...per il recupero della memoria storica, per la difesa, il riscatto ed il futuro del popolo meridionale, per una vera rappresentatività politica del Sud...

martedì 4 maggio 2010

La Banca(rella) del Mezzogiorno. Come vendere il fumo a chi non ha carne per l'arrosto.

di Marco Esposito


Il 25 marzo è iniziato il tavolo tecnico per la definizione di cosa farà e cosa sarà la Banca del Mezzogiorno. Al tavolo partecipano praticamente tutti. E il motivo non può che essere che ci sarà da mangiare per tutti.
Inizio analizzando quel poco che ci dice il Governo sui compiti della furura Banca(rella), per poi passare in rassegna chi è stato preposto a questa importante opera, perchè talvolta il buongiorno si vede dal mattino.
Sarà una Banca di Secondo livello, ovvero non avrà sportelli, non potrà quindi concedere fidi di conto corrente. Per chi non l'avesse capito, è inutile sperare che adesso ci sia più credito per le PMI meridionali, quello della Banca del Mezzogiorno sarebbe solo un effetto indiretto. Potrà però concedere "credito agevolato e credito agrario". Questa è una cosa che le banche presenti sul territorio già fanno. Inoltre il credito agevolato passa attraverso anche altri veicoli (le Regioni, la società Invitalia, i Mediocrediti delle varie banche, etc..), mentre il "credito agrario" riguarderebbe il 3-4 % del PIL meridionale. Forse lo slogan sarà: "più zucchine per tutti!"
Fornirà aria fritta alle banche socie. La chiamano "consulenza" fornita dalla Banca del Mezzogiorno ma, a naso, sarà il solito sistema per garantire soldi agli amici degli amici. Vediamo perchè è aria fritta. Le banche socie, così come individuate dall'art. 2 comma 165 e seguenti, sono le Banche di Credito Cooperativo e Banca Poste S.p.a., indicate come i "soggetti promotori e principali attuatori." Orbene, queste due realtà c'entrano con le PMI come i cavoli a merenda, la Banca Poste S.p.a. perchè raccoglie depositi ma non concede fidi. Le PMI non aprono solitamente conti correnti presso le Poste, quindi non si tratta di una banca in senso stretto, ovvero non svolge l'opera di intermediazione creditizia. Inoltre l'operatività delle Poste è tale che scoraggerebbe qualsiasi imprenditore: lunghe code agli sportelli, lenta interfaccia con il resto del sistema bancario, etc. Le banche di Credito Cooperativo invece hanno 650 sportelli in tutto il Meridione (su un totale di 6.444), e raramente nelle grandi città, dove generalmente si concentrano i servizi di terziario evoluto. Sorvolo sul sistema creditizio delle Banche di Credito Cooperativo, che pagano poche tasse sugli utili, ma che non li possono distribuire ai soci, per cui si inventano “viaggi vacanza premio per i soci”, ma che non hanno alcun incentivo a crescere. Quindi la Banca(rella) del Mezzogiorno fornirà consulenza a chi non è presente o non è interessato a crescere (le BCC), o a chi non è in grado di fornire alcunchè di quanto richiesto dalle PMI, che non utilizzano le Poste nemmeno per i servizi postali.
Veniamo ai punti interessanti: "Emissione di titoli per progetti infrastrutturali". Banalizzando potremmo dire "obbligazioni per costruire le rotatorie". Forse non sarà così, ma non si capisce perchè il sindaco di Giugliano in Campania debba farsi prestare i soldi dalle banche per, ad esempio, asfaltare la strada che passa fuori casa mia, anziché farsene carico nel bilancio comunale. Forse perchè, a pagina 8 del documento di sintesi c'è scritto che "In casi particolari queste emissioni potrebbero essere effettuate per finanziare infrastrutture senza impattare sul debito pubblico". Ovvero, potrei acquistare dei titoli a un tasso di favore del 5%, pensando di fare un affare, poi questi titoli finanziano il Ponte dello Stretto di Messina. Così non si aumenta il deficit pubblico, ma chi compra queste obbligazioni potrebbe trovarsi con carta straccia. Le obbligazioni Alitalia dovrebbero aver insegnato qualcosa.
Qualcuno dirà: sei un malfidato, e scrivi un sacco di sciocchezze su scenari improbabili. Io rispondo che ho imparato dalla storia. Ma anche dal presente, perché sono andato a vedere (dato che è informazione pubblica) chi sono i componenti del Comitato Promotore, cioè quelli che daranno l'indirizzo a questa Banca(rella). Quali sono gli altissimi profili professionali che sono stati chiamati a sviluppare il Mezzogiorno, riuscendo laddove hanno fallito tutti? Volendo fare un gioco potrei cominciare ad eliminare tutti i componenti che hanno poco o nulla di formazione bancaria e d economica, quindi coloro i quali potrebbero avere difficoltà a stabilire compiti, indirizzi e norme di funzionamento, quindi comincerei dai presidenti delle federazioni della banche di Credito Cooperativo. Questi non sono dei banchieri in senso stretto, sono dei "rappresentanti", talvolta diretta emanazione politica degli equilibri politici del territorio; poi c'è il Presidente di ISMEA (non dimenticate: più zucchine per tutti!), l'AD di Poste Italiane S.p.a., ovvero un manager di nomina pubblica, ma non certamente un esperto di banche e mercati finanziari,un professore associato di diritto dei mercati finanziari dell'Università di Teramo la cui principale expertise sembra quella di avere buoni contatti (qui la sua storia), e il rappresentante del Ministero dell'Economia, quest'ultimo è probabilmente il più preparato. Poi la ciliegina sulla torta: la Dott.sa Rosa Maria Caprino, di cui il Governo ci dice che è "imprenditrice". Peccato che la Dott.sa Caprino sia tutto, fuorchè imprenditrice: la ditta di famiglia la inserisce nell'ufficio amministrativo, oltre che nel CDA, ma definirla imprenditrice mi sembra esagerato, anche perchè lei si qualifica come appartenente all'Università di Salerno, oltre che socia di una Banca di Credito Cooperativo, che ha requisiti minimi di capitale per diventare socio. Insomma, tutto fuorchè imprenditrice. Quindi il Governo (o l'estensore del Documento di Sintesi) o non sa di chi sta parlando, o mente. Appunto: il buongiorno si vede dal mattino... ovvero il destino della Banca del Mezzogiorno (il migliore strumento per coprire il divario Nord-Sud.....) nelle mani di persone che sono sicuramente capacissime, ma non nel campo in cui è richiesta la preparazione specifica. Affidereste l'ultimo modello di aereoplano, con voi a bordo, a un grande steward ?
Infine la nota di colore sull'informazione italiana: Il Sole 24 Ore, il maggiore quotidiano economico italiano ci fornisce questo quadro della Banca(rella) del Mezzogiorno. Degno di nota questo paragrafo:
Questo gigante, oltre alla distribuzione delle garanzie alle Pmi e a servizi di consulenza, farà impieghi a medio-lungo termine e raccolta emettendo speciali obbligazioni garantite dallo Stato oppure, in questo caso come qualsiasi altra banca, titoli obbligazionari mirati ai piccoli risparmiatori con fiscalità agevolata (5% invece del 12,50 per cento).
Riassumendo, nascerà una creatura spuria che non si può assolutamente chiamare Banca, perché, semplicemente non lo è, che non servirà alle PMI, e che quindi non intaccherà i meccanismi di mercato che rendono il rischio/costo del credito più alto al Mezzogiorno che nel resto del paese. Inoltre non inciderà sull'attuale assetto finanziario del Mezzogiorno, che vede un flusso costante di depositi trasformarsi in impieghi al Nord (a nessuno sembra venire in mente che il denaro va laddove esso è più produttivo e i suoi rendimenti attesi maggiori, al netto del rischio). Potrebbe servire a "finanziare le attività infrastrutturali", peraltro senza incidere, tecnicamente, sul debito pubblico, ovvero la finanza creativa ai suoi massimi livelli: creo un veicolo finanziario spurio, semipubblico, gli faccio finanziare opere pubbliche il cui ritorno economico atteso è nullo, o altamente improbabile, ma di tutto ciò non ci sarà traccia nel bilancio dello Stato. Le similutidini fra Giappone e Italia cominciano a inquietarmi.
Last, but not least: una cosa simile c'è già. Tornando al titolo: tanto fumo (una banca che non è una banca, un comitato promotore che non è composto da esperti) per chi, da tempo, non ha nemmeno l'arrosto.
Napolitania
Fonte:noiseFromAmerika

Nessun commento:

Posta un commento