...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

domenica 29 agosto 2010

Il grande Beppe De Santis intervistato dal nostro Presidente Antonio Ciano

Innanzitutto ci scusiamo con chi ci segue e/o ci legge per riportare con alcuni giorni di ritardo l'importante presente notizia, ma abbiamo problemi con la pubblicazione di video sul nostro blog e più in generale di natura tecnica, dovendolo gestire non dalla nostra consueta postazione alla quale torneremo operativi da Sabato p.v. 04 Settembre.
Qui riportiamo solo il primo video ma : L'intera intervista a Beppe De Santis è in onda, a rotazione, sulla Web Tv del Partito del Sud, visibile su tutti i siti e blog aderenti al Network del PdSUD :
Ecco la prima parte dell'intervista rilasciata da Beppe De Santis ad Antonio Ciano in quel di Lavinio ( Roma) dopo un incontro con i contadini di Velletri. A metà ottobre vi saranno gli Stati Generali del Sud. I partiti e i movimenti meridionali devono decidere il destino d'Italia e non essere più ascari dei partiti e degli interessi imprenditoriali del Nord. DESTRA E SINISTRA SONO SOLO INDICAZIONI STRADALI. IL SUD DEVE RICOSTRUIRE QUELLA ECONOMIA DESERTIFICATA DA 150 ANNI DI ASSERVIMENTO.


Stiamo costruendo un grande Partito del Sud
sul territorio a cominciare dai contadini sfruttati da 150 anni. La rivoluzione meridionale passa dalla classe che ha avuto oltre un milione di morti nel 1860 e dintorni da parte del capitalismo nato con il risorgimento piemontese. Furono chiamati Briganti, i nipoti dei quali abbatteranno il sistema che ha desertificato il Sud, che ha fatto emigrare i figli migliori. Antonio Ciano, Erasmo Vecchio, Beppe De Santis, Francesco Strafalaci, Linda Cottone, Natale Cuccurese, Enzo Riccio, Enrico Viciconte, Lipari, Connie Castellano, Andrea Balia, Antonio e Carmine Iannaccone, Morsello, ignazio, Sicilia Federale, Terrà è, i Comprasud e centomila contadini affamati dal sistema padano stanno operando una rivoluzione che sconvolgerà l'Italia. Tutto viene dalla terra, vita e morte di una nazione. A metà ottobre appuntamento a Palermo per gli stati generali del sud. Il nostro nemico? è la filosofia politica sfruttatrice e liberaleggiante nata nel 1860 con il risorgimento piemontese di Cavour che ha affamato e desertificato il Sud e la sua economia facendolo diventare COLONIA.
Antonio Ciano

sabato 28 agosto 2010

Bossi : "il Sud doveva essere solo una colonia!"

Il Sud come l’India o alcuni Paesi dell’Africa, almeno secondo Umberto Bossi. Il leader della Lega, intervenendo ad una festa del carroccio a Busto Arsizio, ha dato una propria lettura dell’Unità d’Italia, come riporta Varese News. In particolare, il senatur, ha sposato la visione pubblicata nel libro “Il regno del Nord” dove si sostiene che l’unificazione è stato il frutto del bisogno delle imprese del Settentrione di avere una colonia dove vendere i propri prodotti.
“Non pensavano allora che venisse fuori un guazzabuglio di questo tipo – dice Umberto Bossi – e furono gli stessi imprenditori del nord a finanziare Garibaldi per prendere il Sud”. Il leader della Lega – sempre secondo quanto riporta Varese News – ha poi affermato che il Nord ha pagato mille volte di più la scelta di non trasformare il Meridione in una colonia vera e propria.
Peccato, però, che il Sud 150 anni fa non era certo nelle condizioni di India, Congo o altri Paesi colonizzati dalle potenze europee. I documenti storici parlano chiaro: i bilanci statali del Mezzogiorno erano di gran lunga più ricchi rispetto alle malandate finanze dei Savoia. Mettiamola così: se anche gli imprenditori del Nord avessero finanziato Garibaldi, non era per colonizzare il Sud, ma probabilmente per depredarne le ricchezze. In questo senso ha ragione Bossi: il Meridione stava bene ed era un mercato ghiotto per gli imprenditori del Nord che, nelle proprie regioni, non riuscivano a fare profitto.
Fonte: Il Sud

Quagliarella story : c'è modo e modo d'essere meridionali

Quagliarella, attaccante del Napoli, è passato alla Juventus. La cosa, oltre che dispiacere in quanto giocatore di natali campani, lascia tristezza e amarezza per come è stata gestita la faccenda, in particolare da parte del calciatore, tanto più perchè ritenuto un simbolo dai tifosi. Questa la nostra opinione che andiamo in seguito ad illustrare e motivare.
Riteniamo in ogni caso che senza arrivare ad essere meridionalisti, c'è modo e modo d'essere meridionali e il sig. Quagliarella ci sembra abbia scelto uno dei peggiori.
1) Quagliarella (dichiarazioni sue alla conferenza stampa di poche ore fa di presentazione alla Juventus) sostiene che a Napoli s'era rotto un feeling...Probabilmente non dice ma si riferisce al fatto che non si sentiva titolare inattaccabile e che in ciò sia l'allenatore che il presidente non l'abbiano sostenuto.
2) Il buon Fabio dovrebbe spiegarci il perchè di questa sua pretesa che si può accampare solo se si gioca in una squadra di medio/basso livello. In squadre importanti nessun attaccante può pretendere ciò. Ne desumiamo che ritenesse il Napoli una squadra non importante.
3) Strano che un feeling si rompa dopo appena un anno a Napoli, e dopo le sue sperticate dichiarazioni all'epoca d'aver realizzato il sogno della sua vita e dopo tutto l'amore che i napoletani gli hanno dimostrato in quest'anno. Questo porta a pensare ad una labilità caratteriale.
4) La cessione è stata istruita, sollecitata e sottoposta al Napoli dal suo procuratore; quindi la cosa è partita da lui e dal suo staff. Diversamente se fosse stata sottoposta dalla società poteva tranquillamente opporsi (vedi Di Natale dell'Udinese che ha rifiutato la Juve) e il presidente doveva solo appendersi a un tram!
5) Visto che andrà anche a guadagnare circa 200.00 euro all'anno in più, poteva comprare mezza pagina d'un quotidiano e spiegare ai napoletani i perchè della sua scelta. Crediamo che il popolo di Napoli lo meritasse, lui glielo dovesse, anzicchè scappare come un sorcio (lo si fa solo se si sa d'essere in colpa).
6) Non solo va alla Juventus (ma magari è capibile che là era concretizzabile la trattativa), sapendo questo cosa significa per i napoletani, ma poi dichiara pure d'essere felicissimo di stare lì e di volere restarci a lungo!
7) Bene anche noi glielo auguriamo ma con una sola preghierà : ci resti davvero sino alla fine e ci risparmi fra qualche anno le lacrime di coccodrillo tipo Cannavaro (Fabio) e Ferrara, che a carriera ormai finita, con supporto d'annesso catetere, piagnucolavano di voler tornare a guadagnarsi le ultime prebende in quel di Napoli.
Resti lì, "da scudiero e non da Re" come ha brillantemente scritto qualche nostro amico in questi giorni, e si prepari alla "festosa" accoglienza che doverosamente gli verrà riservata quando verrà con la sua amata Juve al San Paolo.
Andrea Balìa Partito del Sud - Napoli




domenica 22 agosto 2010

Un grande artista napoletano, una grande musica, un grande testo...

Un grande napoletano. Un grande musicista, artista di qualità tecniche e sensibilità superiore alla media : EDUARDO DE CRESCENZO. Un video d'una canzone bellissima, con una musica splendida ed un testo struggente che è un inno a non mollare mai, a crederci...nonostante tutto!
Poi...leggeteci ciò che volete...
Andrea Balìa Partito del Sud - Napoli

venerdì 20 agosto 2010

Gaeta - Sabato 21 Agosto : Pino Aprile presenta il libro "Terroni"

Lo scrittore e giornalista Pino Aprile presenterà il suo libro "Terroni" (edito da Piemme) sabato 21 agosto alle 21,30 presso il lido Miramare in via Marina di Serapo. È un'opera che sta suscitando molto interesse per il tema trattato: l'annosa ed irrisolta Questione Meridionale alla luce delle continue polemiche ed alle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. Interverranno, oltre l'autore, il Sindaco Antonio Raimondi, Antonio Ciano, del Partito del Sud, e Pasquale Troncone, avvocato, professore ordinario presso l'Università Federico II di Napoli. L'incontro è organizzato dal Comune di Gaeta in collaborazione con l'Ass. Aietes.



Fonte : pubblicato da "Non mi arrendo"
etichette : Ciano

Iniziano a sentire puzza di bruciato!


riportiamo una dichiarazione del Senatore QUAGLIARIELLO ( ex radicale, attuale esponente PDL fulminato un paio d'anni fa dal "credo" berlusconiano), che "annusa" il pericolo che i meridionali possano organizzarsi. Fa un pò di confusione ipotizzando che finiani e centristi, magari più gli "autonomisti" del MpA possano intercettare il voto del Sud, sottraendo la volontà del governo a proseguire l'opera di rilancio del territorio meridionale. Cita la solita manfrina d'aver risolto il problema "monnezza" e altre promesse.
Capiamo che avvertano odor di bruciato, ma sbagliano obiettivo ed analisi : il Sud lo riscatterà il popolo ed il suo movimento politico identitario in fase di definizione, non di certo loro o i loro colleghi dei soliti o pseudo nuovi partiti istituzionali!
Partito del Sud - Napoli







"E QUAGLIARIELLO SI PREOCCUPA PER I VOTI DEL SUD "EVITIAMO CHE NASCA UNA LEGA MERIDIONALE"

Da "IL RIFORMISTA" di giovedì 19 agosto 2010

E Quagliariello si preoccupa per i voti del sud «Evitiamo che nasca una Lega meridionale» INTERVISTA. Dice il vicecapogruppo al Senato che le difficoltà del Mezzogiorno non sono solo «alibi».
SERENELLA MATTERA MI Il Popolo della libertà deve saper utilizzare al meglio la «risorsa politica» per «mettere insieme le ragioni del Nord e del Sud» ed «evitare che possano nascere degli incunaboli di partiti meridionali».
E` una vera e propria chiamata alle armi, quella di Gaetano Quagliariello. 11 vicepresidente dei senatori del Pdl, storico e uomo del Sud, avverte che sul tema del Mezzogiorno si giocherà nei prossimi mesi una sfida fondamentale «per tenere insieme il Paese» alla vigilia dell`anniversario dell`Unità d`Italia. Ma non solo. Su questo capitolo, che è uno dei quattro (gli altri sono giustizia, fisco e federalismo) su cui si tenterà di costruire con i finiani un accordo per il prosieguo della legislatura, il Pdl, secondo Quagliariello, è atteso da una prova importante. «C`è bisogno ha scritto il vicecapogruppo in una lunga riflessione pubblicata dal Foglio la scorsa settimana che il Pdl reagisca al tentativo di incubare un simulacro di "partito del Sud" mettendo insieme dissidenza finiana, vecchi e nuovi centristi, varie sigle autonomiste, e al tentativo di schiacciare il partito di maggioranza relativa sull`asse di governo con la Lega, uscito necessariamente rinsaldato dalla scissione dei seguaci del presidente della Camera».
Senatore Quagliariello, il Pdl si appresta a presentare ai finiani il suo programma in quattro punti. Per il Sud si annuncia un piano da 80 miliardi di euro. Ci può anticipare qualcosa? Non sto prendendo parte a questo lavoro. Lo stanno facendo sul versante del governo i ministri Giulio Tremonti e Raffaele Fitto.
Ma quali sono, secondo lei, le priorità per il Mezzogiorno? Sicurezza. Infrastrutture.
Fiscalità di vantaggio.
Differenziazione dei salari, nello stesso spirito dell`ultimo accordo sindacale.
Defiscalizzazione della ricerca, cosa che era già presente nell`ultima finanziaria, anche se in forma insufficiente.
Appunto. Il governo viene accusato di aver fatto poco finora per il Sud, pressato dall`influenza della Lega.
Non sono d`accordo. Questo governo ha messo a posto realtà e situazioni difficili come quelle di Roma e di Catania, dove la situazione debitoria era terribile. Ha risolto l`emergenza dei rifiuti in Campania. E ha affrontato il terremoto in Abruzzo.
Queste non sono cose che si collocano al Nord. Ma credo che adesso la vera sfida, che entrerà nel vivo con l`attuazione del federalismo fiscale, sia un`altra.
Quale? Quella di tenere insieme le ragioni del Nord e le ragioni del Sud. Perché abbiamo da gestire una situazione perla quale da una parte la società del Nord (e non soltanto la Lega) non sopporta più che venga utilizzata la storia, e quindi anche il malgoverno e l`utilizzo dissennato della spesa pubblica, come un alibi. E dall`altra parte il Sud, con una nuova classe politica quasi tutta di centrodestra (da Scopelliti alla Polverini, da Chiodi a Caldoro), si trova a dover rientrare in carreggiata, mentre fa i conti con un fardello che non si può levare dalle spalle e in cui rientra anche la gestione di diritti acquisiti tutelati costituzionalmente. Si pensi soltanto alle politiche dell`occupazione, molto spesso dissennate, fatte in passato.
Come uscirne? Se il Pdl, unico partito na- zionale radicato al Nord, al Centro e al Sud, utilizza sapientemente le sue risorse politiche potrà risolvere questo problema.
Oggi abbiamo una difficoltà oggettiva a tenere insieme le giuste esigenze di rigore del Settentrione e alcune giustificazioni del Mezzogiorno che non sono campate in aria e non sono degli alibi.
In queste difficoltà si inserisce la possibile nascita di quella «Lega Sud» formata da finiani, centristi e autonomisti, di cui ha parlato in un editoriale sul Corriere della Sera anche Angelo Panebianco.
Ne ho scritto una settimana fa negli stessi termini di Panebianco.
E sottolineo che noi dobbiamo, attraverso una gestione sapiente della risorsa politica che metta insieme le ragioni del Nord e del Sud, evitare che possano nascere degli incunaboli di partiti meridionali.
Quindi secondo lei il nuovo scenario politico nato dalla rottura tra Fini e Berlusconi complica le cose, ma questo è il momento per il Pdl di dare la prova di essere davvero un partito nazionale.
Esattamente. E guardi, anche il fatto che tra i quattro punti determinanti è stato inserito sia il federalismo che il Mezzogiorno è segno della nostra consapevolezza.

Fonte : "il Riformista" del 18/08/2010

martedì 17 agosto 2010

"BRIGANTE SE MORE" Il nuovo libro di Eugenio Bennato



Arriva il nuovo testo del musicista e ricercatore intitolato “Brigante se more – Viaggio nella musica del sud” con introduzione di Carlo D’Angiò che partendo dalla vicenda della ballata da lui composta nel 1979 accompagna ed aiuta il lettore a comprendere meglio quello che sta accadendo ai sud del mondo.

Gino Giammarino

L’avvicinarsi delle celebrazioni per il centocinquantesimo anno della farsa unità d’Italia, in scadenza nel prossimo anno 2011, ma con numerose manifestazioni “apripista” già in questo 2010 in corso, sta partorendo una serie di controeventi che stanno posizionando il boccone di traverso a chi sperava di cavarsela di nuovo con un po’ di retorica a buon mercato per sgraffignare un ennesimo bottino di fondi pubblici. Così, dopo il boom del libro “Terroni” di Pino Aprile, in volo già oltre le 200.000 (leggasi: duecentomila – ndr) copie, è in uscita un nuovo libro a firma di colui che del brigantaggio rappresenta l’anima musicale, culturale ed identitaria: Eugenio Bennato. Sua è, infatti, “Brigante se more”, la ballata scritta insieme a Carlo D’Angiò nel 1979 ed impostasi rapidamente come vero “Inno dei Briganti” al punto che in tanti, impropriamente, la chiamano proprio così. Ma non è questa l’unica storpiatura che la creatura del fine musicista e ricercatore ingiustamente subisce. E se alcuni versi sono stati alterati per dare un senso diverso dall’originale voluto dagli autori, a un certo punto si è addirittura arrivati alla mistificazione pura secondo la quale la ballata sarebbe stata scritta nel lontano 1860. “Ormai ad ogni concerto aumentano i giovani. E quando attacchiamo “Brigante se more” sono tutti a cantare: è un trionfo!”Brillano un attimo gli occhi ad Eugenio quando mi accoglie nel “covo” di Taranta Power nel quartiere napoletano del Vomero. Poi tira fuori la sua ultima creatura fatta libro: “BRIGANTE SE MORE – Viaggio nella musica del Sud”, la apre, sfoglia e mi spiega: “Questo libro racconta la storia di una sigla commissionatami nel 1979 da Anton Giulio Majano per lo sceneggiato RAI “L’eredità della priora” e diventata un inno del Sud che non ci sta…Ma la cosa più interessante è il modo in cui si è diffusa, il tramandato orale in una sorta di passaparola che si è allargato a macchia d’olio in maniera incontrollabile!”Come incontrollabili sono state le alterazioni subite dai versi…“Ma come si può pensare che io possa scrivere cose del genere? Significa non aver capito niente neanche di quello che si sta dicendo. A Crocco e a Ninco Nanco certamente non gliene frega niente dei Savoia che combattono, ma altrettanto vale per i Borbone: è la terra, è il senso della ribellione che parte dal nostro Sud ma vale per tutti i Sud del mondo. Per la strofa finale, poi, vabbe’…quando mai si è sentito che una preghiera si “mena”? E’ una jastemma che si “mena”, ‘na jastemma contro una falsa libertà promessa e mai realizzata!Divertente è, invece, la voce secondo la quale si tratterebbe di una vecchia canzone che io e D’Angiò avremmo scovato da qualche parte…”Una voce che Bennato e D’Angiò smontano con alcuni capitoli dal gradevole e simpatico senso dello humor, anche questo tutto meridionale d.o.c.Ma il libro di Eugenio Bennato (Coniglio Editore, pp 210, € 14,00) pone innanzitutto una questione che travalica ed attualizza, anche in chiave di ribellione ai sistemi del mercato discografico odierno, quella irrisolta meridionale. E costituisce una bussola tracciata nella musica popolare con la chiarezza di idee propria di chi studia e ricerca il passato per ripensare scenari alternativi futuri. E se qualche neoborbonico nostalgico ma impreparato, politico affabulatore o musicista di scarsa fantasia pensa di poter mettere su il cappello, Bennato riporta nella quarta di copertina le seguenti parole:

“Molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni,le loro rivoluzioni,ma la libertà non è cambiare padrone,non è parola vana e astratta. E’ dire senza timore:“E’ mio” e sentire forte il “MIO”,e sentire forte il possesso di qualcosa cominciare dall’anima,è vivere di ciò che si ama,vento forte ed impetuoso,che in ogni generazione rinasce.Così è stato e così sempre sarà”.

La firma è una garanzia senza remore: Carmine Crocco.

Gino Giammarino


lunedì 16 agosto 2010

Napoli : Lega Sud Ausonia, principe Emanuele Filiberto di Savoia candidato a Sindaco di Napoli





Roma, 16 ago. (Adnkronos) - "Dopo l'annuncio della partecipazione alle prossime elezioni comunali di Milano, la Lega Sud Ausonia annuncia la candidatura a sindaco di Napoli del principe Emanuele Filiberto di Savoia che, dalle pagine di alcuni quotidiani giorni fa aveva dichiarato: 'Magari ci fosse una lega Sud'". Lo riferisce in una nota la stessa Lega Sud Ausonia. "La candidatura di Emanuele Filiberto - ha spiegato il segretario federale del principale Movimento autonomista del Mezzogiorno, Gianfranco Vestuto - rappresenta un grande segno di riconciliazione storica con Napoli, ma ha anche un valore concreto per le doti manageriali e mediatiche dell'erede di Casa Savoia in un momento in cui la politica non brilla certo per regalita'".
Fonte : laRepubblicaNapoli.it
"pur augurandoci, a tutt'ora, che la notizia sia nei fatti una bufala ferragostiana, non possiamo non riportare una cosa che riteniamo quantomeno incredibile. Qualora si rivelasse veritiera ci vengono in mente subito due considerazioni :
1) una tale scelta toglie gli ultimi dubbi sulle "qualità" della formazione politica "pseudo meridionalista" in oggetto;
2) se la ipotetica candidatura prendesse corpo riempiremmo (e crediamo ci seguirebbero molti amici di altre associazioni civiche e movimenti) questo "signore" di sterco (che è la cosa più "nobile" che ci viene in mente pensando a lui...poi approfondendo potremmo di certo far anche meglio e di più!) "
Partito del Sud - Napoli
Il Memorandum


rubrica settimanale di notizie flash, curiosità, commenti

a cura di LEUVIAN


Bossi continua a insistere col “gesto” del dito. Qualcuno dovrebbe spiegargli che non gli porta bene. Più che sventure e “andarsela a prendere a quel posto” che il nobile gesto vuol comunicare agli altri, gli effetti sembrano ritorcersi sull’autore : ha avuto un coccolone, gli si è “tirata la bocca”, per cui i suoi mugugni e blaterazioni ormai sono diventati del tutto incomprensibili, un braccio ormai è andato, il figlio che vuol sponsorizzare è stato appellato del soprannome di “trota” dai suoi stessi conterranei (ovvero non più che un pesce di lago, senza parole degne di nota, insipido e a traino del padre)…Insomma…stia attento : un solo braccio e un po’ di cervello gli è rimasto…se li usa cosi, allora…..


E’ stata accertata una notevole evasione, truffa sul carburante erogato, e fatturazioni omesse, dei distributori di benzina del Nord Est. La cosa è passata quasi inosservata e sottocomunicata dai media (tv e giornali). Perché? Probabilmente stanno aspettando di trovare qualche riferimento meridionale nella vicenda per poi poterla, debitamente manipolata, darla in pasto al popolo!


Il governo in auge e tutto il PDL continua a far vanto (anche sui manifesti) di aver risolto il problema “monnezza” a Napoli, tra i punti a proprio favore da rivendicare in questi anni di lungimirante politica. Basta andare su strade di collegamento dell’hinterland napoletano, spingersi fino a luoghi come Sessa Aurunca (Ce), guardare le quotidiane denunce di continui roghi fatte dall’associazione Terra dei Fuochi, verificare la situazione di discariche e inceneritori, e comprendere la veridicità delle affermazioni governative.
Della serie : “la monnezza sotto il tappetino”!

Va bene il trasversalismo, va bene che chi non rivede mai le sue idee forse non è dotato di autocritica, ma certo che il vagabondare dei radicali è un moto perpetuo : Quagliariello è ormai “pezzo” forte del PDL, Capezzone ha superato Bondi nella quotidiana adulazione al Cavaliere suscitando crisi di rabbia per la perduta leadership nel poeta Ministro della Cultura, Della Vedova è convinto uomo della corrente finiana Futuro e Libertà, Rutelli è ormai uomo di chiesa alla continua ricerca di una collocazione sempre più a destra.
Della serie : “radicali a gogò”.

La Lega e Bossi hanno dichiarato d’essere preoccupati di invio a Napoli di fondi e consequenziali sprechi che nuovi governi e/o l’atteggiamento di Fini potrebbe comportare.
Peccato abbiano già deciso (loro consenzienti) d’organizzare un ricco e significativo corteo per festeggiare l’Unità d’Italia nella prossima Piedigrotta settembrina a Napoli. Prima domanda : cosa c’entra l’unità d’Italia con una secolare festa popolare cittadina quale è Piedigrotta? Non è uno spreco? (e poi proprio loro che cianciano di Padania, secessione, ecc…).
Stia sereno, se gli riesce Bossi, che le nostre feste ce le facciamo noi, se possiamo. E se proprio vogliono dar soldi lo facciano per cose più serie. Quindi nel parlare di sprechi guardi in casa sua, sia più coerente, e ci lasci fare la Piedigrotta come ci piace.
Della serie : “ormai solo San Gennaro può liberarcene….”.
Leuvian Partito del Sud - Napoli

domenica 15 agosto 2010

PONTELANDOLFO e CASALDUNI : il giorno della memoria!



Onore alla memoria dei nostri martiri del massacro di Pontelandolfo e Casalduni, nel giorno del 14 Agosto, da parte di tutti i meridionali che auspicano che il rispetto e la verità storica costituiscano sempre punti cardine del nostro cammino presente e futuro!

p.s. : leggete un interessante articolo in merito dei nostri compatrioti della sezione del Partito del Sud di New York sul loro sito : www.partitodelsudnyc.com.



Partito del Sud - Napoli

TERRONE ERRANTE

Prima riflessione dopo più di tre mesi in giro per l’Italia a presentare il mio libro - Come è accolto a Nord e a Sud? – Perché “Terroni” sembra aver sollevato tanta attenzione, sentimenti, addirittura una sorta di “diffusione militante”?

Un sentire nascosto e forte percorre il nostro Paese, nel disinteresse del nostro Paese: la voglia di sapere e di ridiscutere le ragioni e i modi che ci tengono insieme. Se ho scritto un libro come Terroni, sulla nostra storia unitaria, è evidente che avevo avvertito tali fermenti, in me e intorno a me (i giornalisti sono antenne sociali, o dovrebbero esserlo, non quanto i poeti, ma più dei geometri…): mai, però, avrei immaginato di tale potenza, profondità e diffusione. L’Italia sta cambiando, forse è già cambiata, e chi la dirige e chi la racconta è rimasto indietro, fermo a quel che il Paese era, o persino alla sua degenerazione.
Non so più quante decine di inviti ho accettato; in quante città sono stato (in alcune, più di una volta); ma so che gli inviti giunti sono ancora più numerosi e sto accettandone per dicembre, gennaio; alcuni all’estero, in Svezia, Germania, Gran Bretagna; mentre mi chiedono la disponibilità a recarmi in America:Terroni è un libro errante, come il suo autore, ormai, e come quei tanti, troppi milioni di meridionali che dovettero andarsene, perché il modo in cui il nostro Paese fu unito sparse sangue, generò miseria e portò al Sud una piaga sino ad allora sconosciuta: l’emigrazione.
Questo non è il mio primo libro; e ho avuto l’immeritata fortuna di avere già degli entusiasti lettori, quasi tifosi, se mi si può passare il termine, soprattutto con L’elogio dell’imbecille. Ma questa volta è diverso. La più grande magia fra autore e lettore è quando il secondo dice al primo: «Hai scritto quello che non riuscivo a dire». Ovvero, quando intercetti qualcosa che è già nella vita degli altri e dai loro le parole che gli mancavano. Ho già goduto di questo privilegio; lo conosco. Per questo dico che con Terroni accade qualcosa di diverso: è lo spiraglio da cui erompono sentimenti a lungo rimasti nascosti, che condividevo e coglievo, ma di cui nemmeno intuivo la portata. Come se un mondo silente, o poco ascoltato, avesse trovato una voce. Non si tratta di un mio merito; e se c’è, è minimo rispetto alle circostanze che lo hanno così ingigantito.
E le circostanze non solo le stesse, a Nord e a Sud. I meridionali, a volte sanno la loro storia (pochi); ma i più non sanno di sapere. Nella loro memoria sepolta, inconscia, c’è, da qualche parte, muta, la consapevolezza di quello che il modo in cui è stata fatta l’Unità ha significato per il Sud; l’eco delle stragi, dei saccheggi, della disistima che continuamente ritorna e cresce; persino un cupo, indistinto risentimento, se non rancore, che viene rivolto contro se stessi, perché incapaci di liberarsene. Quindi, se volessi riassumere, esagerando, è come se la reazione dei meridionali a quel che il libro narra, fosse: «In fondo, l’avevo sempre saputo».
Quando faccio le presentazioni al Nord, è altro che osservo. Gli ascoltatori cominciano a seguirti attenti (in fondo, è la curiosità che li ha spinti lì, un interesse specifico), ma educatamente increduli; a mano a mano che il racconto avanza, li vedi disorientati, inquieti, infine mortificati. Quasi fosse colpa loro (una sciocchezza, naturalmente, perché ognuno non risponde che delle sue azioni). Al punto, che qualcuno comincia a giustificarsi con il vicino immigrato meridionale: «Ma io non ne sapevo nulla!». In quel momento, fra i due, pare cada un diaframma, un muro; e il meridionale (magari ignaro pure lui, fino ad allora) coglie una diversa considerazione, nel tono dell’altro; e se ne arricchisce.
Ricordo quando, più di vent’anni fa, intervistai Umberto Bossi; la conversazione iniziò nella sede della Lega e continuò in auto, mentre lui si recava nel Comasco, per un comizio (persino lui mi parve infastidito dalla megera che continuava a urlare: «Basta lavorare noi, per quella gente lì. E loro in pensione a 18 anni!»). Mi riaccompagnò a Milano il suo autista, “il Babini”. Strada facendo, ci fermammo a casa di un industrialotto sostenitore della Lega, per un bicchiere. Il discorso finì sul Risorgimento; e raccontai qualcosa delle stragi, dei saccheggi. Dopo un imbarazzato minuto di silenzio, il Babini mormorò: «Ma nessuno mi ha mai detto nulla di questa roba qui!». Vidi, sorpreso, che aveva gli occhi lucidi! Un po’ come il docente di filosofia di una delle principali università del Nord che, dopo aver letto Terroni, mi scrisse per dirmi d’aver pianto al capitolo sulle stragi e di essersi sentito colpevole: colpevole di non sapere.
Se il meridionale ha nel suo inconscio tracce della tragedia che si consumò al Sud, in nome dell’Unità, il settentrionale no, perché tutto avvenne lontano dai suoi occhi e glielo si tacque. Un lettore friulano ha scritto che, dopo Terroni, si adopererà in ogni modo, perché questo termine divenga un titolo onorifico.
Solo sapendo la verità condivisa circa la nascita (e non solo) del nostro Paese, settentrionali e meridionali possono superare pregiudizi e stereotipi che li rendono artatamente diversi, se non estranei, persino, qualche cialtrone vorrebbe, incompatibili. So quel che dico: lo vedo sulle facce dei miei interlocutori, quando apprendono del nostro passato nascosto; e una vita da cronista mi ha educato a saperle leggere le facce.

Pino Aprile


sabato 14 agosto 2010

Napoli, con TERESA DE SIO in piazza la musica per Briganti & Brigantesse



L’appuntamento con il suo Due Sicilie Tour è per domenica 15 agosto 2010 alle ore 22:00 presso la Rotonda Diaz.





BRIGANTESSA IN CONCERTO
La carica devastante, la rabbia per il sopruso a colpi di “Sacco e fuoco” subito dalla nostra terra, la musica di chi canta per la bandiera dell’identità e non vuole omologarsi alle scelte di comodo: in tre parole, Teresa De Sio. E’ lei, infatti, esile ma energica e riottosa brigantessa, la protagonista del concerto di ferragosto alla Rotonda Diaz in Napoli a partire dalle ore 22:00 nell’ambito del suo “Due Sicilie Tour”. Il video in pagina è esplicativo più di mille nostri commenti: se volete sapere a cosa andate incontro, dategli un’occhiata. Siamo sicuri che il vostro istinto di briganti vi porterà certamente là. Vi aspettiamo.
Fonte : www.ilbrigante.it

Il Partito del Sud sul quotidiano d'attualità politica "la Discussione" (fondato da Alcide De Gasperi nel 1953) in edicola oggi 14/08/2010


Una finestra in prima pagina ed uno stralcio d'un'intervista ad Andrea Balìa come Partito del Sud a pag. 7, all'interno d'un articolo sul fermento politico del meridionalismo, del giornalista Carmine Alboretti.
(n.b. : è possibile sfogliare tutto il numero del giornale su : http://www.ladiscussione.com/)
a pag. 1 :
Avanzano nello Stivale
i partiti secessionisti
sul modello della Lega
Il Nord e il Sud

Nel Settentrione il movimento di Umberto Bossi ha conquistato vaste aree di consenso. Uno strapotere che non va giù agli alleati del centrodestra. E, infatti, fra gliobiettivi del Pdl e dei finiani, in caso di elezioni anticipate, c’è anche quello disfondare al Nord. In Lombardia i berlusconianisono ancora sulla breccia, mentre da Mirabello (Ferrara) partirà il 5 settembre,alla Festa del Tricolore, l’offensiva di Gianfranco Fini. Scendendo al Mezzogiorno, invece, si moltiplicano le formazioni politiche che, imitando lo stile del Carroccio, portano avanti le idee autonomiste. È il caso del partito del Sud, costituito a Gaeta nel 2002, ma anche della Lega Ausonia il cui leader vuole candidarsi a sindaco di Milano.
D’Alessio e Alboretti
a pagina 6 e 7
a pag. 7 :
Il Mezzogiorno? È una nazione autonoma

Alla conquista del Sud
Viaggio tra i partiti ed i movimenti politici e culturali che si professano meridionalisti
di CARMINE ALBORETTI

A Nord c’è la Lega e a Sud? Basta scorrere le pagine di un qualsiasi motore di ricerca per rendersi conto che, dal Garigliano in giù, c’è un pullulare di movimenti ed organizzazioni dai nomi più vari che rivendicano,con orgoglio, il loro impegno meridionalista. Insomma dietro il successo di un best seller come“Terroni” (del giornalista e scrittore pugliese Pino Aprile) c’è un substrato sociale e politico particolarmente vivace. Gli organi di informazione moltospesso ne fanno un fenomeno di folklore. Ma si trattadi qualcosa di ben diverso. Nel 2002 a Gaeta è stato costituito il “Partito del Sud” che, nel 2007, ha partecipato alle elezioni comunali, sostenendo, con successo, la candidatura dell’attuale sindaco Antonio Raimondi. Andrea Balìa, responsabile per la Campania, spiega che «il partito è presente in undici regioni, con propri referenti ed iscritti». Il 18 settembre sarà celebrato a Napoli, in un noto albergo cittadino, il congresso nazionale per discutere le strategie per il futuro. Due gli obiettivi che ci si propone di realizzare: il primo è di carattere più propriamente culturale- ossia il ripristino della verità storica sull’Unità d’Italia, «che è stata estremamente dannosa per le popolazioni meridionali, come dimostrano dati inoppugnabili contenuti negli archivi sia pubblici che privati, testimonianze e quant’altro» - l’altro è molto più pragmatico, perché mira alla nascita di una «macroregione del Sud che goda della stessa autonomia che è stata riconosciuta alla Regione Sicilia dall’ordinamento costituzionale».
Chi sostiene la necessità di istituire una “Nazione Meridionale” e, nel 2000, si è fatta promotrice di proposte di legge per l’istituzione di un “Parlamentodell’Ausonia”, di un “Ministero per la Questione Meridionale” e della “Provincia Autonoma di Benevento” è la Lega Sud Ausonia. Per il segretario federale Gianfranco Vestuto, prossimo candidato sindaco- udite, udite! - a Milano (per sfidare la Lega in casa, ndr) - «occorre avviare una forte rivendicazione sul piano dell’autonomia, perché il Meridione è statoper oltre settecento anni uno Stato autonomo». Con pari onestà intellettuale l’esponente politico ammette che «finora è stato portato avanti un tipo di
meridionalismo “piagnone”», nel senso che, a parte le lamentele, «è mancata una fase progettuale». Quali, dunque, le linee guida per invertire la rotta?«Siamo del parere - continua - che occorra insisteremolto sul tema della devolution, fino ad arrivare alla costituzione di un Parlamento autonomo del Sud che possa colloquiare direttamente con l’Unione europea e con i paesi del Mediterraneo». «Dalle nostre parti - aggiunge - non ci sono industrie da insediare, ma occorre invece far partire i meccanismi economici che siano correlati alle risorse esistenti. Dalla Basilicata e Sicilia, tanto per fare un esempio, si ricava il 55 per cento della produzione di petrolio
su scala nazionale; questo basterebbe a coprire il fabbisogno del Sud autonomo. Potremmo, dunque, diventare, un paese esportatore. Senza dimenticare, poi, settori come il turismo, l’agricoltura e le energie rinnovabili».Il “filo rosso” che unisce tutti i movimenti è la comune
disillusione nei confronti degli uomini e delle donne del Mezzogiorno che sono stati (e sono tuttora)impegnati nelle istituzioni nazionali che, a loro giudizio, fanno poco per difendere
gli interessi della propriagente. L’esatto contrario di quello che accade a Nord con la Lega, come ha dimostrato ilcaso delle “quote latte”. E questa,forse, la molla che fa scattarein molti la decisione di aderire a queste organizzazioni che sono ormai ramificate nel territorio e utilizzano internetper fare proselitismo e per diffondere le proprie idee ad una platea vastissima.
Sud, Autonomia e Libertà sono le parole chiave di “Noi Sud- Autonomia e Libertà”, il partito di cui è presidente nazionale il sottosegretario agli Esteri, Enzo Scotti, e segretario nazionaleil parlamentare Arturo Iannaccone, che nasce «per ribadire la centralità della questione meridionale come prioritaria per lo sviluppo della nazione» e «per ribadre l’attualità dell'art. 5 della Costituzione come principio fondamentale di un percorso di valorizzazione delle autonomie territoriali». Non c’è, però, quella sorta di avversione che le altre forze meridionalista nutrono nei confronti dei partiti cosiddetti “tradizionali”. Noi Sud, anzi, afferma che «il luogo privilegiato di questi concetti è l’alleanza di centro destra nella quale ci riconosciamo e ci ispiriamo». Al centro del programma politico del Movimento per l’Autonomia del governatore siciliano Raffaele Lombardo, c’è, da sempre, l’impegno a valorizzare le autonomie delle regioni e la volontà di restituire alla Sicilia e al Mezzogiorno il proprio ruolo di guida dei paesi del Mediterraneo.
In Puglia, per volontà della senatrice Adriana Poli Bortone, opera da qualche tempo, con sedi in tutte le province ed anche in altre regioni “Io Sud” che, nelle intenzioni dell’ex sindaco di Lecce, «vuole essere un fattore di forte aggregazione per un’attività allargata a quanti credono nelle potenzialità del nostro meridione e vogliono impegnarsi in prima persona». Non secessione, ma voglia di mettersi in gioco, di impegnarsi «a scalzare l’immobilismo che ha consentito, fino ad oggi, di essere spettatori inerti in uno scenario in cui eravamo inconsapevoli protagonisti». La missione del movimento è quella di «generare un vero e proprio rinascimento meridionale». Un obiettivo per il quale si sono mobilitate truppe di giovani ed anziani che hanno sostenuto l’impegno
della Poli Bortone alle recenti regionali.
Lavoro, sicurezza, ambiente e pace fra i popoli sono i punti cardine del “Partito meridionalista italiano” che, sul suo sito, lancia un appello: «sia ripresa la via e rifatta la vera unità d’Italia, unica e moderna, fondata sul lavoro e sul benessere per tutti gli italiani». La missione è quella di «rappresentare ed affermare con mezzi democratici, ma in modo stabile, diretto, chiaro ed inequivocabile le necessità, le ragionifondamentali, la cultura ed i punti di vista dell’italia centro meridionale al parlamento italiano ed europeo» ed «assicurare la diretta presenza popolare dell’italiacentro meridionale nei passaggi salienti della vita politica del paese».
Altro che cialtroni! Ridurre, come fanno taluni, alcune di queste organizzazioni asemplice fenomeno di costume sembra un po’ riduttivo. C’è un Sud che ha voglia di mettersi in gioco eche non tollera più le offese gratuite. Che vuole decidere del proprio destino e che si è stancato di piangere e di chiedere aiuto.
Carmine Alboretti
Fonte : quotidiano "la Discussione" Anno LVIII - n.184 - Sabato 14 Agosto 2010

venerdì 13 agosto 2010

Rimini, la Regione Basilicata contro Tremonti; volantini in spiaggia : "Noi meridionali cialtroni"

"non che i politici attuali del Sud meritino chissà quali attenzioni; ma ci sembra oltremodo pressapochista (facendo una valutazione complessiva da "un erba un fascio") oltre che offensivo, il giudizio di merito dato da Tremonti, che riguardo alla cialtronaggine avrebbe di che guardare in casa propria, iniziando dai suoi amici leghisti!"


La protesta contro gli appellativi del ministro dell'Economia che accusava di incapacità le amministrazioni del Sud. Alcune hostess hanno distribuito ai bagnanti opuscoli con le spiegazioni su come sono state usate le risorse europee.

I "meridionali cialtroni" sono scesi in spiaggia contro Tremonti. La Basilicata ha scelto di protestare sulla spiaggia di Rimini contro il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti che aveva chiamato i meridionali cialtroni contestando la classe politica del Sud che non saprebbe spendere i soldi messi a disposizione dall'Unione Europea. Alcune hostess, vestite di bianco, hanno distribuito ai bagnanti degli opuscoli con le spiegazioni su come la loro Regione abbia in realtà sfruttato le risorse europee.

Stefania Parmeggiani

giovedì 12 agosto 2010

Record Padani - Ce ne fosse almeno uno in regola... Rimini : Controlli della G.d.F. - bar, hotel, locali notturni, discoteche = 100% di irregolarità..


Fonte: Romagna Corriere di Forlì e Cesena del 11/08/2010 pag. 30

Il grande EUGENIO BENNATO in una sua composizione :
"NINCO NANCO"
come cantare la storia



Fonte : www.ilportaledesud.org

lunedì 9 agosto 2010

Il Memorandum


parte una rubrica settimanale di notizie flash, curiosità, commenti

a cura di LEUVIAN



La ministra Gelmini, tra le tante priorità della cultura e dell'università, ha ipotizzato -unitamente al rettore di Varese - di conferire una laurea "ad honorem" a Bossi. Si è chiesta tra l'altro "chi potrà non convenire sull'opportunità e il merito di questa decisione?". La informiamo che potremmo fornirLe un ben nutrito elenco di persone e che ci è sopraggiunta più d'un'idea sulla disciplina a cui far riferimento; peccato nessuna rientri in quelle ufficiali.





Dopo le diatribe Berlusconi/Fini c'è la seria probabilità che il governo cada e debbano indirsi nuove elezioni. In questo caso la cosa non avverrà prima di Novembre. E' certo! E sapete perchè? Perchè se cadesse prima gran parte dei deputati, non avendo compiuto il minimo di 2 anni di legislatura, perderebbe il diritto alla pensione, così faticosamente sudata, che agli italiani è dovuta invece "solo" dopo 35 anni di lavoro!




CRICK e CROCK : Il Presidente Napolitano ha rilasciato un comunicato dove sottolinea che il ritardo del Sud non è un obiettivo raggiunto dall'unità, e dove si complimenta con la senatrice Poli Bortone che pur sottolineando le esigenze del meridione le inquadra sempre in un obiettivo unitario che non va messo in discussione.
Della serie : "memorie del bel meridionalismo che fu" e "viva il meridionalismo centralista".





Una recente indagine dell'ISTAT ci informa che la Campania ha l'indice di PIL più basso d'Italia. La solita voce leghista ci ricorda che però la vita al Sud costerebbe meno che al Nord. Ammesso sia vero vorremmo pur vedere che costasse in più! Ci mancherebbe! E pur dando per buoni i loro calcoli che parlano di un - 16,5%, credete che in percentuale proporzionale in punti il ritardo del Sud sia calcolabile solo in 16,5%?



Berlusconi ha chiesto al noto produttore (con storico negozio in Napoli) di cravatte Maurizio Marinella di candidarsi come sindaco candidato PDL alle prossime comunali a Napoli nella primavera del 2011. Marinella ha fatto sapere che la cosa si potrebbe fare anche perchè Berlusconi è il suo miglior promotore nel mondo indossando sempre le sue cravatte. Marinella è persona perbene, ma probabilmente più interessato a risultati fulgidi della sua attività che ai problemi e alla storia di Napoli, pur se molto conosciuto nell'ambiente meridionalista, anche perchè fornitore ufficiale della Real Casa di Borbone e da qualche anno anche Cavaliere dell'Ordine Costantiniano. Già anni addietro si distinse per preparare cravatte per i reali Savoia nell'occasione del loro rientro in Italia e a Napoli, ora si precipiterebbe a rappresentare in città quel governo alleato della Lega. Se non lo spingono interessi commerciali ci vengono allora seri dubbi sulla sua onestà intellettuale, conoscenza storica o quantomeno su una certa confusione d'idee. Della serie "presi per il collo".


Leuvian - Partito del Sud Napoli

domenica 8 agosto 2010

La classe non è acqua!



Video d'una breve intervista a Raffaele La Capria dove spiega a Giorgio Bocca che è possibile parlare di Napoli e del Sud non dovendo parlarne sempre male, e rigettando l'accezione negativa alla sua scrittura d'essere - secondo l'acido giornalista - "consolatoria", ma altresì dando all'aggettivo "consolatoria" la pienezza d'una complessità interpretativa lirica evidentemente lontana dai parametri d'un fustigatore del Sud pieno di pregiudizi!



"La Capria non è di certo un rivoluzionario, ma è uno eccezionale scrittore, cantore della parte intrinseca di certe splendide sensazioni tutte napoletane. La descrizione de " la bella giornata" nel suo magnifico "Ferito a morte" è a dir poco magistrale. L'eleganza e la qualità descrittiva è davvero notevole, come solo "certi" meridionali riescono ad esprimere! Devo riconoscere d'avere un debole per La Capria, anche perchè descrive una Napoli degli anni 50/60 della mia infanzia che non c'è più."
Andrea Balìa

sabato 7 agosto 2010

Le "Ernestiadi", olimpiadi della disinformazione storica

RIPORTIAMO UN INTERESSANTE COMMENTO DAL SITO
di "Rifondazione Borbonica" :

lunedì, 21 giugno 2010
46° minuto commento di Galli della Loggia "La spedizione dei mille fu improvvisata perché non aveva nessun supporto logistico da parte di nessuno stato" e poi "c'erano un po di fucili molto vecchi raccolti dalla rete cospirativa"


Fonte : Porta a Porta 05/05/2010http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e99c84cb-9af7-429a-8da4-0edd30d927aa.html?p=0




"La mia tesi invece è la seguente: La spedizione dei mille fu organizzata per lungo tempo e nei minimi dettagli, con la complicità di molti stati sovrani. Secondo voi è vera l'affermazione dell'esimio professore Galli della Loggia o la mia? A dimostrare la mia tesi posto una fonte primaria, scritta pochi anni dopo gli avvenimenti. Ai lettori l'ardua sentenza."







Fonte : www.rifondazioneborbonica.splinder.com

venerdì 6 agosto 2010

IN EDICOLA SUL SETTIMANALE "OGGI" n°32 : "E ORA IL SUD S'INCENDIA" - INTERVISTA CON PINO APRILE




il nostro partito è citato dalla rivista e dal grande Pino Aprile

da comprare e conservare



































mercoledì 4 agosto 2010

Un esempio di buona gestione padana (sic!)

FORMIGONI, il passeggiatore, privatizza l'acqua in Lombardia!
di Beppe Grillo


Formigoni conosce molto bene il significato della parola: "provocazione". Lui stesso, governatore illegittimo, è una provocazione vivente. Formigoni il 5 agosto, con un blitz, con i cittadini in ferie, in silenzio, farà votare una delibera per la totale privatizzazione dell'acqua in Lombardia. Formigoni se ne fotte del milione e 400 mila firme per il referendum per l'acqua pubblica, 237 mila raccolte nella sua Regione. E se strafotte della mobilitazione popolare contro le precedenti leggi regionali per la privatizzazione 21 del 1998 e 18 del 2006 e che nel 2007 144 Consigli comunali lombardi deliberarono contro quest'ultima. L'acqua è un diritto naturale e non può essere privatizzata a fini di lucro (l'unico vero motivo per cui viene privatizzata). Non è vero come dicono gli interessati e i disinformati che l'Europa lo vuole, un par di palle! Si vuole consegnare l'acqua della Lombardia ai privati, a multinazionali come la Veolia e la Suez. In Francia, a Parigi l’acqua è tornata pubblica dal 1° gennaio 2010. Il sindaco Bertrand Delanoe non ha rinnovato i contratti con le multinazionali Veolia e Suez. L’acqua sarà gestita da un ente pubblico: “Eau de Paris”. Il risparmio per i parigini sarà di 30 milioni di euro all'anno. Questi sono fatti, come è un fatto che con la privatizzazione l'acqua può aumentare fino a 5 volte. Il Movimento 5 Stelle si opporrà. Formigoni è stato eletto per la quarta volta consecutiva nonostante una legge dello Stato lo vieti. Si può essere eletti infatti solo per due mandati consecutivi. Formigoni è stato escluso inizialmente dalla competizione elettorale con la sua lista. Interrogato ieri lungamente dai magistrati ha lanciato una serie di provocazioni (gli vengono naturali). Ha detto che si è sentito: "Vittima di un'ingiustizia, non sapevo cosa fare, ho cercato di salvare la mia corsa elettorale" e ha telefonato a Arcangelo Martino, arrestato per l'indagine sulla P3. Lo ha fatto perché Martino: "Aveva molti amici magistrati ... e contatti con tantissimi pm..". Martino ha un'azienda, la Enertek, nel settore della sanità che ha vinto molti appalti in Lombardia. Formigoni non lo sapeva: "Che Martino fosse un imprenditore l'ho scoperto solo recentemente (come avrà fatto?, ndr). Non sapevo nulla né di appalti, né di imprese". Formigoni e Martino (F e M) amano le passeggiate. Ecco uno stralcio delle loro conversazioni: F: "Faremo grandi passeggiate, per le passeggiate tutto ok." M : "Benissimo, com'è andata, tutto bene allora?" F. "Bene, bene anche oggi abbiam fatto una grande passeggiata, bene positivo, positivo, belle cose" M. "Molto bene io..." F: "C'è l'impegno a continuare a camminare e a passeggiare, c'è l'impegno a continuare a camminare a passeggiare che adesso arriva la primavera e quindi l'impegno c'è perché bisogna tutti un po' dimagrire". Dalle passeggiatrici ai passeggiatori è un attimo.

Beppe Grillo

Fonte : Blog di Beppe Grillo

martedì 3 agosto 2010

Ma che bell'articolo...

Riportiamo un estratto dell'ennesimo articolo vagheggiante sul mito dei Mille su la Repubblica di Domenica di Paolo Rumiz,
a cui segue la puntuale controreplica
del nostro brigante Bruno Pappalardo...
Leggete, leggete....


"Sulle strade delle camicie rosse con l'allegra banda garibaldina"
di Paolo Rumiz
"Farmacisti, operai e studenti. Uomini e donne. Ottantenni e ragazzini. Grancasse e tamburini. Marciano giù da Mugnano, a Est del Trasimeno, cantando e suonando "La bela Gigugin". Inizia qui, in musica, il nostro viaggio. Una lunga spedizione in cerca di un'Italia che centocinquant'anni fa era ancora giovane e bella."

e così un continuo romantico di ricordi, esaltazioni, citazioni inventate in un racconto che vuole essere poetico e tutto teso alla riscoperta del cosiddetto eroe dei due mondi e dei presunti valori risorgimentali che sgorgano da ciò che rappresentano le camicie rosse .....

«Ma voi italiani sapete che quando andò a Londra, ad aspettarlo erano in cinquecentomila e la carrozza fu schiacciata dalla folla? Sapete che in Russia c'è chi mette Garibaldi accanto all'icona di San Nicola?». Fuori il vento agita i cipressi, Alvaro continua: «Sai, ti ho scritto dopo i Mondiali di calcio perché la vostra uscita dal torneo mi ha fatto riflettere. Credo che il difetto di allenamento non c'entri. Di competitività ne avete anche troppa. Quello che è mancata è l'anima. Così ho pensato che esisteva un nesso tra questa crisi e gli schizzi di veleno contro Garibaldi. Forse siete solo un Paese che ha smesso di combattere».
e ancora....
Notte piena di stelle, Vega risplende sopra i boschi. Penso che non è normale un Paese che demolisce il vincitore di tante battaglie..."
Paolo Rumiz
Fonte : la Repubblica del 01/08/2010
replica :
"L'allegra banda garibaldina, . le camicie rosse pel sangue dei partigiani (briganti) del Sud, ma che bella storia, ma che bell'articolo..."
di Bruno Pappalardo
Lettera a Paolo Rumiz :
"Caro signor Rumiz,
ho letto con interesse il suo lungo articolo intitolato "Camicie Rosse" con almeno altre sei colonne interne denominate " l'allegra banda garibaldina" . Credo d'aver ben capito il senso, il sentimento e diciamo anche la sua inattesa percezione, che forse lei stesso non credeva ancora esistesse, colta improvvisa del perenne amore per l'eroe dei Due Mondi, il nostro eroe e immortale Giuseppe Garibaldi e i suoi uomini. Credo, dicevo, d'aver capito che Lei cercava qualcosa che credeva perso ma che, inaspettatamente, poi, s'accorge che quella cosa ( la passione garibaldesca ) invece esiste ancora ma, ancor più di codesta, d'amor patrio prima d'ogni altra cosa. Le capita di capirlo vedendo un affoltato gruppo bandistico gioioso che incontra lungo una stradetta di Perugia. Ma vediamo che cosa ci racconta su questa allegrezza e sentimento d'amore e su cui mi provo, disastrosamente, a riassumere:
1) Gli allegri garibaldini della banda suonano, in un certo punto del suo articolo, un'opera di Verdi, la Battaglia di Legnano del 1176 e Lei dice che l'eroe (di certo il Giussano)". che aveva ucciso il Barbarossa, (ch'era re d'Italia) in quella di Legnano , poi, l'eroe, baciò il tricolore. A quel punto crollò il teatro. Se ne poteva fare a meno di questo crollo. Il Barbarossa moriva dopo 12 anni, nella terza crociata, in Turchia, annegando durante un bagno, nel fiume Salef nel 1188. Prima ca....ta;Il Barbarossa fu uomo di fulgenti capacità organizzative e cercava l'unità vera di tutte le terre in un sorta di parità tra le genti attraverso "l'universalismo " del potere ed il prestigio della Chiesa cristiana. Proibì la formazioni di leghe perché si combattevano tra loro. Como, Lodi (completamente distrutta) e tanti altri comuni limitrofi furono sopraffatti dallo strapotere di quei comuni alleati a Milano.
2) Qualche riga sotto sostiene che ".. erano mille contro centomila,. quei matti che salparono da Quarto nel maggio del 1860. Ho un sincero timore che Lei possa scoprire e franare nelle sue nuove eccitanti certezze per la scoperta del rinnovato sentimento degli allegri garibaldini e ciò mi rende triste. E' vero che non era il caso che Garibaldi ( ammesso che fossero esistiti) leggesse i sondaggi come abitualmente, oggi, per ogni cosa, si confezionano, perché, il grande eroe sapeva già tutto e dormiva tra due cuscini. Non erano mille, infatti. Erano Mille + Inghilterra che soprattutto pagava, + Francia che partecipava come e quando poteva e + i Savoia che con i foraggiamenti ed aiuti, assoldavano mercenari d'ogni nazionalità, uomini comuni ma pronti a tutto per denaro e soprattutto Mafie in ogni luogo del Meridione. ( al tempo, non erano ancora vere organizzazioni strutturate ma lo diventarono subito dopo L'Unità d'Italia dopo aver ricevuto incarichi pubblici, soldi e l'annullamento di tutti i loro delitti) Seconda ca.....ta;
3) Perché agire contro il Regno delle Due Sicilie senza mai dichiararle guerra? Lo chieda all'allegra compagnia di suonatori nell'allegra stradina della ridente cittadina di Perugia!
4) Dice che la spedizione nel maggio del 1860 " . fu un'epopea al 90% padana", ovverosia contro il Sud per l'avvio di una guerra mai dichiarata. Credo che non occorra dire che è ancora così. Parla di Pavia, Genova, Bergamo Ostiglia, Chioggia, Gorgonzola. C'era anche Brescia e Venezia ( e mi meraviglia tanto che Lei non le nomini) Comuni oggi governati dalla Lega, che cercano ancora di affossare il Sud in mille modi come, non ultimo, chiedere di punire le regioni del meridione meno proficue o con somme " a debito" in bilancio rispetto alle altre e allo Stato italiano. Potremmo pagare con i soldi strappati alle casse d'oro piene del Regno prima del 1861, dove, dopo poco, partì la prima grande emigrazione verso paesi stranieri ma che accadde, pensi un po', per la prima volta dopo tanti secoli, subito dopo l'unificazione. Potremmo ad esempio, visto che i suddetti debiti si originano soprattutto per il settore Sanità, costruire cliniche come Santa Rita a Milano. Ma che bella anche questa, ce la poteva risparmiare.
5) Racconta di una lettera che le viene dal paese d'origine di suo padre dall' amico Alvaro che l'esorta ad indossare la camicia rossa e ridare nuova linfa vitale al nostro paese tenendo in alto il nome e le gesta del nostro eroe nazionale. - Alvà 'a recchia a Garibbaldo c''a tagliajena overamente, tenimme 'e documenti - ; ricordi pure al suo filosofoso amico Alvaro, che se è vero che siamo usciti sconfitti dai mondiali perché si è smarrito il collante sociale e solidalistico tra le nostre genti è pur vero che l'Argentina ha lasciato il campo tra i fischi dei suoi connazionali.
6) Allegramente dice anche che quando Garibaldi andò a Londra e la sua carrozza venne quasi schiacciata da cinquantamila londinesi. Ma perché andò veramente a Londra? E le chiedo perché quando giunse a Napoli col treno delle 17.30 (mi pare) lo si vide allontanarsi lungo il vagone e raggiungere, a treno fermo, il WC, e ne scese mentre tirava su le brache ma venne ricevuto da un tiepido saluto e, dunque, senza alcun clamore, tranne per quelli reclutati e remunerati dalla camorra, e, ... disgraziatamente dando la mano a tutti. Ci sono sempre documenti che lo testimoniano e se volesse visionarli sarei felice di darle qualche dritta; Non intendo continuare il suo allegro sentimento di ritrovato ardore. Non ce la faccio. Metta pura la Sua "Camicia rossa" bella stirata. Ma se penso a chi l'ha indossata massacrando civili donne e bambini, non mi zampilla alcuna allegria ricordando a quei corpi senza camicia, anzi completamente nudi e senza testa, dei briganti, ovvero di partigiani partenopei che difendevano la propria patria e comandati primariamente da ufficiali borbonici, fuori e dentro i lager savoiardi. Non riesco neppure a frignare!La supplico non cominci il suo viaggio dentro la nascosta presenza gaia di fervore garibaldino iniziando con la morte di Anita. La prego, potrebbe avere una spiacevole sorpresa!La Saluto con affetto perché ritengo sia in buona fede e che la storia patria insegnatele, sia rimasta uguale alle scuole dei suoi primi anni d'avviamento alla conoscenza ma convenientemente taciuta dai vincitori per non portare l'onta della vergogna di un'unificazione (al solo scopo di derubare denaro e sopravvivere ai propri debiti) sorta sul sangue di innocenti.
Il suo Bruno Pappalardo, ilbrigantebruno-sud1 Agosto 2010