
L’intera-o quasi- classe politica al comando deve andarsene a casa:questo è il punto.
Si deve procedere – e presto -ad una vera e propria rigenerazione dell’intera classe politica del Paese.
Si tratta, è bene saperlo, di una rivoluzione politica e morale.

PER UNA REPUBBLICA FEDERALISTA, UNO STATO FEDERALE DEL MEZZOGIORNO E UN PARLAMENTO DEL SUD.

2) Bisogna indignarsi e di brutto.

Ma, l’indignazione va accompagnata dalla PROPOSTA, dal progetto,dalla comunicazione del nuovo progetto, dalla mobilitazione per affermarlo, dall’organizzazione tenace e capillare per radicarlo, dalla fatica e dalla pazienza dei seminatori e dei maratoneti perché l’impegno sia all’altezza della partita.
Dobbiamo costruire , presto e bene, una vera REPUBBLICA FEDERALISTA. Il centralismo ha fallito, né è riproponibile. Una repubblica federalista unitaria e cooperativa, secondo la storica lezione tedesca. Un federalismo cooperativo , efficiente e democratico, che è l’esatto contrario del falso federalismo nordista, leghista, divisionista e razzista.
La costruzione urgente, urgentissima ,di tale Repubblica federalista non può che avere un grande cuore meridionalista, un propulsore neomeridionalista, un MOTORE NEOMERIDIONALISTA, UNA SOGGETTIVITA’ autonoma NEOMERIDIONALISTA. Altrimenti tale Repubblica, non soltanto non è fattibile, è addirittura impensabile.
A fondamento della nuova Repubblica federalista d’Italia vi deve essere la costruzione dello STATO FEDERALE DEL MEZZOGIORNO, con- intera-la sua autonomia, attraverso un Parlamento dello Stato federale del Mezzogiorno, che selezioni la nuova classe dirigente del Sud, anche sotto il profilo generazionale. Secondo la lucida e audace proposta formulata, di recente, da Giorgio Ruffolo , nel volume “Un paese troppo lungo”.

IL PARTITO DEL SUD COME PARTITO MEDITERRANEO

3) Il partito neomeridionalista d’azione , che stiamo costruendo, il Partito del Sud, è anche il PARTITO DEL MEDITERRANEO. Senza una grande politica euro-mediterranea per l’Italia non c’è futuro, per il Sud non c’è futuro, nel quadro della feroce competizione globale in atto. La clamorosa rivolta – la rivoluzione-dei popoli arabi –trainata eroicamente dalle nuove generazioni-rappresenta una svolta storica nello scenario mediterraneo, quasi pari alla caduta del Muro di Berlino del 1989. Un grande Partito del Sud è il nuovo soggetto di una poderosa e innovativa politica euro-mediterranea, dopo la crisi, per esaurimento, del partenariato euro-mediterraneo di Barcellona 1985. La tutela dei prodotti agricoli mediterranei, la logistica, una politica energetica sostenibile e all’altezza dei tempi,un partenariato tra le piccole e medie imprese e di enti locali e regioni delle due sponde del Mediterraneo, una politica ambientale mediterranea globale,una governance seria e onesta dei flussi immigratori, un dialogo interculturale e interreligioso rispettoso delle reciproche identità e dei diversi statuti di cittadinanza costituzionale,il rilancio di una politica di sicurezza e di pace fondata sulla giustizia: sono questi gli assi portati del nuovo ciclo di politica euro-mediterranea che ispirano il Partito del Sud, sul versante mediterraneo.

CONTINUA, SFRENATO, LO SCIPPO DELLE RISORSE DESTINATE AL SUD

4) Continua , frattanto, l’IMPOSTURA DEL FALSO “PIANO PER IL SUD” della maggioranza berlusconiana e del governo delle cricche e delle puttane. i 50 miliardi della programmazione comunitaria 2007-2013 e i 50 miliardi del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS) restano bloccati, da parte dell’ingordo e sciagurato sistema nordista leghista-tremontiano.Tra menzogneri annunci di spesa, mai realizzata,scippi continui della spesa per investimenti destinati al Sud,e,irreversibile degrado della crisi economica , sociale e occupazionale del Sud.

LA TRUFFA DEL COSIDDETTO FEDERALISMO FISCALE

5) Continua ad imperversare l’offensiva di quella cosa oscena ingannevolmente denominata “Federalismo fiscale”. Ancora e tutta sulla pelle del Sud e di meridionali. Primo:questa operazione obbrobriosa e pericolosa non c’entra nulla con il federalismo, quello vero. Secondo:è una truffa, ed ennesima rapina, ai danni del Sud. Dopo lo scippo della spesa pubblica per investimenti, i nordisti e leghisti vanno all’attacco della spesa pubblica corrente destinata al Sud, con l’intento di scippargli altri 50 miliardi annui di spesa corrente ( scuola, università, servizi sociali e sanità, enti locali), secondo- tanto per fare un esempio- le capziose argomentazioni del prof. Luca Ricolfi, sintetizzate nell’inquietante libello “Il sacco del Nord”,argomentazione scientificamente infondate e politicamente devastanti.Terzo:aumentano le tasse per tutti. A favore delle fameliche caste e castine. Altro che “non metteremo mai le mani nelle tasche dei contribuenti”. ”Tasse per tutti”, “Pilu per tutti”, secondo il mitico Cetto Laqualunque.

LE MAFIE, QUESTIONE NAZIONALE

6) Spesso la verità, specie in Italia, fa fatica ad affermarsi. Eppure, i fatti hanno la testa dura. Anche le imposture, falsificazioni di sistema, sono dure a morire. Finalmente, nelle ultime settimane, in modo lento ma implacabile,si va consolidando la verità che QUELLA DELLA MAFIA- delle mafie- E’ UNA QUESTIONE NAZIONALE. Inchieste giudiziarie severe e incalzanti,una attenzione via via più vasta e consapevole da parte dei mass-media- in particolari, seppur non numerose, trasmissioni- e di una nuova generazione di giornalisti, l’irruzione sulla scena pubblica di nuovi giovani protagonisti come Roberto Saviano, la pubblicazione-sempre più qualificata e numerosa-di saggi e libri, tutto questo va imponendo una delle verità tra le più rimosse della tremenda storia unitaria d’Italia:LE MAFIE, PUR NATE E RADICATE NEL SUD,FANNO AFFARI SOPRATTUTTO AL NORD. A partire dalla ‘Nrangheta. Retrovie al Sud e business al Nord. Genesi al Sud e nuovo radicamento territoriale diffuso al Nord. Retrovie al Sud e alleanze fitte e inestricabili con i vecchi e nuovi potentati affaristici e politici del Nord, compresa la Lega Nord. La svolta mediale di massa e definitiva è avvenuta in una delle recenti puntate di “Vieni via con me”, con Fazio e Saviano, presente – eccome presente-anche il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Una parte di questa verità sta a significare che , certo, parti del popolo meridionale e delle sue classi dirigenti hanno gravi responsabilità nella genesi e nell’espansione delle mafie. Ma,il punto è che le mafie sono state , da sempre, al servizio di tutti i sistemi politico-criminali nazionali e del Nord e delle sezioni criminali delle classi dirigenti nazionali e del Nord . La stragrande maggioranza del popolo meridionale è stata la prima e generalizzata vittima delle mafie e della borghesia mafiosa meridionale, nazionale e nordista. E sono stati – e sono, finora – prevalentemente meridionali gli eroi della lotta antimafia, a partire da Falcone e Borsellino e dalla sterminata schiera di più umili- ma, non meno nobili- servitori della legalità costituzionale e dello Stato di diritto. Sull’argomento mi limito a richiamare alcuni libri straordinari, di recente o recentissima pubblicazione: Enzo Ciconte, “ Ndrangheta padana”, Rubettino, 2010; Francesco Forgione, “Mafia export”, Castaldi e Dalai, 2009; Roberto Galullo, “Economia criminale”, Il Sole 24 Ore,2010; Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo, “I gattopardi”, Mondadori, 2010; Gianluigi Nuzzi, “Metastasi”, chiarelettere, 2010; Francesco Renda e Antonio Riolo, “Liberare l’Italia dalla mafie”, Ediesse, 1998.
Anche per consolidare definitivamente la reale e indispensabile dimensione nazionale della resistenza e della lotta per debellare tutte le mafie, e non continuare a scaricarla, in modo vigliacco e bugiardo, soltanto sul groppone dei meridionali e del Sud, abbiamo fatto nascere e stiamo sviluppando il PSUD.
Presto, proprio come PSUD, lanceremo-a partire dal ragusano e da Vittoria- una vigorosa offensiva contro una dimensione essenziale,e ancora in ombra , dei sistemi politico-economico- criminali,quella delle AGRO-MAFIE, contro il devastante insediamento delle mafie nell’intera filiera agricola e agroalimentare, dalla produzione ai trasporti alla grande distribuzione. Un tassello essenziale della odierna questione agricola.

“PADANIA LADRONA, LEGA LADRONISSIMA”

7) E’ tempo di aprire uno scontro frontale contro la Lega Nord, le varie vomitevoli forme di leghismo razzista e di nordismo cialtrone.
Per LEGITTIMA DIFESA. Perciò, siamo stati costretti a metter in campo il PSUD.
Il tempo degli imbrogli leghisti, delle imposture fascistoidi e delle violenze razziste della Lega Nord deve finire.
Bisogna attaccarli frontalmente, e noi del PSUD lo facciamo e lo faremo sempre di più e sempre meglio, questi pericolosissimi cialtroni. Che hanno fondato la loro sub-casta di politicanti della peggiore risma, sull’odio razzista antimeridionale. Si legga, si rilegga e si tenga sul comodino “Terroni” di Pino Aprile.
Basta. Sono 25 anni che tengono bottega. A nome di un finto federalismo, che è, in realtà, razzismo, divisionismo, antimeridionalismo becero e bavoso, spirito e pratica sistematica di rapina ai danni del Sud. Sono da 10 anni al potere e al governo centrale, nel ruolo dei peggiori lacchè e guardaspalle del berlusconismo, delle sue cricche, delle sue infinite imposture,delle sue vomitevoli impudenze, di una scena pubblica ridotta alla peggiore versione – da incubo-di Drive In. In questo periodo- di predominio leghista e nordista- l’Italia è declinata ed è stata definitivamente sfasciata. Il Sud umiliato e offeso definitivamente. Tutte le autonomie locali sono state vulnerate e svuotate. Altro che federalismo. Hanno occupato- con inquietante voracità, scaltrezza e rudezza- tutti i gangli di potere possibili e immaginabili: comuni , province, regioni, Parlamento e governo,municipalizzate e aziende pubbliche e parapubbliche, ospedali, IACP, enti di assistenza, banche, giornali e tv, insomma tutto. HANNO OCCUPATO E LOTTIZZATO TUTTO. Da fare rimpiangere i peggiori lottizzatori e ladri della prima Repubblica.
A chi fosse distratto, consiglio vivamente di dare un’occhiata ai seguenti volumi, freschi freschi di stampa, sulle malefatte leghiste, sulla “Padania ladrona e la Lega ladronissima”, tanto per rinfrescare la memoria: Fabio Buonasera e Davide Romano, “Inganno padano”, La Zisa, 2010; Eleonora Bianchini, “Il libro che la Lega Nord non ti farebbe mai leggere”, Newton Compton, 2010; Andrea Marzocchi, “Svastica verde”, Editori Riuniti, 2011; Sebastiano Canetta e Ernesto Milanesi, “Lega Land”, manifestolibri, 2010.

CELEBRAZIONI FONDATE SULLA MENZOGNA E MANIFESTAZIONI DELLA VERITA’

8) Veniamo, ora, al tema clou: l’Italia/la questione italiana, la questione dell’identità italiana, la crisi-mutazione dello Stato-Nazione, la crisi del vecchio centralismo, la disunità d’Italia, la frattura Nord-Sud. La bagarre e il polverone per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Partiamo dal programma di celebrazioni del 150°, e, dal suo svolgimento, in corso:di una banalità, se non stupidità, inaudita. Basti visitare il funereo sito web del 150°:www.italiaunita150.it, quello del comitato nazionale. E l’altro sito web del comitato torinese, di taglio simpaticamente strapaesano:www.italia150.it. Si tratta di una mala-assortita accozzaglia di interventini a pioggia ( restauri, rifacimenti e simili), che con l’unità/disunità d’Italia possono non entrarci niente. Poi, di una seconda congerie di convegni e convegnetti ispirati alla più vieta e ridicola retorica vetero- patriottarda, di taglio grottescamente apologetico. Infine, di una somma di festicciole da mega-sagra strapaesana. I testi e i libri, proposti come base bibliografica delle celebrazione, al 50% riguardano Garibaldi e il garibaldinismo e paraggi,propinati- con inaudita coglioneria- come se fossimo nel 1870.Cfr. Allegato n. 1.
Di cosa è stato veramente il processo di unità d’Italia, a partire dalla CONQUISTA SABAUDA DEL SUD, a 150 anni dagli eventi, neppure un cenno. Ciò, mentre il Paese è più rispaccato che mai e impazzano la violenza e l’arroganza leghista. Mentre il libro di Pino Aprile ,“ Terroni” , che offre un agghiacciante e veritiero spaccato sulla verità del processo unitario italiano, al contrario di codeste ufficiali e menzognere ricostruzioni ( quelle del 150° ufficiale), spopola nei dibattiti e nelle vendite in Italia e all’estero.
A nostra volta,e per intanto, noialtri neomeridionalisti,ci sforziamo di ribattere colpo su colpo, con le nostre modeste risorse, fondate sulla buona volontà, contro un intero apparato di sepolcri imbiancati e di tromboni mistificatori: dalla controcelebrazione di Gaeta ( 11-12-13/febbraio/2011) alla protesta contro l’omaggio ufficiale ai Savoia da parte del Presidente della Repubblica ( il 17 marzo, al Pantheon, a Roma). Gli daremo filo da torcere fino al 31 dicembre 2011, statene certi. E poi, ricominceremo il primo gennaio 2012.
Ma, a parte le celebrazioni ufficiali,lo scenario retorico pseudo-patriottardo , fondato sulla mistificazione,con cambia se andiamo a considerare le performances sul 150° di giornali, riviste, televisioni, partiti ,fondazioni: la musica è la stessa, pur con suonatori in parte diversi, ma pur sempre appartenenti alle stesse macro- parrocchie dominanti.
Se andiamo a verificare, poi, la produzione saggistica libera o para-romanzesca, finalizzata a carpire qualche nicchia del mercato editoriale del 2011,con la scusa del 150°,in particolare quella di ambito storiografico, purtroppo la musica è ancora una volta la stessa,con qualche stridore in più. Vi propongo alcuni esempi, tutti – a vario grado- indigesti: Aldo Cazzullo, “Viva l’Italia”, Mondadori, 2010;Antonio Caprarica, “C’era una volta in Italia”, Sperling & Kupfer, 2010;Lucio Villari, “Bella e perduta”,Laterza,2009;Claudio Fracassi, “Il romanzo dei mille”,Mursia, 2010;Domenico Fisichella “Il miracolo del risorgimento”, Carocci editore,2010;Bruno Vespa, “Il cuore e la spada”, Mondatori, 2010; Carlo Fruttero e Massimo Gramellini, “La patria bene o male”, Mondatori, 2010.
Per fortuna, di taglio un po’ diversi risultano alcuni altri prodotti editoriali, tra saggi e romanzi storici, che -pur all’interno dei paradigmi interpretativi dominanti della storia dell’unità d’Italia-si differenziano per qualche buona dose di onestà critica e di maggior senso della verità. Qualche esempio interessante:a cura di Alberto Maria Banti, “Nel nome dell’Italia”, Laterza,2010; Silvana Patriarca, “Italianità”, Laterza, 2010; Giancarlo De Cataldo, “I traditori”, Einaudi, 2010.
Infine, possiamo registrare, con una certa soddisfazione morale, una sezione di produzioni culturali, che, seppure ancora minoritarie,possiamo annoverare- almeno parzialmente- nell’ambito del revisionismo storiografico coraggioso e nobile: Arrigo Petacco, “ Il regno del Nord”, Mondadori, 2009, e, “O Roma o morte”, Mondadori, 2010; Giovanni Fasanella e Antonella Grippo, “1861. La storia del Risorgimento che non c’è sui libri di scuola”, Sperling & Kupfer, 2010.
Il volume di Giordano Bruno Guerri- “ Il sangue del Sud. Antistoria del risorgimento e del brigantaggio”, Mondadori, 2010-pur contenendo, a nostro parere, alcune contraddizioni più o meno vistose,alcune incertezze interpretative,qualche fumisteria e qualche funambolismo mediatorio, si può annoverare ,in pieno, nel revisionismo storico che noi stessi, come neomeridionalisti, apprezziamo e sosteniamo.
Un cenno al cinema: ottimo il film di Mario Martone, “Noi credevamo”, sul Risorgimento, narrato in un’ottica genuinamente revisionista. Dopo tanta nuvolaglia, un po’ di luce.

CONIUGARE LA BATTAGLIA POLITICA CON LA BATTAGLIA CULTURALE

9) Sorelle e fratelli meridionali, occorre tener presente che, senza un robusto bagaglio culturale, teorico, progettuale, non si va da nessuna parte. Nessun vero partito neomeridionalista può veramente radicarsi e vincere.
Senza vigore culturale, senza egemonia culturale, non c’è alcuna vittoria politica all’orizzonte. Nessuno si illuda.
E’ questo il senso profondo di queste note.
Perciò, noi neomeridionalisti consapevoli e responsabili, dobbiamo saper coniugare battaglia culturale e battaglia politica. Sono i due motori, senza i quali l’aereo neppure può decollare.
Vi è l’ambito della cultura direttamente politica da affrontare, dissodare, arare.
Vi sono gli ambiti sterminati e plurimi dell’arte e della scrittura da attraversare, con rispetto e intelligenza.
La musica, per prima. Con la nostra amica , Francesca Amato, di Santo Stefano di Calastra,tra le fondatrici del PSUD e folksinger di classe,si è avviato un lavoro di ricognizione, di relazione e di progettazione per liberare un vero movimento dei musicisti e degli artisti meridionali. Proviamoci.
La scrittura, poi. Con un gruppo di antichi e nuovi amici scrittori – Gaetano Testa, Francesco Gambaro, Luigi Pulvirenti, Alfonso Sciangula- si è delineato un progetto e un percorso di confronto sulla scrittura contemporanea del Sud. Una sorta di movimento? Vedremo. Cos’è la narrativa del nuovo Sud? Chi sono i narratori del nuovo Sud? Cosa e come narrano? L’idea semplice è quella di svolgere una serie di incontri in tutto il Sud, nei quali gruppi di scrittori propongono e confrontano le loro scritture, a partire da un meeting di lancio, da svolgere a Roma, presso il Teatro Colosseo. Per farsi un’idea della mappa dei narratori del nuovo Sud, si può fare riferimento ad un aureo volumetto della storica e critica letteraria di Daniela Carmosino ( docente all’Università del Molise), dal titolo “Uccidiamo la luna a Marechiaro”, Donzelli Editore, 2009. Alcuni degli autori segnalati dalla Carmosino, giovani o meno che siano, sono di indubbia qualità e sono un ottimo punto di partenza per la ricognizione e la movimentazione da fare: Erri De Luca, Antonio Pascale, Giuseppe Montesano, Roberto Alaymo, Sergio Atzeni, Carmine Abate,Maurizio Braucci, Giosuè Calaciura, Gaetano Cappelli, Antonella Cilento, Sergio De Santis, Francesco Dezio, Marcello Fois, Antonio Franchini, Nicola Lagioia, Davide Morganti, Francesco Piccolo, Livio Romano, Roberto Saviano, Flavio Soriga, Michela Murgia, e, altri.
La comunicazione. Per fortuna e per caso, negli ultimi tempi ho conosciuto un nuovo amico. Si chiama Massimo. E’ musicista. Organizzatore di eventi creativi. Paroliere e narratore di razza. Nel Web e in piazza. Per legittima difesa, qualche anno fa, è stato costretto a trasformarsi in guerriero di strada e di Polis. E’ perbene. Assolutamente. Con un altro suo amico, lunare, ha inventato forme di comunicazione, per cui un video di qualche minuto esplode in poche ore , come una bomba. 100.000 visite su youtube, per ciascun video. In 3-4 giorni, una settimana, al massimo. Video santo e luciferino.Ha deciso di diventare, è già diventato, un promotore del progetto neomeridionalista federalista. Ne vedremo delle belle. A presto.
I colpi. Tramite Massimo, somma fortuna, ho conosciuto una giovane donna meridionale e mediterranea, Vania. Vania, qualche tempo fa, ha scritto, per caso e per necessità ,un libro, di cui ora non vi dirò nulla. Un libro in grado di far deflagrare una delle organizzazioni più potenti e altezzose della storia .Questi potentissimi (mon)signori hanno visto i sorci verdi. Vania ha deciso di confezionare altre democratiche ogive. A presto. Può darsi che avremo bisogno di lei , anche nell’umile movimento neomeridionalista.

LA POLITICA E’ UNA COSA SERIA, ovvero la differenza tra POLIS e MANICOMIO

10) La politica è tutto quello, che , finora , ho evocato. Ma, la politica è anche e preliminarmente militanza umile e spicciola. E’ ORGANIZZAZIONE. Minuta, capillare, tenace. E’ tesseramento, sezioni, federazioni territoriali. E’ iniziativa terra terra, paese per paese, posto di lavoro per posto di lavoro, tema per tema, persona per persona, uno per uno. SENZA ORGANIZZAZIONE, TESSERATI E MILITANTI NON C’E’ POLITICA. Un Partito, senza tutto questo , non esiste e non può esistere. Un Partito non è “quattro amici al bar”. Un circolo Pickwick.Un club di dilettanti allo sbaraglio. Un comitato elettorale virtuale. Un cenacolo di millantatori, che si imbrogliano a vicenda. Di personaggi in cerca d’autore. Di individualisti folli deliranti, mediocri e- sotto sotto- a sconfortante tasso di cialtronaggine. Forse frequento ambienti sbagliati, ultimamente. Ma, recentemente, mi capita sempre più di incontrare, esattamente , personaggi in cerca d’autore. Un primo prototipo:il presunto rappresentante di uno, due,tre, dieci movimenti meridionalisti; che millanta ampia rappresentanza , con migliaia e migliaia di seguaci virtuali al seguito; che propone alleanze complessissime, ardite, e sconfinate e deliranti strategie; che, presto, si propone o Presidente o Segretario di questo mondo della fantasia. Se non viene, seduta stante, nominato ad una di queste stratosferiche cariche,subito s’incazza;se ne va; rientra; se ne va un’altra volta;spara minacce e violenze deliranti, mediante email e attacchi proditori su facebook; fonda, in due ore, o rifonda un altro Partito(?); telefona a tutti i tuoi amici,magari anche a tua moglie, descrivendoti come un mostro,un licantropo, una belva ,un pazzo da liquidare.
Un secondo prototipo: lo stratega fluido e fuso. Un tipo capace di allearsi con tutti e con nessuno, di sfasciare con tutti e tutti quanti. Che è contro il nordismo e ,poi, ti propone l’alleanza con la Lega Nord, senza che la Lega Nord lo sappia. Che è un nemico giurato dei mafiosi e dei paramafiosi e poi ti propone l’alleanza con il clan diretto dal puparo massimo,senatore Marcello Dell’Utri, grande capo della borghesia mafiosa nazionale e non solo.
Un terzo prototipo: l’organizzatore fantasmatico. Che, in premessa, ti informa che lui, o lei, ha fondato un grande partito. E che, di conseguenza, vorrebbe dare una mano a comandare qualcosa. Se gli chiedi quanti iscritti ha nell’organizzazione, ti guarda prima stupito e poi indignato. Subito, ti teorizza che non ha nessun inscritto e non ne vuole avere. Non serve. Allora, tu, paziente, gli chiedi, se, di recente, si è, per caso, candidato, in qualche competizione elettorale rilevante e gli chiedi quanti voti ha preso. Allora, quasi si incazza. Ma possibile che non ho capito- mi rintuzza- che un vero rivoluzionario non si è sporcato e non si va a sporcare le mani ,con queste cazzate delle elezioni. Lui è un vero leader e basta. Per auto-definizione e auto-dimostrazione.
Quarto prototipo: il federatore dei movimenti meridionalisti. La sua argomentazione comincia così: ti risulta che , ad un certo punto, Umberto Bossi, ha afferrato diecine di leghe autonome del Nord e ha fatto, in quattro e quattrotto la grande Lega Nord?Aggiunge, o ti fa capire: e tu, coglione, cosa aspetti a fare la stessa cosa? Constatando il tuo sbigottimento, ti fa capire: non lo sai fare tu il federatore? E, allora, togliti dai piedi, che ci penso io!
E’ tremendo, credetemi, incontrare soltanto UNO dei quattro prototipi suddetti. Ma, questo è niente, rispetto alla realtà reale. La crisi di panico ti coglie,subito, se , per sfiga,ti capita di incontrare INSIEME DUE di tali prototipi, o TRE, o tutti e QUATTRO. Ma, non è finita. Il vero collasso antropologico arriva allorquando UNO dei quattro prototipi, insomma una sola persona, UNA, per genio, li riassume e li rappresenta tutte e quattro. Allora, non ti resta che chiamare il 113.
Ecco, la Politica, la buona Politica, è il contrario del serraglio di questi prototipi manicomiali. E’ serietà, impegno, responsabilità, spirito di servizio. Tessitura, dialogo, ascolto, umiltà, pazienza. Lealtà, soprattutto lealtà. Studio, comunicazione, formazione, spirito di iniziativa, lotta, ORGANIZZAZIONE. Tempi medi e lunghi, affinché, se la seminagione vi è stata, vengano i frutti.
Vedete, mentre i quattro amici al bar giocano alla politica, a litigare tra loro, a perder tempo prezioso, a tendere tranelli a se stessi,a spettegolare, a puttaneggiare, LE ELEZIONI POLITICHE ANTICIPATE SI STANNO PERICOLOSAMENTE AVVICINANDO. Che devono poter fare ,e che faranno,i neomeridionalisti seri? Giocano a fare i Bossi da manicomio?Fra due tre anni ci saranno le elezioni regionali in gran parte delle Regioni italiane. Come si stanno preparando i neomeridionalisti seri?

le elezioni comunali di Torino, Bologna, Palermo?
Un partito vero e serio esiste e può esistere sulla base di CINQUE PRECONDIZIONI:
-un vero PROGETTO STRATEGICO E IDENTITARIO;
-un PROGRAMMA vero di governo;
-una LEADERSHIP, forte, autorevole e riconosciuta;
-una ORGANIZZAZIONE robusta e capillare, con un nucleo quasi militare;
-una capacita di COMUNICARE il tutto , di narrare, di EMOZIONARE.

Allora, ciascuno cerchi di capire se tali pre-condizioni ci sono, come possono esserci, quali sono le risorse dalle quali muovere, da valorizzare.
Per il resto, per quanto umilmente mi riguarda, rinvio ai 19 comunicati che ho avuto l’onore di proporre recentemente.

Dentro questa mappa progettuale, c’è la soluzione del problema.

Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud.
Palermo 11 febbraio 2011.