...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

martedì 3 agosto 2010

Ma che bell'articolo...

Riportiamo un estratto dell'ennesimo articolo vagheggiante sul mito dei Mille su la Repubblica di Domenica di Paolo Rumiz,
a cui segue la puntuale controreplica
del nostro brigante Bruno Pappalardo...
Leggete, leggete....


"Sulle strade delle camicie rosse con l'allegra banda garibaldina"
di Paolo Rumiz
"Farmacisti, operai e studenti. Uomini e donne. Ottantenni e ragazzini. Grancasse e tamburini. Marciano giù da Mugnano, a Est del Trasimeno, cantando e suonando "La bela Gigugin". Inizia qui, in musica, il nostro viaggio. Una lunga spedizione in cerca di un'Italia che centocinquant'anni fa era ancora giovane e bella."

e così un continuo romantico di ricordi, esaltazioni, citazioni inventate in un racconto che vuole essere poetico e tutto teso alla riscoperta del cosiddetto eroe dei due mondi e dei presunti valori risorgimentali che sgorgano da ciò che rappresentano le camicie rosse .....

«Ma voi italiani sapete che quando andò a Londra, ad aspettarlo erano in cinquecentomila e la carrozza fu schiacciata dalla folla? Sapete che in Russia c'è chi mette Garibaldi accanto all'icona di San Nicola?». Fuori il vento agita i cipressi, Alvaro continua: «Sai, ti ho scritto dopo i Mondiali di calcio perché la vostra uscita dal torneo mi ha fatto riflettere. Credo che il difetto di allenamento non c'entri. Di competitività ne avete anche troppa. Quello che è mancata è l'anima. Così ho pensato che esisteva un nesso tra questa crisi e gli schizzi di veleno contro Garibaldi. Forse siete solo un Paese che ha smesso di combattere».
e ancora....
Notte piena di stelle, Vega risplende sopra i boschi. Penso che non è normale un Paese che demolisce il vincitore di tante battaglie..."
Paolo Rumiz
Fonte : la Repubblica del 01/08/2010
replica :
"L'allegra banda garibaldina, . le camicie rosse pel sangue dei partigiani (briganti) del Sud, ma che bella storia, ma che bell'articolo..."
di Bruno Pappalardo
Lettera a Paolo Rumiz :
"Caro signor Rumiz,
ho letto con interesse il suo lungo articolo intitolato "Camicie Rosse" con almeno altre sei colonne interne denominate " l'allegra banda garibaldina" . Credo d'aver ben capito il senso, il sentimento e diciamo anche la sua inattesa percezione, che forse lei stesso non credeva ancora esistesse, colta improvvisa del perenne amore per l'eroe dei Due Mondi, il nostro eroe e immortale Giuseppe Garibaldi e i suoi uomini. Credo, dicevo, d'aver capito che Lei cercava qualcosa che credeva perso ma che, inaspettatamente, poi, s'accorge che quella cosa ( la passione garibaldesca ) invece esiste ancora ma, ancor più di codesta, d'amor patrio prima d'ogni altra cosa. Le capita di capirlo vedendo un affoltato gruppo bandistico gioioso che incontra lungo una stradetta di Perugia. Ma vediamo che cosa ci racconta su questa allegrezza e sentimento d'amore e su cui mi provo, disastrosamente, a riassumere:
1) Gli allegri garibaldini della banda suonano, in un certo punto del suo articolo, un'opera di Verdi, la Battaglia di Legnano del 1176 e Lei dice che l'eroe (di certo il Giussano)". che aveva ucciso il Barbarossa, (ch'era re d'Italia) in quella di Legnano , poi, l'eroe, baciò il tricolore. A quel punto crollò il teatro. Se ne poteva fare a meno di questo crollo. Il Barbarossa moriva dopo 12 anni, nella terza crociata, in Turchia, annegando durante un bagno, nel fiume Salef nel 1188. Prima ca....ta;Il Barbarossa fu uomo di fulgenti capacità organizzative e cercava l'unità vera di tutte le terre in un sorta di parità tra le genti attraverso "l'universalismo " del potere ed il prestigio della Chiesa cristiana. Proibì la formazioni di leghe perché si combattevano tra loro. Como, Lodi (completamente distrutta) e tanti altri comuni limitrofi furono sopraffatti dallo strapotere di quei comuni alleati a Milano.
2) Qualche riga sotto sostiene che ".. erano mille contro centomila,. quei matti che salparono da Quarto nel maggio del 1860. Ho un sincero timore che Lei possa scoprire e franare nelle sue nuove eccitanti certezze per la scoperta del rinnovato sentimento degli allegri garibaldini e ciò mi rende triste. E' vero che non era il caso che Garibaldi ( ammesso che fossero esistiti) leggesse i sondaggi come abitualmente, oggi, per ogni cosa, si confezionano, perché, il grande eroe sapeva già tutto e dormiva tra due cuscini. Non erano mille, infatti. Erano Mille + Inghilterra che soprattutto pagava, + Francia che partecipava come e quando poteva e + i Savoia che con i foraggiamenti ed aiuti, assoldavano mercenari d'ogni nazionalità, uomini comuni ma pronti a tutto per denaro e soprattutto Mafie in ogni luogo del Meridione. ( al tempo, non erano ancora vere organizzazioni strutturate ma lo diventarono subito dopo L'Unità d'Italia dopo aver ricevuto incarichi pubblici, soldi e l'annullamento di tutti i loro delitti) Seconda ca.....ta;
3) Perché agire contro il Regno delle Due Sicilie senza mai dichiararle guerra? Lo chieda all'allegra compagnia di suonatori nell'allegra stradina della ridente cittadina di Perugia!
4) Dice che la spedizione nel maggio del 1860 " . fu un'epopea al 90% padana", ovverosia contro il Sud per l'avvio di una guerra mai dichiarata. Credo che non occorra dire che è ancora così. Parla di Pavia, Genova, Bergamo Ostiglia, Chioggia, Gorgonzola. C'era anche Brescia e Venezia ( e mi meraviglia tanto che Lei non le nomini) Comuni oggi governati dalla Lega, che cercano ancora di affossare il Sud in mille modi come, non ultimo, chiedere di punire le regioni del meridione meno proficue o con somme " a debito" in bilancio rispetto alle altre e allo Stato italiano. Potremmo pagare con i soldi strappati alle casse d'oro piene del Regno prima del 1861, dove, dopo poco, partì la prima grande emigrazione verso paesi stranieri ma che accadde, pensi un po', per la prima volta dopo tanti secoli, subito dopo l'unificazione. Potremmo ad esempio, visto che i suddetti debiti si originano soprattutto per il settore Sanità, costruire cliniche come Santa Rita a Milano. Ma che bella anche questa, ce la poteva risparmiare.
5) Racconta di una lettera che le viene dal paese d'origine di suo padre dall' amico Alvaro che l'esorta ad indossare la camicia rossa e ridare nuova linfa vitale al nostro paese tenendo in alto il nome e le gesta del nostro eroe nazionale. - Alvà 'a recchia a Garibbaldo c''a tagliajena overamente, tenimme 'e documenti - ; ricordi pure al suo filosofoso amico Alvaro, che se è vero che siamo usciti sconfitti dai mondiali perché si è smarrito il collante sociale e solidalistico tra le nostre genti è pur vero che l'Argentina ha lasciato il campo tra i fischi dei suoi connazionali.
6) Allegramente dice anche che quando Garibaldi andò a Londra e la sua carrozza venne quasi schiacciata da cinquantamila londinesi. Ma perché andò veramente a Londra? E le chiedo perché quando giunse a Napoli col treno delle 17.30 (mi pare) lo si vide allontanarsi lungo il vagone e raggiungere, a treno fermo, il WC, e ne scese mentre tirava su le brache ma venne ricevuto da un tiepido saluto e, dunque, senza alcun clamore, tranne per quelli reclutati e remunerati dalla camorra, e, ... disgraziatamente dando la mano a tutti. Ci sono sempre documenti che lo testimoniano e se volesse visionarli sarei felice di darle qualche dritta; Non intendo continuare il suo allegro sentimento di ritrovato ardore. Non ce la faccio. Metta pura la Sua "Camicia rossa" bella stirata. Ma se penso a chi l'ha indossata massacrando civili donne e bambini, non mi zampilla alcuna allegria ricordando a quei corpi senza camicia, anzi completamente nudi e senza testa, dei briganti, ovvero di partigiani partenopei che difendevano la propria patria e comandati primariamente da ufficiali borbonici, fuori e dentro i lager savoiardi. Non riesco neppure a frignare!La supplico non cominci il suo viaggio dentro la nascosta presenza gaia di fervore garibaldino iniziando con la morte di Anita. La prego, potrebbe avere una spiacevole sorpresa!La Saluto con affetto perché ritengo sia in buona fede e che la storia patria insegnatele, sia rimasta uguale alle scuole dei suoi primi anni d'avviamento alla conoscenza ma convenientemente taciuta dai vincitori per non portare l'onta della vergogna di un'unificazione (al solo scopo di derubare denaro e sopravvivere ai propri debiti) sorta sul sangue di innocenti.
Il suo Bruno Pappalardo, ilbrigantebruno-sud1 Agosto 2010

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