...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

domenica 31 ottobre 2010

Gaeta asserragliata contro l'Unità d'Italia - articolo di Gigi Di Fiore su "Il Mattino"


Per leggere fare click sull'immagine

Fonte: Il Mattino del 29 ottobre 2010

sabato 30 ottobre 2010

Presentazione del Partito del Sud a S.Giorgio a Cremano (Na)


Ieri pomeriggio dalle ore 18 in poi in via S. Giorgio Vecchio, 43 a S.Giorgio a Cremano (Na) si è tenuta la presentazione del nostro partito, dei suoi programmi ed obiettivi, ad un attento pubblico interessato ad essere informato in merito.
La riunione è stata organizzata da Carlo Capezzuto, iscritto e referente del partito in zona, con la presenza di Andrea Balìa (Responsabile Regionale Campania) e Francesco Menna (Coordinatore Napoli e Provincia) che hanno illustrato le linee programmatiche del Partito del Sud e risposto ad una serie d'interessanti quesiti posti da un vivace e propositivo uditorio.
Un'altra pietra sulla costruzione della presenza del partito in Campania che, grazie anche all'impegno ed entusiasmo di Carlo Capezzuto, porterà a breve all'apertura ufficiale della sede di S. Giorgio a Cremano.
Partito del Sud - Napoli

Pino Aprile: gli italiani salveranno l'unità del loro paese

Intervista in esclusiva per Infomessina all'autore di "Terroni". Aprile presenterà il suo libro a Messina



Oggi lo scrittore pugliese Pino Aprile, presenterà alla città dello Stretto il suo libro “Terroni”: descrizione coraggiosa di ciò che gli italiani fecero a se stessi e del perché a centocinquant’anni dall’Unità di Italia la differenza tra Nord e Sud si sia accentuata, marcando tale disuguaglianza in maniera indelebile.
Ed in vista dell’evento che si terrà presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca alle 17.30 circa, abbiamo colto l’occasione per rivolgergli qualche domanda:
Lei non ha il profilo dello storico, eppure ha scritto un libro di storia. Come è nata l’idea di “Terroni”?
«Non sono uno storico e lo dico, nel mio libro. Sono un giornalista, la mia professione consiste nell’entrare negli argomenti armati di domande e tecniche di divulgazione. Questo vale indipendentemente dall’argomento: economia, politica, cronaca, cultura, sport, gastronomia… e persino storia, come dimostrano tanti altri libri. Ho cominciato a documentarmi perché non mi spiegavo come mai i meridionali avessero accolto i liberatori a fucilate e, una volta finito di sparare, piuttosto che godersi quella libertà fossero emigrati in massa, per la prima volta nella loro millenaria storia. E qualcosa mi è sembrato di averla capita».
Nel suo testo, che ormai è diventato una sorta di manifesto per molti movimenti meridionalisti, trapela l’amarezza di un uomo che scopre, ritrovandola, una parte di se di cui sconosceva l’esistenza…
«Non solo, e più forte la delusione di scoprire che non dovevo saperla; che non me l’avevano raccontata a scuola; che forse ero ritenuto, come gli altri italiani, troppo immaturo per sapere com’è nato il mio Paese. Le vergogne di famiglia non si dicono ai bambini, non capirebbero».
Lei ha descritto pagine di storia molto crude. Pagine di violenze e massacri perpetuati nel tempo nei confronti di un Popolo, il suo Popolo, che ne è rimasto gravemente segnato. Una sorta di fiume Sand Creek. Ma mentre dei nativi americani si è molto parlato…
«Ancora oggi, da un accademico importante, in un dibattito alla radio, mi sono sentito dire, a proposito della guerra civile e della resistenza dei “briganti”: ma allora lei avrebbe voluto che vincessero “quegli altri”? Ma quegli altri siamo sempre noi, italiani. E siamo ancora a “per chi fai il tifo tu?”, dopo 150 anni?».
“Se ti avventuri sulla Salerno-Reggio Calabria a fine luglio, la prima cosa che pensi, dopo averla percorsa nei due sensi, è che manca un cartello all’inizio dell’autostrada: ‘Fatevi la croce’ ”. Con queste parole lei descrive la tangibile zona di confine fra il Nord ed il Sud nostro Paese. Il limbo che tale deve rimanere…
«La professoressa Leandra D’Antone, nel suo bellissimo “Senza Pedaggio”, sulla Salerno-Reggio Calabria, dimostra che quella strada nega la sua natura, perché invece di unire, divide. È il monumento più lungo del mondo, eretto a ricordare la decisione dell’Iri e della politica italiana (Mancini a parte), secondo cui il Sud deve contribuire con le sue tasse alla costruzione di autostrade, ma non deve averne (conferenza di Stresa, 1952); e se qualcuno gliela fa lo stesso, un’autostrada, che sia inservibile».
Alcuni paesi dell’Unione Europea rischiano di spezzarsi, scossi da fermenti autonomistici. Secondo lei è meglio separarsi o restare poveri in un paese ricco?
«Io ho fiducia che, conoscendo come sono andate davvero le cose, la vastità, la durata, la ferocia della discriminazione ai danni di una parte del territorio e della popolazione, gli italiani salveranno l’unità del loro Paese e lo miglioreranno, rendendolo più equilibrato. Se non ci si riuscisse (e i tempi sono quelli che sono), l’Italia si spaccherà; e il Sud dovrebbe andarsene, prima di essere cacciato dalla Lega. Subito, un danno per tutti; alla lunga, il Sud potrebbe stupire tutti».
Donatella Rinaldo
Fonte : InfoMessina

venerdì 29 ottobre 2010

Callipo Pippo intervistato da Franco Calderone - 27/10/2010 Pizzo Calabro



http://www.youtube.com/watch?v=hn8m3IPPdNQ

Pubblicato da : NON MI ARRENDO a 10/29/2010 04:01:00 PM
Etichette:
,

L'architettura nella capitale europea che competeva con Londra e Parigi

parliamo di un gran libro, uscito in questi giorni, dell'amico architetto BENEDETTO GRAVAGNUOLO, docente ordinario (ed ex preside) della Facoltà d'Architettura della Federico II° di Napoli, che ci arroghiamo la decisione di dedicare ai vari Castelli, Bossi, Borghezio, Calderoli e compagnia bella perchè sappiano e riflettano prima di parlare di Sud, e comprendano cosa accadeva a Napoli quando nelle loro terre defecavano ancora a terra nei pozzi neri (per mancanza di servizi igienici), non avevano ancora la luce elettrica, erano devastati dalla "pellagra" - malattia causata dalla denutrizione - e vivevano nella più totale indigenza economica e intellettuale.
Andrea Balìa

" L'ARCHITETTURA DEL SETTECENTO A NAPOLI"

Lo studio di Gravagnuolo sulla città del Settecento




di Apollonia Striano

"Terza, dopo Londra e Parigi, per densità demografica ma soprattutto per l'intensa attività culturale, Napoli nel Settecento si presentava come una realtà definita da un'alta concezione dell'architettura, affidata sia alle lucide teorizzazioni proposte dai trattati sia alla realizzazione di eccezionali opere. Prima ancora di diventare capitale di un regno, con l'avvento di Carlo di Borbone nel 1734, Napoli aveva saputo accogliere gli stimoli sopraggiunti dal Mediterraneo e dall'Europa, per lasciarli poi sviluppare nel corso di una palpitante stagione creativa, cui parteciparono filosofi, economisti, giuristi, artisti. Il persuasivo studio che Benedetto Gravagnuolo dedica all' "Architettura del Settecento a Napoli" parte proprio dall'acquisizione di questo dato, la ricchezza intellettuale che animava la città, confermata anche dai saggi apparsi nella seconda metà del '700, e recentemente ripubblicati, degli architetti Vincenzo Ruffo e Mario Gioffredo."

Fonte : "la Repubblica" ediz. regionale Campania del 29/10/2010

giovedì 28 ottobre 2010

Manifesto del “ Neomeridionalismo federalista unitario”




I-“Il Meridione ai Meridionali”

Fratelli meridionali,
dobbiamo accettare questa sfida: “Il Meridione ai Meridionali”.

Il Sud deve fare,innanzitutto, da sé.
Il Sud riprenda il suo destino nelle proprie mani.
Accettando integralmente la sfida della RESPONSABILITA'.

Quella della responsabilità è la sfida dell’AUTONOMIA.
L’autonomia del Sud.

II- Debellare le mafie, la mala-burocrazia , la mala-politica

Senza tregua, bisogna combattere e debellare tutte le mafie, la mala-burocrazia e la mala-politica. Innanzitutto, nel Sud.
Parimenti, quella mafiosa è una questione nazionale e internazionale.
In quanto tale, va aggredita.
Il Sud è territorio di genesi, insediamento e propagazione delle mafie,e, nel contempo,il protagonista della lotta antimafia.
Sono prevalentemente meridionali i resistenti e gli eroi antimafia.

III- Un movimento per lo sviluppo produttivo sostenibile

Il Sud deve produrre da sé la ricchezza che consuma.
Deve essere in grado di farlo,e, essere posto in condizione di farcela.
Non deve dipendere da altri, che da sé stesso.
Lo sviluppo produttivo è la priorità operativa del neomeridionalismo.
Il neomeridionalismo è,in primo luogo, il movimento dei produttori e delle partite IVA del Sud.
Il promotore della coalizione dello sviluppo e dell’innovazione.
Contro la coalizione delle rendite criminali, burocratiche , politiche, finanziarie e bancarie.
Un movimento per lo sviluppo, a partire dalla difesa e dalla valorizzazione, anche culturale e identitaria del prodotti del Sud.

IV- Un governo autonomo del Mezzogiorno, saldamente ancorato ad una Costituzione Nazionale, autenticamente federalista.

Per realizzare la propria autonomia, la liberazione dalle mafie e dalla mala-burocrazia e dalla mala-politica,l’autonomia economica con lo sviluppo produttivo, liberarsi dalla minorità generata da 150 anni di dipendenza e di ascarismo, il Sud deve ritrovare – e rinnovare-le ragioni storiche e strategiche della propria UNITA’,attraverso una GRANDE RIFORMA COSTITUZIONALE E POLITICA.
1. L’obiettivo costituzionale e politico del neomeridionalismo è la promozione dello Stato federale del Mezzogiorno.
2. Un governo autonomo del Mezzogiorno, saldamente ancorato ad una Costituzione Nazionale, autenticamente federalista.
Un governo del Mezzogiorno come soggetto politico unitario.
3. Il governo federale del Sud agisce sotto il controllo di un’Assemblea democratica che costituisce la matrice di una nuova classe dirigente meridionale.
4. Lo Stato federale del Mezzogiorno realizza le promesse del Risorgimento, fondando su un patto federativo l’unità del Paese.
5. La visione ispiratrice del progetto è quella del federalismo unitario di un grande patto fra il Nord e il Sud del Paese, posti sullo stesso piano autonomista, e volto a superare il distacco tra le due parti del paese, ricongiungendole in un’unità superiore.
6. Il progetto riprende, in condizioni nuove, l’idea della rivoluzione meridionale di Guido Dorso e della costituzione meridionale federalista di Gaetano Salvemini. E anche alcune intuizioni giovanili di Luigi Sturzo e ancora prima, di Napoleone Colajanni.
Proprio la visione dei grandi meridionalisti che avevano concepito la questione meridionale come la chiave dell’unificazione nazionale.
7. Il Sud d’Italia non è soltanto un problema italiano. E’ parte integrante della questione mediterranea, a sua volta parte determinante del progetto europeo.
Lo Stato Federale del Mezzogiorno, nuovo soggetto politico e istituzionale, posto al centro del Mediterraneo, nasce per misurarsi strategicamente con questa sfida: impegnarsi in una politica di europeizzazione del Mediterraneo, equilibrando la spinta che l’Unione Europea riceve dai paesi dell’Europa orientale.
8. Nel solco del meridionalismo unitario federalista, si tratta di trascendere il regionalismo, che ha frammentato la questione meridionale, favorendo la declinazione assistenzialistica e clientelare del meridionalismo e perdendo di vista l’unità del problema, per favorire un governo del Mezzogiorno come soggetto politico unitario.
Lo scopo è quello di demolire il potere dell’attuale classe dirigente, di spezzare i legami che si sono intrecciati fra reti politiche clientelari e reti mafiose territoriali e internazionali; di fondare – su una base democratica nuova- una nuova classe politica meridionale, in grado di rappresentare e gestire problemi che, per loro natura, investono l’intera aerea meridionale e mediterranea.

V- Il sistema politico e la forma-partito federalista

Né il federalismo costituzionale,economico, sociale e culturale,né tanto meno il federalismo fiscale, che è il naturale – e conseguente -completamento di quelli fondativi precedenti,possono seriamente concepirsi e fondarsi, senza il presupposto del FEDERALISMO POLITICO-PARTITICO.
Non vi è federalismo che tenga, senza la preliminare esistenza di un sistema politico e partitico federalista e territoriale,senza la FORMA – PARTITO federalista, senza la presenza vigorosa di partiti territoriali federalisti.
Non vi è alcuna possibilità di rinascimento del Sud, senza un GRANDE PARTITO DEL SUD, senza autonoma rappresentanza politica, senza autonomo potere politico.
Tutto il progetto sarebbe una macchina senza motore.
Un partito popolare di massa,democratico e partecipato, organizzato,di azione e di movimento, di lotta,di progetto e di governo.
Un grande Partito del Sud di carattere nazionale, insediato dalla Alpi al Lilibeo, con il pari protagonismo dei meridionali residenti nel Sud e dei meridionali residenti ed operanti nel Nord e nel mondo.
IL GRANDE PARTITO DEL SUD PER L’UNITA’ D’ITALIA.

VI- Il profilo storico -identitario del neomeridionalismo

Il neomeridionalismo si fonda sulla verità –quella vera -della storia dell’Unità d’Italia. Non quella ammannita nei libri di scuola. L’Unità d’Italia è stata fatta sulla pelle del Sud. Ecco, il punto centrale di partenza dell’identità del neomeridionalismo.
Le fortune dei blocchi di potere dominanti ,di stampo nordista, sono state erette sulla riduzione del Sud a colonia,sulla dipendenza del Sud, sulla costruzione della MINORITA’ del Sud.
La verità storica (il massacro del Sud) sta venendo fuori, finalmente.

Il neomeridionalismo si fonda sulla verità –quella vera -della storia dell’Unità d’Italia. Non quella ammannita nei libri di scuola. L’Unità d’Italia è stata fatta sulla pelle del Sud. Ecco, il punto centrale di partenza dell’identità del neomeridionalismo.
Le fortune dei blocchi di potere dominanti ,di stampo nordista,sono state erette sulla riduzione del Sud a colonia,sulla dipendenza del Sud,sulla costruzione della MINORITA’ del Sud.
La verità storica (il massacro del Sud) sta venendo fuori, finalmente.
A parte i nostri storici revisionisti neomeridionalisti, direi intrepidi, da Antonio Ciano, a Gigi Di Fiore, a Pino Aprile, oggi, quasi tutta la storiografia ufficiale è costretta ad ammettere -e svelare –la VERITÀ, le verità.
Sia pure a denti stretti, a pezzi e bocconi,con tutte le possibili cautele , i diplomatismi,i giri di parole, tra il detto e il non detto, i funambolismi linguistici, le ipocrisie .
Le verità.
Le evoco- per appunti- in una serie di vicende, di cui alcune sono vere e proprie piaghe, aperte.
1-L’annessione del Sud è stata una brutale CONQUISTA MILITARE.
2-Il brigantaggio è stato prevalentemente GUERRA CIVILE.
3-Sono seguiti 10 anni di stato d’assedio,di regime militare, di repressioni e di stragi. Dal 1861 al 1870.
4-La rapina del ricco tesoro del Regno delle Due Sicilie, la distruzione del sistema bancario meridionale e la conseguente colonizzazione bancaria nordista e romana.
5-La distruzione del patrimonio manifatturiero meridionale, anche tramite l’imprudente e affrettato cambio del sistema doganale.
6-L’imposizione drastica dell’assurdo sistema amministrativo- normativo ultra-centralistico e vessatorio dei Savoia.
7-La rapina- e la svendita- dell’immenso patrimonio demaniale statale e del patrimonio ecclesiastico del Sud, per rimpinguare le casse – indebitate-dei Savoia.
8-I finanziamenti pubblici – soprattutto per le Ferrovie-e le commesse di Stato concentrati al Nord,per finanziare l’esercito ,e , le guerre allocatesi e svoltesi prevalentemente nel Nord, compresa la Prima guerra mondiale ,ove i meridionali pagarono un prezzo altissimo di sacrifici e di sangue e furono considerati come carne da cannone.
9-La riforma doganale del decennio 1876-86, che andò a proteggere la nascente industria del Nord e a marginalizzare l’agricoltura di qualità del Sud,in modo irreparabile,nell’esplosivo conflitto doganale con la Francia.
10-Le 3-4 ondate di emigrazione – da esodo biblico- dalla fine del 800,alla fase post prima guerra mondiale, al secondo dopoguerra ,che hanno dissanguato il Sud ,privandolo di una forza biologica e giovanile di 20-30 milioni di persone. Un vero e proprio annientamento demografico del POPOLO del Sud.
11-Insomma, alla fine del primo quarantennio unitario ( 1860-1900), il MISFATTO ERA COMPIUTO. Il DIVARIO Nord-Sud reso strutturale e incolmabile. La MINORITA’ meridionale realizzata.
Ecco, la QUESTIONE MERIDIONALE bella e confezionata,come analizzata scientificamente da Saverio Nitti, proprio agli inizi del 900.
12-Poi, il ventennio fascista- e l’autarchia economica -peggiorò le condizioni dell’agricoltura e del Sud.
13-La tragedia della Seconda guerra mondiale, il movimento dei contadini per la terra dal 1943, la fallita riforma agraria negli anni 50, l’ennesima ondata migratoria ( al prevalente servizio del boom dell’industria del Nord).
14-Il Sud come enorme mercato di consumo dei prodotti del Nord, soprattutto, a partire dal boom economico e consumistico degli anni 60, fino ad oggi. Ed in effetti oggi, nei 1800 punti vendita della GDO presenti nel Sud, di proprietà nordista, l’85% dei prodotti sugli scaffali proviene dal nord.
15-La Politica- e la gran parte dei politici- del Sud asservita agli interessi e ai poteri forti nordisti. Politici ( e classi dirigenti), in buona parte, MERCENARI (ascari), al soldo di interessi altrui. Gestori famelici di brandelli di spesa pubblica e di briciole di potere. Assistiti e assistenzialismi, spreconi. Clientelari. Non di rado, invischiati nelle pieghe e in sistemi a-legali, illegali, para-criminali e criminali.
16-Dopo 90 anni di massacro del Sud, quasi un secolo, vi sono stati gli oltre 15 anni ( 1955-70) della fase positiva della Cassa per il Mezzogiorno, dell’intervento straordinario. Il primo parziale tentativo dello Stato italiano di risarcire il Sud. Sono stati fatti acquedotti, fognature, strade, scuole. Frattanto, non si è voluta una vera politica di INDUSTRIALIZZAZIONE del Sud, anzi è stata ostacolata, salvo le “ cattedrali nel deserto” della petrolchimica, al servizio dell’industria del Nord.
Sebbene , va detto, questa spesa straordinaria non è stata mai superiore allo 0,5% del Prodotto Interno Lordo. NON CI SONO MAI STATI FLUSSI COLOSSALI DI RISORSE PER IL SUD. Checché se ne sparli.
Niente di paragonabile con la spesa che la Germania ha investito nelle 5 regioni della ex Germania dell’Est, nel ventennio 1990-2010.
E così come nel 1860 lo Stato Italiano, leggasi piemontese, venne al Sud, con generali che si sono comportati da veri e propri criminali di guerra come Cialdini, ed ebbe libertà di sterminio anche di vecchi, donne e bambini e la copertura di leggi assurde come la famigerata “legge Pica” del 1863 che dette il via alle fucilazioni sommarie a decine di migliaia di contadini meridionali (i “cafoni”, i “briganti” etc…etc…); oggi, con Maroni, lo Stato dei “fratelli d’Italia” manda la polizia a manganellare i pacifici manifestanti di Terzigno, carica i pastori sardi che protestano per la loro sopravvivenza e vuole promulgare nuove leggi assurde per impedire il diritto alla protesta pacifica del popolo meridionale….ovviamente le nostre proteste sono descritte dai media italian-padani come quelle di un popolo “incivile”, “camorristi”…mentre quelle degli allevatori di latte in Padania, che bloccarono mezzo paese, erano ovviamente tutte proteste ”civili” e tali da convincere l’Italia a pagare le multe UE!!!
17-La crisi petrolifera ,monetaria e economica mondiale , degli inizi degli anni 70, la necessità di ristrutturare l’industria del Nord, hanno svuotato e marginalizzato, poi, la politica straordinaria per il Sud. Che è degenerata , presto, in spesa a pioggia, clientelare e assistenzialistica. Ciò, nel ventennio 1970-1990.
18-Siamo, così, a quest’ultimo ventennio 1990-2010,quello della globalizzazione, dell’Unione Europea allargata, del nordismo bruto, del leghismo xenofobo, della politica divisionista del Nord contro il Sud.
Nel decennio 1990-2000, liquidato l’intervento straordinario per il Sud,la spesa per investimenti pro-Sud è stata ridotta drasticamente,fin quasi ad annullarsi. Nell’ultimo decennio 2000-2010,vi è stato, prima,agli inizi del decennio,il positivo tentativo, innescato da Ciampi, con la Nuova Programmazione Regionale 2000-2006, presto e bruscamente interrotta, attorno al 2003. Infine,oggi, questo buio settennio 2004-2010. La spesa complessiva per investimenti per il Sud, secondo le regole costituzionali e pattuite, doveva attestarsi al 45% della spesa complessiva nazionale. Ha raggiunto, invece, a malapena, il 32-35% del totale.10 miliardi in meno all’anno.100 miliardi in meno, in 10 anni. Uno scippo devastante. Ai danni del Sud.
Ecco, è questa la verità storica . Questa è la QUESTIONE MERIDIONALE.
Su questa verità storica , nasce , si fonda e germoglia il neomeridionalismo federalista unitario. Intanto, per legittima difesa.
E’ questa verità il fondamento della nostra identità.
Prendete , leggete e meditate questi libri.-“ I Savoia e il massacro del Sud” di Antonio Ciano;-
“ Controstoria dell’Unità d’Italia” di Gigi Di Fiore;-“ Terroni” di Pino Aprile.
Senza memoria, non c’è identità, non c’è vigore, non c’è progetto, non c’è futuro.

VII- Una nuova classe politica meridionale, una nuova generazione politica meridionalista

Demolire il potere dell’attuale classe dirigente.

Mettere in campo una nuova generazione politica meridionalista.
Questo è l’obiettivo politico del neomeridionalismo e del Partito del Sud, in termini di classe dirigente.
Una nuova generazione di politici,con al centro la cultura del BENE COMUNE, della legalità e della fiducia, portatrice del CORAGGIO DELLA SPERANZA, per rilanciare l’umanesimo cristiano.
Per la buona Politica.
Secondo il potente e rivoluzionario documento della Conferenza Episcopale Italiana “Per un paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno ( febbraio 2010)", che è anche-oltre lo straordinario valore religioso ed ecclesiale- una vera e propria piattaforma fondativa del neomeridionalismo.
Il Partito del Sud è il partito dei giovani,delle nuove generazioni meridionali, dei figli.

VII- Un grande network neo-meridionalista

Per l’immediato,va promossa e integrata una robusta confederazione neomeridionalista, un network organizzato funzionale e d’azione ,che unisca -al meglio- i cento fiori del neomeridionalismo: associazioni,movimenti, gruppi,esperienze politiche e amministrative coerenti e propulsive, movimenti sociali civili ed economici, personalità , intellettuali , giornalisti, saggisti , storici, artisti. L’attuale Partito del Sud, fondato da Antonio Ciano e diretto da Beppe De Santis, che rappresenta una delle aggregazioni più solide , diffuse e propulsive del neomeridionalismo, si propone – con umiltà e tenacia-come un catalizzatore al servizio del progetto generale.
E’, peraltro, un bene che questa sigla ( “Partito del Sud”), certamente efficace sotto il profilo del marketing politico, sia affidato-oggi- in buone mani, data la concorrenza spietata di sigle e siglette al servizio permanete effettivo della casta, delle cricche,di ambienti limacciosi mafiosi e paramafiosi,dei sistemi egemoni e dominanti nordisti, leghisti e razzisti. Questa sigla è posta al servizio, laddove utile, dell’intero movimento neomeridionalista federalista unitario.

VIII- Gli “Stati generali del Sud”

Gli Stati generali del Sud, che si svolgeranno il 13 e 14 novembre 2010, a Palermo, sono un momento rilevante di incontro e di conoscenza reciproca, di riflessione aperta e plurale, di auspicabile condivisione di strategie e programmi, di delineazione di una Manifesto minimo e condiviso del neomeridionalismo federalista unitario, di individuazione di un piano di lavoro comune e di percorso unitario di mobilitazione, di coordinamento e di integrazione organizzativa, la più democratica, pluralistica e avanzata possibile.
L’auspicio comune è che si pervenga ad un DECALOGO NEOMERIDIONALISTA DELLA BUONA POLITICA .
E alla promozione di una LUNGA MARCIA, dal Sud al Nord del Paese,una marcia anche concreta e operativa, magari, in stile gandhiano, per il rinascimento del Sud e la riunificazione federalista del Paese.

Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud.
Palermo, 27 ottobre 2010.

Pubblicato da : NON MI ARRENDO a 10/28/2010 05:28:00 PM 0 commenti
Etichette :
, ,

Dopo i fondi Fas anche gli Incentivi 488 spostati da Sud a Nord

di Valerio Rizzo

ROMA – Ancora non sono finite le polemiche per i famosi fondi Fas, i fondi europei per lo sviluppo del Mezzogiorno, che il governo ha spostato da sud a nord per finanziare grandi opere ed aziende settentrionali e addirittura per pagare le multe sulle quote latte degli allevatori veneti.

Ma ecco che scoppia un nuovo caso: stiamo parlando dei cosiddetti “incentivi 488” chiamati così poiché prendono il nome dalla legge che li ha generati.Tali aiuti economici furono rinnovati dal Governo Prodi, nel 2008, che introdusse anche un controllo governativo sulla spesa.Questi fondi, destinati al Sud, per un totale di 150 milioni, dovevano servire per sviluppare e incentivare l’industria meridionale, e invece hanno preso tutt’altra direzione!Il governo ha deciso di destinarli non solo all’industria del Nord, ma anche per il finanziamento dell’industria bellica degli armamenti.Le regioni che riceveranno questo “regalo” sono la Lombardia e il Veneto.Ma cosa è successo? Il 4 maggio del 2010, il giorno in cui il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, aveva lasciato il suo incarico a causa dello scandalo sulla casa al Colosseo, firmò anche di fretta e furia tale decreto che poi fu regolarmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 17 settembre scorso.Perché sottrarre questi fondi che erano stati destinati allo sviluppo del Mezzogiorno?Pino Aprile nel suo libro “Terroni” parla continuamente di fondi e investimenti che da 150 anni vengono dirottati nelle regioni del Centro-Nord a discapito del Sud; l’interrogativo è: siamo sicuri che convenga alla “Padania” separarsi dal resto del Paese?

Fonte: Infooggi

Pubblicato da : NON MI ARRENDO a 10/28/2010 11:24:00 AM 0 commenti
Etichette : ,

martedì 26 ottobre 2010

Stati Generali del Sud - Palermo 13/14 Novembre 2010


Egregio e valoroso patriota meridionale,
il progetto – e il percorso- di un neomeridionalismo federalista e unitario, liberale e solidale, innovatore, ormai politicamente e storicamente maturo,
dal nostro umile punto di vista, si può fondare sui seguenti presupposti,
presupposti che ci coinvolgono, in prima persona.

I-QUATTRO-CINQUE LIBRI E DOCUMENTI DI BASE:

-“Terroni “ di Pino Aprile ( verità storico-identitaria);
-“Un paese troppo lungo” di Giorgio Ruffolo ( progetto costituzionale di neomeridionalismo federalista);
-“ Mezzogiorno a tradimento” di Gianfranco Viesti (operazione verità sulle politiche pubbliche nel Sud);
- lo straordinario documento della Cei “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno ( un progetto civile ed ecclesiale innovatore e di rottura).
Aggiungerei gli Atti del convegno della Banca d’Italia su “Il Mezzogiorno e la politica economica dell’Italia”, 26 novembre 2009 ( senza una grande politica economica nazionale, le politiche di sviluppo regionale non vanno da nessuna parte) ( Cfr. allegati).

ELABORAZIONE PROGETTUALE E PROGRAMMATICA

II- Una diffusa elaborazione progettuale e programmatica in corso, in Italia e nel Sud in particolare, nel periodo 2009-2010, sulla quale si può convergere, che ho provato a sintetizzare nella scheda “Note per un progetto di neomeridionalismo federalista unitario” ( Cfr, allegati).

ESPERIENZE INNOVATIVE DIFFUSE E EMBLEMATICHE
III- La presenza, e il consolidamento, di alcune esperienze politiche, amministrative e di movimento, oltrechè di vistose vicende culturali ed editoriali, in corso in tutto il Sud, ciascuna di per se significativa, ma anche nell’insieme emblematiche di un possibile MOTO UNITARIO DI RINNOVAMENTO NEOMERIDIONALISTA.

IL MOVIMENTO RINNOVATORE IN SICILIA
1- La rottura profonda degli equilibri politici – e sociali - in Sicilia, in seguito all’iniziativa dell’MPA di Raffaele Lombardo. Il fenomeno lombardiano, in Sicilia, è e resta molto ambivalente, ancora indecifrabile, e anche ambiguo. Il punto è che, a fianco alla ambigua rottura lombardiana, si è liberato un movimento, autonomo dal lombardismo, genuinamente popolare, democratico, progressivo, che ha la potenzialità di almeno 200.000 voti.
A partire dal movimento di massa degli agricoltori in crisi, raccoltisi nel Movimento “Terra è Vita” ( 50-100.000 agricoltori incazzati in movimento;
molte diecine di giovani sindaci e amministratori locali delle liste civiche, alla ricerca di uno sbocco;
qualche centinaio di associazioni indipendenti di Cittadinanza attiva, raccoltesi recentemente in un grande Coordinamento regionale;
la federazione dei gruppi sicilianisti, recentemente riaggregatisi, come era avvenuto già nel 1996, quando questi gruppi, riuniti nella sigla “ Noi Siciliani”, presero 100.000 voti;
l’emergere di diecine di gruppi giovanili e universitari siciliani di orientamento neomeridionalista. Il punto di riferimento di questo movimento complesso, a più componenti, è Beppe De Santis, ex braccio destro di Lombardo, che ha una storia completamente diversa da quella dell’attuale governatore siciliano.

IL LABORATORIO NEO-MERIDIONALISTICO DI RAIMONDI E CIANO A GAETA

2- La peculiare esperienza politico-amministrativa del comune di Gaeta, attorno al sindaco Antonio Raimondi e allo storico animatore neomeridionalista Antonio Ciano, i quali, con una doppia lista neomeridionalista, hanno battuto tutte le altre liste di destra e di sinistra. Attualmente questa esperienza politico-amministrativa rappresenta un grande centro di propulsione del neomeridionalismo.

L’EMERGENTE FIGURA NEOMERIDIONALISTICA DI MICHELE EMILIANO A BARI

3- L’eccellente esperienza politico-amministrativa rappresentata dal Sindaco di Bari, Michele Emiliano, che, quasi per motu proprio, sta diventando un punto di riferimento del neomeridionalismo, anche per la esplicita vocazione neomeridionalista dei Emiliano stesso, come si può ricavare dai suoi vigorosi interventi.

L’EXPLOIT TRAVOLGENTE DEL LIBRO “TERRONI” DI PINO APRILE, NUOVO PORTAVOCE DEL NEOMERIDIONALISMO

4- L’exploit neomeridionalista rappresentato dal successo clamoroso del libro “Terroni “ di Pino Aprile. Oltre le centinaia di migliaia di copie già vendute, a ritmo impressionante, e le previsioni danno il libro di Aprile a circa un milione di copie di vendita. Il successo del libro è il chiaro segno di una domanda culturale e politica di rappresentanza neomeridionalista, che non può tardare a venire.
Nei fatti, Pino Aprile è diventato la punta di diamante del neomeridionalismo federalista unitario. Ogni presentazione del suo libro – in tutta Italia e all’estero - si trasforma in una vitale performance di massa e mediatica.

LA RIUNIFICAZIONE DI GRAN PARTE DELLE ASSOCIAZIONI NEOMERIDIONALISTICHE ATTORNO AL PARTITO DEL SUD DI DE SANTIS

5- Oltre alle diecine di storici gruppi meridionalisti, anche vetero-meridionalisti, che resistono, negli ultimi anni, in particolare, negli ultimi due anni, sono spuntati come funghi alcune centinaia di nuovi gruppi neomeridionaslisti, costituiti, soprattutto, da ambienti universitari e di neolaureati. In primavera, molti di questi gruppi si sono riuniti e federati a Gaeta, dando vita ad una federazione unitaria, molto ampia e dinamica. Gran parte di questi gruppi, poi, su impulso dell’infaticabile Antonio Ciano, si sono riuniti in un Congresso interno d 'UNIFICAZIONE, svoltosi a Napoli, nel settembre scorso, dando vita ad un progetto e percorso di vero Partito del Sud, popolare e di massa, ORGANIZZATO E DEMOCRATICO. Un movimento per lo sviluppo contro il partito della spesa pubblica clientelare a pioggia. Un movimento in grado di liberare una vera coalizione dello sviluppo meridionale, contro la coalizione di tutte le rendite criminali, finanziarie e bancarie, della mala-burocrazia e della mala-politica.
Nell’occasione dell’unificazione di Napoli ( 25 settembre 2010) è stato eletto leader del movimento unitario neomeridionalista, Beppe De Santis. La stessa sigla “ Partito del Sud” ( PSUD) appartiene giuridicamente a tale nuova comunità politica neomeridionalista, che ha, però, una dimensione nazionale e una rete di base organizzativa in quasi tutte le province del nord, tra i meridionali ivi residente o presenti. Uno dei referenti più autorevole, al Nord, è Natale Cuccurese, valoroso imprenditore emiliano-romagnolo, di origini campane. Questa sigla potrebbe risultare utile, in termini di marketing politico-elettorale, in caso di ravvicinato confronto elettorale nazionale ( Cfr. allegati relativi al PSUD e ai recenti primi comunicati del neo-Presidente della federazione neomeridionalista Beppe De Santis).

IL MOVIMENTO DI RENATO SORU IN SARDEGNA E IL MOVIMENTO DEI PASTORI SARDI ( MPS)

6- Il movimento “Sardegna autonoma e democratica”, promosso dall’ex Presidente della Regione Sardegna, Renato Soru.
Sotto un altro versante, occorre porre attenzione al senso dell’autonomo e poderoso “Movimento dei Pastori Sardi” ( MPS), guidato dal tenace Felice Floris, e già confederato con il Movimento “Terra è Vita”.

UN LEADER DI ECCELLENZA DALLA CALABRIA: PIPPO CALLIPO

7- In Calabria, la figura straordinaria di Pippo Callipo, il movimento “Iorestoincalabria”, i 100.000 voti presi da Callipo nelle recenti elezioni regionali calabresi, l’attivazione addirittura di una Scuola di formazione politica. Straordinario, eccellente.

GLI “ STATI GENERALI DEL SUD”, PER CONOSCERSI, UNIRSI E AGIRE INSIEME

IV- Queste esperienze civili, culturali, sociali, economiche, amministrative e politiche di neomeridionalismo vivente devono potersi incontrare, conoscersi – e riconoscersi-direttamente, dialogare tra loro, entrare reciprocamente in rete tra loro, con l’obiettivo di promuovere – se possibile- un NETWORK UNITARIO, una grande e pluralistica alleanza neomeridionalistica.
Perciò, sono stati promossi GLI STATI GENERALI DEL SUD, che si svoleranno a Palermo il 13 e 14 novembre 2010, dove queste esperienze si incontreranno, per delineare- se possibile- una visione condivisa, linee strategiche condivise, coordinate progettuali e programmatiche condivise, azioni condivise.

PER UNA UNITARIA PIATTAFORMA NEOMERIDIONALISTICA, di movimento e d’azione.
Sì, il meridionalismo d’azione dei padri del meridionalismo federalista, regionalista e autonomista: Napoleone Colajanni, Luigi Sturzo, Gaetano Salvemini, Guido Dorso.
Gli stato generali del sud sono stati formalmente promossi dal network neomeridionalista di Ciano e di De Santis, per essere, però, aperti a tutte le donne egli uomini di buona volontà del Sud.
Seguono gli allegati.
Franco Calderone, Coordinatore della Segreteria organizzativa degli Stati Generali del Sud.
Palermo, 25 ottobre 2010.

Pubblicato da : NON MI ARRENDO a 10/26/2010 09:58:00 AM 0 commenti
Etichette: ,

Quel nord che ha educato i meridionali alla minorità



di Pino Aprile


Giornalista, autore di Terroni (Piemme editore)

"Ma le sembra il momento di raccontarlo?", mi ha chiesto, in un dibattito alla radio, uno dei nostri maggiori storici, a proposito del mio Terroni, tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali. Mi son cascate le braccia e ho risposto: «Sono passati 150 anni, professore, e ancora non avete trovato il momento giusto per dirci come sono andate davvero le cose? Le nostre cose. Ho fatto elementari, medie, superiori, ho cambiato tre facoltà universitarie (abbandonate per il giornalismo): avessi trovato un rigo sulle stragi compiute al Sud dai piemontesi per unificare l'Italia. Stupri, torture, esecuzioni e incarcerazioni di massa; il saccheggio delle risorse del Regno delle Due Sicilie, la chiusura, persino a mano armata e sparando sugli operai, delle aziende, fra cui i più grandi stabilimenti siderurgici del tempo in Calabria, a Mongiana, o le più grandi officine meccaniche a Pietrarsa (Napoli), studiate da tutti i paesi industrializzati contemporanei. Venne distrutta un'economia che stava costruendosi un futuro ed ebbe solo un passato». Mi è stato anche detto che il sorprendente successo di Terroni sta generando un movimento di popolo, una sorta di leghismo del Sud, simmetrico e opposto a quello di Bossi e complici. Ma è una immeritata sopravvalutazione del libro, il cui risultato è conseguenza, non causa, di sentimenti e risentimenti ormai diffusi e in crescita al Sud. Ripeto: ci sono libri che cambiano la gente e la storia, ma Terroni non è fra questi. Mio padre non si chiamava Giuseppe e non faceva il falegname e io sono nato di febbraio. E pur avendo portato la barba per anni, sono mai stato a Treviri. Salviamo almeno le proporzioni, cercando però di non esagerare all'incontrario. «Lei non è uno storico», mi è stato rimproverato. Appunto, sono giornalista, pratico la professione che consiste nell'entrare negli argomenti con curiosità e tecniche di divulgazione. Vale per la cronaca, l'economia, lo sport, la politica, e persino (può capitare, bisogna farsene una ragione) la storia. Insomma, se ci hanno detto che il Sud, al momento dell'Unità, era povero, arretrato e oppresso e scopro che non era vera nessuna delle tre cose, lo dico o no? Lo dico. E arrivo pure buon ultimo. Non era povero, e ce lo avevano spiegato giganti del meridionalismo, da Giustino Fortunato (alla fine, disse che si stava meglio con i Borbone), a Francesco Saverio Nitti (da presidente del Consiglio, scoprì che quando si fece cassa comune, i due terzi dei soldi all'Italia unita li aveva portati il Sud, e il resto d'Italia messo insieme provvide all'altro terzo), ad Antonio Gramsci. E lo ha ora dimostrato il Cnr, con lo studio sulla ricchezza prodotta, regione per regione, anno per anno, dal 1861 al 2004. Non c'era differenza fra Nord e Sud e ci vollero ottant'anni di discriminazione e rapina per concentrare nel meridione tutta la povertà del paese. Ma, pur nella ferocia dei tempi, la distribuzione di quella pari ricchezza era tale che mentre dal Nord si emigrava a milioni, dal Mezzogiorno no. In millenni la gente cominciò ad andar via dal Sud solo dopo l'Unità e la creazione di quella che poi fu chiamata Questione meridionale. Prima il sud era sempre stato terra di immigrazione, in cui erano arrivati popoli da ogni dove. E non era arretrato. Si usa ricordare che mentre Piemonte e Lombardia avevano una vasta rete ferroviaria, il Sud, che pure era stato il primo a far viaggiare i treni, era rimasto indietro. Un confronto disonesto: se quelle regioni del Nord non hanno sbocco sul mare, il Regno delle Due Sicilie, con migliaia di chilometri di coste, aveva programmato decenni prima lo sviluppo dei commerci via mare, dotandosi della seconda flotta commerciale del continente; Napoli era la terza capitale europea, partoriva brevetti e nuove discipline (vulcanologia, archeologia, economia politica...). Se ricordi queste cose, ti rimproverano di essere nostalgico borbonico (non è; ma anche fosse?), monarchico (boom! Nemmeno se sul trono ci fossi io!), e di descrivere quel Sud bello e perduto come un Eden (il solito Galli Della Loggia, ma non solo), mentre c'erano i cafoni, le plebi. Vero, come nelle contemporanee Parigi dei Miserabili di Hugo e Londra di Dickens. E se le altrui eccellenze fanno dimenticare le plebi, le plebi meridionali cancellano le eccellenze. Quanto all'essere oppressi (in quel Sud tomba di Pisacane, fratelli Bandiera e oppositori indigeni), Lorenzo Del Boca rammenta che a giustiziare il maggior numero di patrioti italiani non fu l'Austria, ma il Piemonte. Ai meridionali, la liberazione per mano savoiarda costò centinaia di migliaia di morti (Civiltà Cattolica scrisse: un milione), con paesi rasi al suolo e la gente bruciata viva nelle case, dopo il saccheggio e gli stupri. Tutti «briganti»! Cominciò allora quella «educazione alla minorità» che indusse i meridionali ad accettare un ruolo subordinato e certi settentrionali a ritenersi italiani meglio riusciti, con più diritti. Ma se mi dicono che il paese fu unito da mille idealisti nordici che liberarono «quelli là», tuttora fannulloni e delinquenti, nonostante ci si sveni per loro da 150 anni, ti meravigli se non li sopporto più e divento leghista? E se sono pure razzista e li chiamo «porci» (Bossi), «topi da derattizzare» (Calderoli, come Goebbels), «merdacce mediterranee» (Borghezio), «cancro» (Brunetta). Sconfitta la Germania di Hitler, fu indetta una conferenza stampa per comunicare la fine del nazismo e la liberazione dell'Europa. «Un passo avanti per la civiltà?», chiese un giornalista. «Cosa? Civiltà? Bella idea, qualcuno dovrebbe cominciare», fu la risposta. Cosa? Unità d'Italia? Bella idea, qualcuno dovrebbe cominciare. Almeno dopo 150 anni, visto che è stato fatto un Paese disunito: in una sua parte fornito di infrastrutture, autostrade, treni ad alta velocità; e in un'altra ci sono oggi mille chilometri di ferrovia in meno rispetto a prima della seconda guerra mondiale. Matera, capoluogo di provincia, aspetta ancora «la vaporiera» delle Fs, e l'alternativa a mulattiere asfaltate è la Salerno-Reggio Calabria.

A Sud qualcosa si muove: “meridionalisti uniamoci”


Forse ci siamo: via l’individualismo, i mille movimenti che si ispirano al meridionalismo, sì ad un soggetto unico o almeno “federato”. Uno dei pochi tentativi di aggregazione al Sud si chiama “Progetto Napoli” e riunisce i movimenti Insieme per la Rinascita, Cambiamo Napoli, Partito del Sud, Questione Meridionale. A queste sigle potrebbe aggiungersi nei prossimi giorni il Movimento 5 Stelle.
“Progetto Napoli nasce dall’unione di diverse realtà ed esperienze, che hanno come minimo comune multiplo l’amore per la propria terra, il voler essere “briganti e non emigranti”, dichiara il leader di Cambiamo Napoli Francesco Forzati. Il movimento è aperto a tutti, ma Andrea Balia, coordinatore campano del Partito del Sud, sottolinea che l’obiettivo è di evitare che si iscriva chi ha già militato nei “vecchi partiti”.
In campo anche Insieme per la Rinascita. Il presidente del movimento, Stefano Lo Passo, invita soprattutto i giovani a ribellarsi: “siamo stanchi – dice – di questa classe politica che mortifica la nostra dignità meridionale”. Al di là dei numeri, è sicuramente apprezzabile lo sforzo di queste associazioni di mettere da parte protagonismi ed individualismi per lavorare per il bene comune del Meridione.

lunedì 25 ottobre 2010

Opinioni su Terzigno




Riportiamo i pensieri puntuali e da noi condivisi di Beppe Grillo, del nostro Segretario Organizzativo Enzo Riccio, di Andrea Balìa del PdSud Napoli e pienamente sposati e sottoscritti anche dal nostro Segretario Nazionale Beppe De Santis.

“Ogni Nazione al tramonto ha i suoi simboli, qualcosa che ne rappresenta l'epitaffio. L'Italia ha la spazzatura e i manganelli. Le due parole più frequenti nel nostro lessico quotidiano. Quando ci ricorderemo della dissoluzione della Seconda Repubblica sentiremo il puzzo delle discariche e rivedremo il sangue dei manifestanti. A Terzigno e a Boscoreale vengono inseguiti con i manganelli dei cittadini italiani. A picchiare uomini e donne con le mani alzate non sono pericolosi extracomunitari e neppure camorristi, ma persone pagate dagli italiani per difendere quegli stessi uomini e donne. Le discariche, trasformate in un problema di ordine pubblico, derivano in realtà da corruzione, cattiva amministrazione, menefreghismo totale del territorio da parte dei politici. Di tutti i politici... ogni distinzione a questo punto tra un Bersani e un Berlusconi, tra un De Luca e un Caldoro, è una presa per il culo. La raccolta differenziata e il riciclaggio delle materie prime, acqua, vetro, plastica e l'utilizzo del resto per il compostaggio non è impossibile, semplicemente non lo si vuole fare. Non sono i campani a puzzare, ad essere incivili, ma il Parlamento, il governo, la Regione Campania, la Confindustria degli inceneritori.
Costi quel che costi si sverserà, si manganellerà.” (Beppe Grillo)

“l'intreccio perverso tra incapacità amministrative ed interessi politico-camorristici-imprenditoria del nord ha fatto precipitare Napoli e la sua provincia in questo baratro senza fine. Destra e sinistra hanno fallito, Bassolino ha fallito e Berlusconi ha fallito, Caldoro ha fallito e la Jervolino ha fallito. Impregilo ha fallito. Diciamolo chiaramente, questo problema ha un'origine antica di almeno 20 anni ed una lunga schiera di colpevoli, tra politici di ogni colore, industriali, commissari e "tecnici".
la ricetta di "discariche ed inceneritori" e' fallita, l'avevamo detto in passato che non era la soluzione "strutturale" del problema, come hanno capito da tempo in tutti i paesi avanzati e come del resto raccomanda la stessa Unione Europea con la politica delle 3 R (Riduzione, Riciclaggio, Riutilizzo), ma e' stata sempre giustificata dalla logica dell' "emergenza", una logica perversa che da un lato impedisce una progettazione seria ed una politica di raccolta differenziata e dall'altro favorisce industriali del Nord coi loro interessi nel campo degli inceneritori, dalla Marcegaglia ad Impregilo fino alla A2A lombarda...
E se nel 1860 si mandarono dei criminali come Cialdini a sparare anche su vecchi, donne e bambini, a bruciare paesi, a sterminare centinaia di migliaia di meridionali con la scusa di "dover debellare il triste fenomeno del brigantaggio"...oggi si manganella contro un popolo che manifesta pacificamente, si sparano lacrimogeni ad altezza uomo, si massacra "in nome della legge", in nome della "ragion di Stato"! Ma perchè "la legge" , "lo Stato" , in questo paese dei "fratelli d'Italia" è sempre contro il popolo del Sud??? Come faranno i figli di quelle persone sanguinanti ad avere "fiducia", ad avere "il senso dello Stato"???
Noi del PdSud che ci consideriamo eredi di quei nostri briganti di ieri, siamo anche a fianco dei "briganti" di oggi di Terzigno che chiedono solo di poter avere una vita normale e di non dover convivere con due discariche puzzolenti (la seconda, ancora da realizzare, sarà nel Parco Naturale del Vesuvio!!!), di non assistere alla crescita di malattie tumorali e al triste destino di essere sempre la discarica del resto del paese che non vuole e che non sa vedere.” (Enzo Riccio)

B & C : Bertolaso, Berlusconi, Bassolino, Caldoro, Cosentino. Ovvero Buffoni e Cialtroni. Come prendere in giro un popolo, passarsi la palla su di un problema di una gravità inaudita : la salute della povera gente messa a rischio dalla scellerata gestione del problema rifiuti. Terzigno è l’ultima tappa di questo percorso diabolico.
Ci conforta un credo ed una speranza : resta poco tempo a questi signori (sic!) prima che un Sud degnamente rappresentato politicamente non “spazzi” ( e questa volta mai termine fu più tristemente più appropriato!) definitivamente le nostre terre dalle loro nefaste presenze! (Andrea Balìa)

Beppe De Santis Segretario Nazionale del Partito del Sud
Andrea Balìa Responsabile Regionale Campania Partito del Sud

10 NOTE PER SVELARE UNA GRANDE IMPOSTURA

11° messaggio di Beppe De Santis,nuovo Segretario nazionale del Partito del Sud, fondato da Antonio Ciano e ispirato dal libro “Terroni” di Pino Aprile.

IL GRANDE BLUFF DI “ FORZA SUD” ( “FS”),
IL FINTO – E SEDICENTE - PARTITO DEL SUD DEL BERLUSCONIANO DOC, GIANFRANCO MICCICHE’

1) Quali sono i CONTENUTI, i programmi, il profilo teorico strategico e culturale,i valori e l’etica di riferimento di “FS”?

I contenuti programmatici restano assolutamente oscuri e nebulosi. Non esiste alcuna base teorica. Non vi e traccia di profilo strategico e , culturale e valoriale. Il vuoto siderale. Se non un generico, rozzo e umorale SUDISMO. Sudismo straccione,sudismo piagnone,sudismo rivendicazionista, sudismo riparazionista, sudismo ricattatorio, sudismo subalterno,sudismo folcloristico,sudismo becero. SUDISMO MERCENARIO . Ascaro.
Cioè, il contrario del vero meridionalismo, del neomeridionalismo federalista unitario.Quello delineato recentemente nei libri di Pino Aprile ( “Terroni”), di Giorgio Ruffolo ( “ Un paese troppo lungo”),di Gianfranco Viesti ( “Mezzogiorno a tradimento” ), e soprattutto,nel documento della Conferenza Episcopale Italiana , “ Per un Paese solidale. Chiesa e Mezzogiorno”.
“FS” pare voler essere una banale e velleitaria “Lega Sud” contro la Lega Nord. Punto e basta. Una cosa che non sta né in cielo né in terra.
“FS” pare voler rivendicare, come tutti gli antichi e odierni mercenari e ascari del Sud, soltanto BRICIOLE DI SPESA PUBBLICA, in cambio di voti e potere al servizio di lorsignori , i milanesi nordisti e leghisti al potere. L’ennesimo partitino della spesa pubblica.

2) Quali sono gli ALLEATI organici di “FS”?
“Fs” si propone come sezione meridionale del PDL berlusconiano,una mera appendice sudista. Il PDL è a sua volta organico- e anche subalterno- alleato della Lega Nord.
Quindi, “FS” sarà la longa manus nel Sud del nordismo più aggressivo ed estremo, la PROTESI SUDISTA DEI PADRONI DEL NORD. Un altro arnese in mano ai nostri carnefici nordisti.
Insomma, l’ennesimo imbroglio ai danni dei meridionali.

3) L’imbroglio delle risorse per il Sud del FAS ( Fondo Aree Sottoutilizzate)
La prova delle prove che abbiamo a che fare con banali mercenari è data dall’imbroglio dei soldi del FAS.
Nel 2006, il Fas, per l’85% destinato al Sud, prevedeva circa 54 miliardi di euro per spese di investimenti, a favore del Sud, per il settennio programmatorio 2007-2013.
Ebbene, gran parte di queste risorse sono state spese -e sperperate in spesa corrente- nel Nord, dalle quote latte ai navigli nel lago di Como.
Nemmeno un euro è mai giunto alle 8 Regioni meridionali. Uno scandalo colossale.
Ebbene, sapete quale è l’organismo che decide dell’uso di queste risorse? Si chiama CIPE, e, sta per Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica.
Ebbene, sapete chi è il sottosegretario e segretario del CIPE? Si chiama Gianfranco Miccichè, il draghetto che favoleggia di aver fondato “ Forza Sud”.
Non vi pare che ci sia qualcosa che non va?
O si tratta di due Miccichè diversi, o, se è lo stesso,si tratta di un ciarlatano imbroglione.
Il Miccichè che ci ruba i soldi è lo stesso che ci promette di riconquistarceli. Una cosa da pazzi.

4) Quale è la CLASSE DIRIGENTE che “FS” propone?
Una classe dirigente nuova? Una nuova generazione di politici, freschi e di zecca?I migliori tra i trentenni- quarantenni meridionali? Il meglio della società civile e della cittadinanza attiva? Uomini, donne e ragazzi impegnati nella più strenua lotta antimafia? Fieri avversari della casta e delle innumerevoli cricche?
Macchè! “FS” ripropone esattamente lo stesso gruppo che, da oltre 15 anni fa il buono e cattivo tempo, in Sicilia,e, in Italia . L’enclave berlusconiana più fedele al ras milanese e la più stagionata. Sono stati ripetutamente- e sono- ministri, vice-ministri, sottosegretari,parlamentari nazionali e regionali, assessori regionali e locali , sindaci,preposti in tutti i gangli del corrotto sottogoverno nazionale e locale. Intendono , ora, riciclarsi come furenti neomeridionalisti, rivoluzionari neosudisti? Suvvia. Dopo 15 anni di predominio, e di disastri,è bene che riposino e vadano a casa.
Si occupino di più e meglio dei guai giudiziari che, purtroppo, non mancano mai. Anzi, negli ultimi tempi , sono in inquietante incremento. La “inquietante coincidenza dei tempi”. A orologeria. Ah, queste toghe rosse. Questo CSM comunista.

5) Quale è la FORMA – PARTITO, l’organizzazione, che “FS” propone?
Un Partito democratico, partecipato, organizzato,decentrato, popolare, con leadership diffuse e condivise, per cui rigorosamente dal basso si costruiscono i gruppi dirigenti intermedi e poi centrali? Quando mai! La forma è quella logora e triste del clan , a genesi e gestione totalmente PERSONALISTICA, a leadership ultrapersonalizzata, l’ennesimo partitino personalistico, attorno al povero, concitato, aromatizzato -un pò svanito- Gianfranco Miccichè. Il classico capo cacicco, con la corte riverente, sottomessa, devota, passiva.

6) “FS”, il partito-fantasma, sempre annunciato e mai nato
Già nel remoto 1994-96, Miccichè annunciò profeticamente la nascita imminente di “ Forza Sicilia”, sulla base di un pomposo e fumoso “Progetto Federico II”:tale ciarlataneria si è dileguata, poi, nel nulla assoluto.
Sono seguiti, poi, per Miccichè, ben 16 anni di onori e di lauti successi. I6 anni ininterrotti di mandato parlamentare, sottosegretario ai Trasporti, vice-ministro e ministro del Mezzogiorno, deputato regionale e Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana,il tentativo –abortito- di candidarsi a governatore della Sicilia, oggi di nuovo parlamentare nazionale e sottosegretario al Cipe.
Sempre al servizio permanente effettivo del gran capo ambrosiano.
Qualche sbruffoneria sudista, ogni tanto, niente di più.
Ma,del fantasma del presunto Partito del Sud miccicheiano nessuna traccia.
Infine, di botto, nell’estate 2009 (fino a Natale),Miccichè minaccia l’imminente costituzione del Partito del Sud, contro tutto e tutti; nella canicola estiva, convoca seguaci e simpatizzati, in un convegno a Sorrento, presenta formalmente il fantasma del Partito del Sud, compresi il logo, l’inno, i colori adatti all’uopo, i promotori presunti e quant’altro, da perfetto venditore di cravatte, pardon , uomo di marketing.
Ma, la bolla mediatica svanisce , ancora una volta. Il suo padrone milanese,i riottosi colonnelli del PDL ( ex sodali), lo stesso patron Marcello Dell’Utri dicono a Gianfranco che il tempo della ricreazione è finita. Vi è da affrontare la campagna per le elezioni regionali del 2010. Tutti a cuccia. E Gianfranco torna a cuccia.
Dopo la fase di forzosa alleanza, nel governo regionale siciliano, con l’algido e iroso Raffaele Lombardo;dopo la promozione del gruppo “PDL Sicilia”-presentato come il nucleo d’acciaio del costituendo Partito del Sud ( in seguito frantumato e disperso); dopo che lo stesso governatore ha scacciato- senza eccessiva cortesia- Miccichè e i suoi dal governo regionale,ecco, di nuovo Gianfranco, occlusi ormai gli spazi meridionali, pronto a lanciare IL PARTITO DEL POPOLO SICILIANO. L’annuncio dura lo spazio di qualche settimana settembrina.
Ora, quasi sotto Natale 2010, Gianfranco, colta l’angustia dello spazio meramente siciliano,dà - di nuovo - fiato alle trombe. Questa volta, Gianfranco pare soffiare dalle narici,addirittura, come un draghetto cinese: finalmente , la sparata finale. Più precisamente , la TIRATA FINALE. FINALMENTE, NASCE “ FORZA SUD”. Per favore non esageri, qualche volta si astenga. Tiri di meno, caro sottosegretario, caro Gianfranco. Dio non voglia, si appaia sbruffoni, ciarlatani, imbroglioni. Evviva gli aspiranti draghi della rivoluzione neosudista.

7) Il patron Marcello dell’Utri
Comprendo e apprezzo la tenerezza umana, e ,la dolcezza, la fedeltà dell’amicizia.
Eppure, quando sono in ballo le responsabilità pubbliche, il bene comune,le cose cambiano, eccome.
Miccichè ha sempre rivendicato l’amicizia immarcescibile con il Senatore Dell’Utri, riconoscendogli abbondantemente il ruolo di suo patron e di affettuoso padrino.
Ora, Dell’Utri è un personaggio pesante, complesso , controverso. Non si può scherzare, col fuoco.
Per questo esplosivo aspetto , rinvio alla enorme bibliografia , soprattutto giudiziaria.
Un partito ,vero o presunto, peraltro, a sedicente vocazione meridionalista, che nasce con il marchio dellutriano, è L’ULTIMA COSA DI CUI LA SICILIA E IL SUD HANNO BISOGNO.

8) Che c’entra “FS” con l’intero Mezzogiorno?
C’entra poco o nulla.
La piccola enclave politico-elettorale ( 100-120.000 voti ?) miccicheiana è concentrata in Sicilia.
E in Sicilia si esaurisce e finisce.
Il resto è bluff e millanteria.
Che c’entra “FS” con l’Abruzzo? Niente.
Che c’entra “ Fs” con il Molise? Niente.
Che c’entra “Fs” con la Sardegna? Niente.
Che c’entra “Fs” con la Basilicata? Niente.
Che c’entra “FS” con la Puglia? Niente.
E, così via.
“Forza Sud”? Forza , sbruffoni.

9) E’ il tempo di un vero Partito del Sud.
Il Partito del Sud, quello fondato da Antonio Ciano,e, ispirato a Pino Aprile, da me diretto da qualche tempo, è l’esatto contrario del falso partito del Sud di Miccichè, ora denominato “Forza Sud”.
Vi prego, leggete i 10 comunicati del PSUD, usciti a mia firma - presenti nei siti web
http://partitodelsud.blogspot.com/ e
www.partitodelsud.eu -e , capirete.
Ciò, a scanso di equivoci.

10) Cari estortori,non estorcete anche l’identità e i nomi
Nel nuovo ruolo di Presidente e Segretario nazionale del Partito del Sud,diffido chiunque, a partire da Miccichè, ad usare il nome “Partito del Sud”, che appartiene giuridicamente alla comunità politica, che ho l’onore di rappresentare.
Frattanto,per non limitarci agli appelli di buona volontà,abbiamo avviato la tutela in sede legale del nome PSUD e della comunità politica corrispondente.
Chiunque userà abusivamente del nome PSUD, si rivedrà con noialtri, in tribunale. A presto.
E’ la bellezza delle regole, della legge, fratelli miei , estortori di anche di identità e di nomi.

Scusatemi per la franchezza.
Ma, “altro giro, altra corsa”.
Antichi lupi di mare, marinaretti e cammelli del deserto ( i meravigliosi cammelli mediterranei, liberali e solidali).
Non confondo , e non confondete, la testa con l’intero corpo. Vi sono tra gli elettori, simpatizzanti, militanti e dirigenti del gruppo miccicheiano tantissime e straordinarie persone perbene, ci mancherebbe. Persone che stimo, per alcune delle quali nutro un sincero senso di amicizia. Questo è un avviso ai naviganti, anche dell’enclave miccicheiana, presente e futura.
Ma, il pesce puzza dalla testa. Purtroppo, è così.
E’ tempo di EXIT STRATEGY.
Attenzione. Hic Rhodus, hic salta.

Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud.
Palermo , 24 ottobre 2010.

Pubblicato da : NON MI ARRENDO a 10/25/2010 11:23:00 AM
Etichette:
, ,

domenica 24 ottobre 2010

10° messaggio di Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud, sul profilo teorico-culturale del PdSud


PER UNA BIBLIOTECA MINIMA DEL PDSUD

Il PdSud è, e deve essere, innanzitutto , un Partito d’azione, di movimento, di lotta. Un partito democratico, popolare, di massa. Un partito vertenziale, un partito-sindacato territoriale , a tutela della propria Terra. E dei meridionali,ovunque essi siano. Un partito di proposta , di progetto, di governo.
Un partito intelligente e colto. Una grande comunità intellettuale. Nella quale la formazione politica, amministrativa e, tecnica, sia essenziale, imprescindibile.

Dovrei citare centinaia di titoli. Una bibliografia brillante e organica.
Per l’immediato,conviene tener presente una BIBLIOGRAFIA SELEZIONATA, per una BIBLIOTECA MINIMA del PdSud.

1) Per la grande tradizione del FEDERALISMO DEMOCRATICO mondiale:

-Daniel Elazar, “Idee e forme del federalismo”,Mondadori, Milano,1998;
-Alexander Hamilton e James Madison,, “Il federalista”, Nistri-Lischi, 2007.

2) Per la tradizione del meridionalismo federalista, regionalista e autonomista e per il grande federalismo italiano:

- Napoleone Colajanni, “Settentrionali e meridionali”, Remo Sandron, Milano-Palermo-Roma, 1898; “Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause”,1894,in Rosario Villari, “Il Sud nella storia d’Italia”, Laterza,1961;
-Luigi Sturzo, “Pro e contro il Mezzogiorno” ( 1903), in “Mezzogiorno e classe dirigente”, a cura di G. de Rosa, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 1986; “ Scritti politici di Luigi Sturzo”,a cura di Mario G. Rossi,Feltrinelli, Milano,1982;”Riforma statale e indirizzi politici”, Firenze, 1923; Recensione a “Rivoluzione meridionale” di Guido Dorso, in Bollettino Bibliografico di scienze sociali e politiche, a. III,n. 1.
-Gaetano Salvemini, “ Scritti sulla questione meridionale”, Einaudi,1955.
-Guido Dorso, “La rivoluzione meridionale”, Einaudi, Torino, 1974.
-Carlo Cattaneo, “Scritti politici”, Le Monnier ,Firenze, 1965,vol. IV; ”Antologia degli scritti politici di Carlo Cattaneo”,Il Mulino, Bologna,1962.

3) Per il profilo storico-identitario del neo-meridionalismo:

-Antonio Ciano, “ I Savoia e il massacro del Sud”, Granmelò,Roma,1996;”Le stragi e gli eccidi dei Savoia”,Graficart, Formia,2006.
-Nicola Zitara, “Nascita di una colonia “, Milano,Jaca Book, 1971.
-Gigi Di Fiore, “Controstoria dell’Unità d’Italia”, Rizzoli,Milano,2007.
-Pino Aprile, “Terroni”, Milano,Piemme, 2010.
-Marco Demarco, “ Bassa Italia. L’antimeridionalismo della sinistra”, Napoli , Guida, 2009.
-Vittorio Daniele e Paolo Malanima, “Il prodotto delle regioni e il divario Nord-Sud in Italia ( 1861-2004)”, ISSM-CNR, Napoli,Rivista di politica economica, 2007.

4) Per il profilo storico generale:

-Rosario Villari, “Il Sud nella storia d’Italia”, Laterza, Roma-Bari,1961;
-a cura di Claudia Petraccone, “ Federalismo e autonomia in Italia dall’Unità ad oggi”, Laterza, Roma-Bari,1995;
-Claudia Petraccone “ Le due Italie.La questione meridionale tra realtà e rappresentazione”, Laterza, Bari-Roma ,2005;
-Claudia Petraccone, “ Le due civiltà. Settentrionali e meridionali nella storia d’Italia dal 1860 al 1914”, Laterza, Roma-Bari, 2000.

5) Per il profilo federalista costituzionale del neomeridionalismo:

-Giorgio Ruffolo, “Un paese troppo lungo”, Einaudi, Torino, 2009.
-Franco Cassano, “ Tre modi di vedere il Sud”,Il Mulino,Bologna,2009.
-Piero Bassetti, “L’Italia s’è rotta”, Laterza, Bari-Roma,1996.

6) Per un bilancio rigoroso delle politiche di sviluppo per il Sud:

-Gianfranco Viesti, “ Mezzogiorno a tradimento. Il Nord, il Sud e la politica che non c’è”, Laterza, Roma-Bari, 2009.
-Svimez,”Rapporto sull’economia del Mezzogiorno 2010”,in http://www.svimez.it/.
-Atti del convegno della Banca d’Italia su “Il Mezzogiorno e la politica economica dell’Italia”,26 novembre 2009,in www.bancaditalia.it/media/notizie/convegno_mezzogiorno.

7) Sulla lotta contro le mafie:

-“ Cose di Cosa nostra”,intervista a Giovanni Falcone ,a cura di Marcelle Padovani,Rizzoli, Milano, 2004.
-Roberto Saviano, “Gomorra.Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra”, Mondadori, Milano, 2006.
-Nino Amadore, “L’isola civile. Le aziende siciliane contro la mafia”, Einaudi, Torino, 2009.
-Francesco Renda e Antonio Riolo, “Liberare l’Italia dalle mafie”, Ediesse edizioni, Roma, 2008.
-Roberto Galullo, “Economia criminale. Storie di capitali sporchi e società inquinate”, Il sole 24 ore,Milano,2010.
-Francesco Forgione, “Mafia export. Come ‘ndrangheta,cosa nostra e camorra hanno colonizzato il mondo”, Baldini Castaldi Dalai, Milano,2009.

8) Sulla questione italiana e il Mediterraneo:

-Limes n. 2, “Esiste l’Italia?Dipende da noi”, Gruppo editoriale l’Espresso, Milano,2009.
-Limes n. 3 (quaderni speciali,supplemento al n. 3), “Il mare nostro è degli altri”, Gruppo editoriale l’Espresso, Milano, 2009.
-A cura di Enzo Giustino, “ Mediterraneo 2010. Sfida vitale per il Mezzogiorno”, Guida, Napoli, 2008.

9) Sulla Chiesa e il Mezzogiorno:

-Conferenza Episcopale Italiana, “Per un Paese solidale. Chiesa e Mezzogiorno”, febbraio 2010, in http://www.cei.it/.

Si tratta di una quarantina di testi,tra libri e saggi, tutti di straordinaria rilevanza , per una cultura neomeridionalista di base. Tutti da leggere e meditare.

Tra essi, di quattro testi NON SI PUO’ ASSOLUTAMENTE FARE A MENO:

-Pino Aprile, “Terroni”, Milano,Piemme, 2010.
-Conferenza Episcopale Italiana, “Per un Paese solidale. Chiesa e Mezzogiorno”, febbraio 2010, in http://www.cei.it/.
-Giorgio Ruffolo, “Un paese troppo lungo”, Einaudi, Torino, 2009.
-Gianfranco Viesti, “ Mezzogiorno a tradimento. Il Nord, il Sud e la politica che non c’è”, Laterza, Roma-Bari, 2009.

Fratelli e sorelle meridionali,
leggeteli attentamente, fateli leggere ai vostri familiari, ai vostri figli e agli amici.
Così, alimenterete la NUOVA SPERANZA DEL SUD.
Buona lettura.

Beppe De Santis, Segretario nazionale del Partito del Sud.
Palermo, 23 ottobre 2010.

sabato 23 ottobre 2010

150° Unità d'Italia: Gaeta fa da sola " La Verità rafforza l'Unità"



Motivo? L'esclusione dalle celebrazioni ufficiali per l'unità d'Italia.
Il 6 novembre sarà inaugurato un monumento ai caduti.


«E' un fatto gravissimo che Gaeta non sia stata presa in considerazione dal Governo per le iniziative legate al 150° dell'Unità d'Italia» - sostiene il sindaco Raimondi. Non a caso il Comune ha deciso di fare da solo, con lo slogan "Unità nella verità". «La nostra città, capitolata per tifo e fame il 13 febbraio 1861 - ricorda Raimondi - sta mettendo a punto una serie di manifestazioni che partiranno il 6 novembre e che, senza nessuna nostalgia borbonica o spinta separatista e di disgregazione, porranno l'accento sulla necessaria rivisitazione storica. La storia la scrivono i vincitori e Gaeta ha pagato e paga ancora per una guerra non dichiarata che portò all'Unità d'Italia ma significò per tanta parte del Sud emigrazione, sofferenze, povertà».
«Per Gaeta è un anno importante ma siamo stati esclusi da ogni evento nazionale. La città è stata esclusa da eventi ufficiali, cosa che invece non accadde in occasione del centenario quando arrivarono qui personalità come Fanfani, Gronchi ed Andreotti».
«Non vogliamo fare nè i nostalgici nè mostrarci disunitari perchè all'unità del Paese - dice - ci teniamo davvero. Quello che ci preme però è riaffermare una memoria storica che sia veritiera ed obiettiva». «Al di là di tutto - spiega il sindaco - davvero non capiamo come si possa dare una cittadinanza onoraria ed un riconoscimento a chi ci ha bombardato», dice in polemica aperta con la città di Formia che ha organizzato un imponente raduno per il prossimo 10 novembre.
Invece il 6 novembre, data d'inizio dell'assedio, saranno a Gaeta rappresentanti di 40 Comuni del Sud Italia eccidiati «per l'inaugurazione di un monumento ai caduti di quell'assedio con il quale con il quale finì un Regno e per il quale Gaeta aspetta ancora le "scuse" ed il risarcimento da Casa Savoia».

Pubblicato da : NON MI ARRENDO
Etichette: ,

Lidia Zitara nuovo direttore di Fora...

riportiamo comunicato del compatriota Mino Errico che ci comunica la notizia che l'eredità di direttore della rivista elettronica FORA diretta dal grande Nicola Zitara è stata assunta, dopo la dipartita del maestro, dalla figlia Lidia.

Anche noi del Partito del Sud, che sentivamo così importanti gli insegnamenti e gli scritti di Nicola Zitara tanto da averlo voluto nostro socio onorario, facciamo i più fervidi auguri alla figlia di cotanto padre.


Per volontà dei familiari di Nicola, la rivista elettronica Fora... - fondata da Nicola Zitara nel 2000 - continuerà le sue pubblicazioni.
Era stato chiesto allo scrivente di dirigerla, abbiamo preferito fare una proposta alternativa, che è stata accettata e ne siamo felici.
Da oggi, 21 ottobre 2010, Lidia Zitara è il nuovo direttore di Fora...
Noi continueremo a mettre online gli articoli che ci verranno inviati, tenendo la barra fissa sulla unica raccomandazione che ci aveva dato Zitara: gli autori degli articoli dovevano mantenersi argomentativi ed evitare attacchi personali.
Le volte che - in dieci anni - abbiamo chiamato Nicola, per discutere della pubblicazione di un articolo oppure per delle piccole modifiche si contano sulle dita di una mano.
Ci pare di buon auspicio la singolare coincidenza tra la notizia che Lidia aveva accettato la proposta e la pubblicazione di una lettera, inviata ad Angelo D'Ambra il 21 agosto 2008, nella quale si delinea in modo inequivocabile l'approdo a cui era giunto un intellettuale che – a nostro modesto avviso – può essere considerato il primo meridionalista identitario apparso sulla scena del nostro paese.
In bocca al lupo al nuovo direttore.

L’Inps nasconde la verità sulle pensioni ai precari per evitare rivolte

Il presidente dell'INPS Antonio Mastrapasqua ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché L'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.

L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile. Non si può non notare come anche la politica taccia su questo scandalo, ma non ci si potrebbe attendere altrimenti, perché a determinare questo scandalo hanno contribuito tutti i partiti attualmente rappresentati in parlamento, nessuno escluso.I precari, tenuti all'oscuro o troppo occupati a sopravvivere, difficilmente noteranno la dichiarazione di Mastropasqua al Corriere della Sera e i media sembrano proprio intenzionati a non rovinare loro la sorpresa. Proprio una bella sorpresa.

Fonte : AGORAVOX italia 23/10/2010

Non è meglio decontribuire TOTALMENTE questi soggetti produttivi o dargli lo status di qualche altra cassa previdenziale tipo l'ENASARCO ? Costi simili ma pensione minima assicurata che non sia quella sociale, per cui non vi è necessità di contributi !!

Alessandro Citarella - Partito del Sud Napoli

I briganti del terzo millennio...a Terzigno

Abbiamo già scritto più volte dell' "emergenza rifiuti" in Campania, di come questa sia figlia dell'incapacità politica a vari livelli, nazionale, regionale, provinciale e comunale di dare risposte strutturali ad un problema. E di come l'intreccio perverso tra incapacità amministrative ed interessi politico-camorristici-imprenditoria del nord abbia fatto precipitare Napoli e la sua provincia in questo baratro senza fine. Destra e sinistra hanno fallito, Bassolino ha fallito e Berlusconi ha fallito, Caldoro ha fallito e la Jervolino ha fallito. Impregilo ha fallito. Diciamolo chiaramente, questo problema ha un'origine antica di almeno 20 anni ed una lunga schiera di colpevoli, tra politici di ogni colore, industriali, commissari e "tecnici", dall'appalto concepito in maniera assurda da Rastrelli, alla gestione vergognosa e colpevole di Bassolino senza controlli su balle ben poco "eco" e senza un solo impianto di compostaggio in tutta la Campania, alle tante toppe peggiori del male messe dai tanti "Commissari straordinari" come Bertolaso e per finire alle colpe di Impregilo e di altre aziende del nord dipinte come "aziende modello" che ci hanno consegnato impianti poco funzionanti, dei veri e propri "bidoni" come l'inceneritore di Acerra.Anche la ricetta di "discariche ed inceneritori" e' fallita, l'avevamo detto in passato che non era la soluzione "strutturale" del problema, come hanno capito da tempo in tutti i paesi avanzati e come del resto raccomanda la stessa Unione Europea con la politica delle 3 R (Riduzione, Riciclaggio, Riutilizzo), ma e' stata sempre giustificata dalla logica dell' "emergenza", una logica perversa che da un lato impedisce una progettazione seria ed una politica di raccolta differenziata e dall'altro favorisce industriali del Nord coi loro interessi nel campo degli inceneritori, dalla Marcegaglia ad Impregilo fino alla A2A lombarda...oltre ad aiutarli e sovvenzionarli con il famoso CIP6, che tutti noi paghiamo (anche noi derelitti meridionali) sulla bolletta ENEL, dobbiamo sorbirceli pure con la tiritera mediatica del "nord che ci aiuta con la sua efficienza".BASTA!!!Come avvenne nel 1860-1870, il popolo meridionale insorge, all'epoca lo fece giustamente contro un colonizzatore venuto dal Nord ed uno stato visto come nemico, contro chi prima promise terre, fratellanza e giustizia e poi portò colonizzazione, nuove tasse, miseria ed emigrazione; oggi lo fa contro uno "Stato" che per "rispetto della legge" intende l'apertura di una seconda discarica in una zona già martoriata...ed esattamente come avvenne allora, mediaticamente, oggi come allora, si parla dei napoletani e dei meridionali in genere come "criminali", come "camorristi"...in una parola..."briganti"!!!E se nel 1860 si mandarono dei criminali come Cialdini a sparare anche su vecchi, donne e bambini, a bruciare paesi, a sterminare centinaia di migliaia di meridionali con la scusa di "dover debellare il triste fenomeno del brigantaggio"...oggi si manganella contro un popolo che manifesta pacificamente, si sparano lacrimogeni ad altezza uomo, si massacra "in nome della legge", in nome della "ragion di Stato"!Ma perchè "la legge" , "lo Stato" , in questo paese dei "fratelli d'Italia" è sempre contro il popolo del Sud???Come faranno i figli di quelle persone sanguinanti ad avere "fiducia", ad avere "il senso dello Stato"???Nella miseria generale e generalizzata dell'informazione nazionale, l'unica voce dissonante dal coro e' quella di Beppe Grillo che, anche nell'articolo di oggi sul suo blog, giustamente parla di un'Italia allo sfascio e delle colpe di chi governa e non del popolo che subisce...ma subisce fino a quando?Assurda e paradossale la teoria dei giornali di regime come "Il Giornale" che in estrema sintesi ci dice che quando la situazione è tranquilla, o per meglio dire pare tranquilla, allora "il merito e' del governo nazionale che ha risolto l'emergenza rifiuti in Campania nonostante le colpe della Regione di sinistra", quando scoppia nuovamente l'emergenza invece la colpa e' dell'amministrazione locale del Comune di Napoli di sinistra (perchè nel frattempo alla regione c'e' Caldoro del centrodestra)...e siamo sicuri che se al Comune ci fosse un'amministrazione di centrodestra allora la colpa sarebbe da scaricare ai cittadini...BASTA!!!Noi del PdSud che ci consideriamo eredi di quei nostri briganti di ieri come Ninco Nanco, siamo anche a fianco dei "briganti" di oggi di Terzigno che chiedono solo di poter avere una vita normale e di non dover convivere con due discariche puzzolenti (la seconda, ancora da realizzare, sarà nel Parco Naturale del Vesuvio!!!), di non assistere alla crescita di malattie tumorali e al triste destino di essere sempre la discarica del resto del paese che non vuole e che non sa vedere.


Enzo Riccio PARTITO DEL SUD